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Le risposte del Guidismo (Nicoletta Orzes)

Riportiamo alcuni spunti tratti dall'intervento:

......Nel 1948 Olave Baden Powell disse che “Il guidismo e lo scoutismo sono dei mezzi pratici per far penetrare un ideale astratto nella vita quotidiana di giovani”: parlò di mezzi pratici e di vita quotidiana per spiegare come, senza mettersi in gioco, non esiste possibilità di definirsi guide e scouts.

..... Il guidismo cattolico, inteso come l’attuazione del metodo scout al femminile, può fornire le condizioni e l’ambiente perché ogni ragazza possa sentir nascere il desiderio di realizzare l’ avventura della propria vita con pienezza, scoprendone il disegno di Dio.

.... Si tratta di aprire una strada, perché ogni ragazza possa rispondere all’essenza della chiamata della donna nella società e nella Chiesa: essere guida nella famiglia, essere attenta ai bisogni degli altri, essere disposta a sacrificarsi per gli altri anche nell’impegno civile, essere aperta ai valori dello Spirito e al disegno di Dio nella sua vita.

..... Essere portatrici di vita ed essere consapevoli di essere educatrici alla vita: nel pensiero di BP è questo il significato del termine “Guida”.
Non è certo anacronistico pensare che ancora oggi il guidismo possa essere un mezzo per accompagnare la donna, fin dagli anni dell’infanzia, a diventare “donna di carattere”, a scoprire la sua vocazione di donna.
Il guidismo permette concretamente di portare alla luce quel tesoro di potenzialità che costituiscono il “genio femminile”, indicato da Giovanni Paolo II nella Mulieris Dignitatem come specifico dono per tutta l’umanità

.....E’ possibile allora che il guidismo sia una delle modalità, forse originale e rara ai nostri tempi, ricchi di omologazione e poveri di “identità specifiche”, di educare al femminile, di far emergere con particolare efficacia dalla forza di un’esperienza umana così particolare com’è la vita nelle unità scout il “genio femminile”.

.... “Fare guidismo” è vivere, trovarsi di fronte a situazioni da prevedere e risolvere, considerare le conseguenza dei propri atti e delle proprie scelte, essere leali, aprirsi all’avventura della scoperta di sé e degli altri, spendersi per gli altri, scoprire nella propria vita l’amore di Dio.
Le ragazze possono vivere  tutto questo, se accompagnate nelle tappe della loro crescita da una figura adulta che abbia l’interesse di conoscerle e di entrare in rapporto con loro, con una notevole capacità di introspezione, di riflessione su se stesse e sulle esperienze.

..... In tempi in cui molti aspetti della persona e del rapporto tra persone si “giocano” sul piano della relazione  virtuale,  così come il fatto di entrare in contatto con molte “dimensioni” può rendere più superficiali e dispersi nella realtà,  il guidismo, attraverso la vita all’aria aperto, il gusto delle cose ben fatte, la vita e gli incarichi di squadriglia, l’uso delle tecniche, la vita semplice, la strada, l’impegno di diffondere la gioia, può educare alla concretezza, che arricchisce l’introspezione, introduce le ragazze al reale, al di là dell’insidia del ripiegamento su se stesse. 

.....Un altro aspetto che il guidismo può valorizzare con i suoi mezzi è l’attitudine naturale della ragazza a cogliere il significato simbolico delle cose (cioè il significato profondo al di là di ciò che vedo e dell’esperienza che faccio): esso è all’origine di quell’idea di “poesia e avventura” che BP associa al guidismo.
Saper cogliere il significato delle esperienza é una possibilità entusiasmante in tutte le branche (dai sentieri della coccinella, alla tenda delle guide, alla strada delle scolte) e costituisce una grande ricchezza formativa. Può affascinare o almeno interrogare le ragazze sia come impegno morale (l’arrivare  in fondo, l’attenzione agli altri e alla realtà, quando tutto intorno invece corre veloce e si brucia prima ancora di aver capito cosa  si è vissuto),  sia come formazione spirituale.

.....Così “vedere nel creato l’opera di Dio” è scoprirvi ad ogni passo la Sua bontà e fare esperienza sicura di affidamento, di relazione e di amore che non abbandona e delude. E’ nel valore del sacrificio e della conquista, nella dimensione della serenità e del sentirsi “a casa” nella natura, dell’umiltà e della gioia che la vita all’aperto può aiutare a mettere a frutto i talenti ricevuti in dono e contribuire a far trovare così il senso della propria vicenda umana.

......Anche “solo” accogliendo i primi passi della bambina nel cerchio, il guidismo guarda alla statura morale della donna della partenza!
Anche “semplicemente” proponendo alla bambina di portare la gioia e di mettersi in cammino verso “la montagna” il guidismo risponde alla richiesta di fiducia e alla “sete di senso” che oggi arriva dalle giovani generazioni.

..... Così il guidismo, con la sua strada fatta di impegno e di scelte personali, può dare risposta concreta anche alla concezione oggi diffusa che vede la libertà come sinonimo di “revocabilità delle scelte” . Questa concezione di libertà è diffusa tra molti giovani, che temono di scegliere “per sempre” e spesso fanno un passo avanti solo se da quel passo si può tornare indietro. Ma questo la vita non sempre lo concede

..... La consapevolezza di questo affidamento si sviluppa coltivando la particolare attenzione, l’interesse e la sensibilità che nella donna, fin da bambina, si rivolge sempre alla concretezza e all’unicità della persona, per scoprirla  immagine di Dio. Da qui: il modo tipico di condurre la squadriglia, con la disposizione ad aiutarsi e sostenersi, il senso del reale e la capacità di cogliere e curare i particolari; le tecniche e l’abilità manuale rivolte alla concretezza delle azioni e a ciò che è utile e non virtuale; il servizio vissuto da scolta come attenzione e presenza, come accoglienza dell’altro, come interrogativo alla propria reale disponibilità a ricevere oltre che a donare, primo concreto passo verso la dimensione della maternità, non solo fisica.
Quale miglior risposta allora?
Per il guidismo cattolico è questa “donna perfetta”  la “donna di carattere” a cui si riferisce BP.