Domanda a Vittorio: Puoi farci un inquadramento storico del momento in cui sorge l'ASCI, dell’avvento del Fascismo, della crescente barbarie? Che atmosfera c’era nelle associazioni giovanili? Quali erano i problemi con i Balilla? Come è avvenuta la nascita delle AR?
Innanzi tutto teniamo presente una premessa fondamentale: noi parliamo a posteriori di fatti realmente accaduti anni addietro. Bisogna dunque evitare il rischio che conoscendo la fine della storia sia dato tutto per scontato fino a banalizzare gli eventi. Partiamo da: “Sul mio onore prometto...”! Noi qui siamo un bel gruppo, ma se ne entrasse un altro gruppo armato di tutto punto e dicesse: “Chi si professa Scout sarà bastonato, torturato ed ucciso” quanti alzerebbero la mano? Quante giustificazioni troveremmo? Potremmo discutere tanto tempo... Allora “Sul mio onore prometto...” che cosa? Il periodo 1920-1930 era questo: raggiungere nel minor tempo possibile il controllo totale dello Stato per assicurare condizioni di vita migliori della precedente. Però: chi è contro di me va eliminato! Tolto di mezzo! Cancellato! Se questo sia il passo giusto per poter cominciare a stare meglio lo lascio giudicare a voi! Per convincere i giovani Esploratori si usa il metodo della violenza. Si incendiano le sedi. I più duri si ammorbidiscono con olio di ricino, legnate e se proprio non la vogliono capire si procede a estremi rimedi. In questo momento difficile uno sparuto gruppo di giovani si ribella. “Perché non posso accendere un fuoco per farmi da mangiare?... Ridere e scherzare attorno ad un fuoco?... Dormire per terra insieme ad altri amici?... Perché devo partecipare all’istruzione dei Balilla, Giovani Avanguardisti vestire di nero, gridare viva il Duce?”. Questo per i più giovani ribelli. I più anziani, si parla di 24enni, si chiedono: “Perché devo gridare a morte?... Devo preparami alla guerra?... Odiare quello che mi sta vicino?...”. All’origine della nascita delle Aquile Randagie abbiamo persone dotate di una coscienza che pensa con una propria testa, di una formazione robusta, con un carattere e dei valori semplici, ma solidi: “Amare perché sono amato, amare come Lui mi ha insegnato e questo è libero e giusto!” Tutto questo è riassunto nella giustificazione che Kelly raccoglie in poche righe che invito a leggere
Domanda a Vittorio: Quali erano i Valori che tennero unito il gruppo con il passare degli anni? Che significato daresti al titolo del Convegno Ogni giorno per “Un giorno in più” ?
Non so se
ricordate quell’episodio del film Nuovo Cinema Paradiso dove
il ragazzo deve restare 100 giorni in una posizione. Il
commento quando lui cederà è il difficile è rimanere 99 + un
giorno. Kelly è ancora più fermo non sa quanto durerà il
fascismo, ma lui sa che resisterà un giorno in più. Penso e
spero che voi tutti abbiate letto il bel libro di Carlo
Verga Le Aquile Randagie e vi siate resi
conto che nel periodo prima dell’8 settembre il clima che
regnava fra queste Aquile Randagie era di notevole
semplicità. Infatti pur se il ceto sociale, il livello
culturale era eterogeneo, l’amicizia, la serietà e la
goliardia erano il collante base. Poi l’umiltà, il rispetto
dell’altro, la curiosità insieme agli altri aspetti positivi
del carattere formavano il cemento del gruppo.
Ma un lato mi
preme sottolineare: se per ogni valore umano e spirituale si
potesse dare una misura da 1 a 100 ecco mi sembra di poter
affermare che tutte le Aquile Randagie davano da un minimo
di 80 in su. Questo è importante perché ne consegue una
serie di flessioni per noi: “Quanto complichiamo il nostro
star insieme?”.“Quanti ostacoli creiamo per raggiungere gli
scopi?”. “Quanto di personalismo inseriamo nel nostro stare
insieme?”. Se vivessimo partendo, magari da un 60 ci
sarebbero in Italia più di 40 associazioni Scout? Baden (mons.
Ghetti) ripeteva una frase diventata famosa: “Se gli Scout
usciti dal 1945 ad oggi avessero mantenuto la loro Promessa
l’Italia sarebbe in queste condizioni?”.
Domanda a Vittorio: Da dove vengono questi filmati? Come è avvenuto il reperimento delle pellicole? Perchè Kelly fece la scelta di lasciare questi documenti ai posteri?
Il primo filmato è del 1937. Si può dedurre che, durante il viaggio di ritorno dal Jamboree di Voghelenzang, Kelly abbia acquistato la cinepresa. Dato il momento storico l’approccio con una tecnologia senz’altro d’avanguardia avvalora l’intraprendenza di Kelly. Lo strumento è utilizzato per permettere alle Aquile Randagie di sbizzarrirsi nell’arte dell’Espressione. Sono cose molte semplici quelle riportate nelle sequenze, ma fatte veramente bene. Non c’era la moviola per il montaggio E non c’era pellicola da sprecare. Il concetto è “Le cose fatte bene sono fatte bene”. In Italia vige l’autarchia, cioè un sistema di autosufficienza economica, chiamato anche economia chiusa, in cui non sono presenti relazioni commerciali con l'estero. È logico supporre che a quel tempo le pellicole fossero una rarità. Come Kelly riuscisse a procurarsele non l’ho ancora scoperto. Ma con le Aquile Randagie non c’è nulla da meravigliarsi. Sta di fatto che la pellicola impressa sarà custodita gelosamente, in una scatola di latta per biscotti e preservata durante i periodi di guerra e di bombardamento. La voce sarà aggiunta negli anni ‘50 utilizzando un registratore a nastro Geloso. La testimonianza che ci viene proposta è un’ironica e beffarda prova di ulteriore derisione del fascismo. Un’altra curiosità: quando con estrema delicatezza abbiamo proceduto alla proiezione per il riversamento in digitale, l’operatore ci ha messo in guardia della possibile esplosione della miscela della pellicola surriscaldata dal forte calore della lampada utilizzata.
Domanda a Vittorio: dal testo appena letto si capisce che il coraggio non manca, ti chiedo di spiegarci chi erano le figure carismatiche che hanno dato inizio e alimentato questo coraggio di testimoniare di rischiare di persona?
Ricordo che lo scioglimento dello scoutismo ha coinvolto tantissimi scout, ma a mio avviso il coraggio di queste Aquile Randagie, soprattutto di Kelly, sia sprigionato da una maggior coscienza e volontà, direi formazione, a mantenere fede agli ideali assimilati in ciascuno di loro. Badate bene che questo è importantissimo! È l’ideale che permette l’azione che sostiene la persona fino a morire per essi. e che sarà poi lo stesso motivo, la stessa ragione che sosterrà i partigiani. Ma è importante il messaggio che ci trasmettono e che dobbiamo attuare oggi. Noi abbiamo il Papa che ci meritiamo e se attuassimo con la stessa convinzione delle Aquile Randagie quel suo senso così forte di amore che è incluso nelle sue due Encicliche Deus Caritas est e Spe salvi forniremmo un servizio di tutto rispetto alla nostra società.
Domanda a Vittorio: le AR si sono rese conto subito che l’attività scout era contraria e vietata dal regime e perciò potenzialmente molto pericolosa per loro stessi e per le famiglie?
Non lo so. Ma devo ipotizzare che Kelly si sia reso immediatamente conto. Quali e quanti rischi era difficile immaginarli perché si conosceva il nemico, il fascismo ma non i singoli nemici, i fascisti. Certo il gruppo delle Aquile Randagie era di ribellione, di opposizione fin che si vuole, ma pur sempre pacifico, disarmato, circoscritto, limitato e composto da giovani e giovanissimi.
Non legati ad una corrente, ad una istituzione politica. Ma proprio perché dissidenti e resistenti, quindi non allineati, davano fastidio perché limitavano l’assoluto strapotere che il fascismo voleva imporre. Il rischio di vendetta sui singoli e le loro famiglie era palpabile, evidente. Bisognava sempre stare all’erta. E questo atteggiamento, in cui molta parte delle tecniche Scout entravano in gioco, era vissuto con evidente riguardo. Sappiamo che per opera di gruppi fascisti, e non da parte delle istituzioni governative, avvennero i pestaggi a Casati, Vittorio Ghetti, Fracassi, Kelly.
Domanda a Vittorio: cosa rappresentò la Val Codera per le AR, che rapporto si creò con i valligiani? E oggi simboleggia ancora qualcosa?
Il discorso sarebbe molto lungo dirò solo che la val Codera fu il luogo extra confine, extra terrestre per le Aquile Randagie. Se voi pensate a come ci si doveva comportare nelle attività col pericolo di essere rintracciati, denunciati e trovarsi invece in un luogo dove poter svolgere la vita scout in piena libertà e sintonia coi valligiani è come respirare a pieni polmoni dopo aver nuotato un bel pezzo sottacqua. Oggi a Codera la Fondazione Baden tiene aperta una casa che si chiama Centralina ed è dedicata proprio alle Aquile Randagie ed i custodi che si dedicano, primo fra tutti Emanuele Locatelli, si impegnano a diffondere quello spirito ed anima delle Aquile Randagie.
Domanda a Vittorio: le AR si opposero al regime che voleva tutti balilla e avanguardisti, ma questa opposizione si è evidenziata poi nella renitenza alla leva o nella fuga dai doveri di patria?
La chiamata alle armi, se è un dramma per chiunque, lo era maggiormente per le Aquile Randagie che vivevano il valore della fratellanza Scout, dello spirito internazionale, del cristianesimo. La chiamata fu interpretata come un dovere verso la Patria, l’Italia, che non si identificava con lo Stato fascista e con Mussolini. Le condizioni non permettevano l’obiezione di coscienza, la fuga o la diserzione, che avrebbero comportato pesanti ritorsioni alla famiglia. Il ricatto fascista era perfido, ma non ci si poteva sottrarre. Anche in questo caso, fu lo stile delle Aquile Randagie ad emergere: “Il nemico non è il mio nemico, è pur sempre mio fratello”. E Arrigo Lupi affermerà che non ha mai sparato alla sagoma del nemico preferendo farsi uccidere che uccidere.
Domanda a Vittorio: periodo di guerra... leggi razziali... l’opposizione passiva al regime fascista diventa attiva, raccontaci dell’OSCAR (Organizzazione Scout Cattolica Aiuto Ricercati).
La prima dicitura di OSCAR è Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati. Con l’8 settembre 1943 cambia tutto lo scenario italiano. Gli alleati diventano gli occupanti. La guerra non è più aldilà del confine, ma è in casa, dentro casa. OSCAR nasce per caso: un parroco chiede a Baden come fare per salvare alcuni prigionieri alleati. Baden coinvolge un altro prete e poi un terzo. Si espatriano quei prigionieri e si pensa sia tutto finito. Invece inizia un periodo elettrizzante, faticosissimo e rischiosissimo. Non ci sarà riposo, riserva, tregua. Sempre con lo spavento addosso, con la paura che qualcosa si inceppi, qualcuno parli, qualcuno sospetti e capisca. OSCAR è senza protezione. Ed OSCAR e Baden sono la stessa cosa. Lo spirito di servizio, l’amore per il prossimo, le qualità dello Spirito Scout quel “Sul mio onore prometto...” sono più forti della pusillanimità e si trasformano in gesti eroici e concreti di tante persone, non solo Scout. Quando serve, si serve e si dice Sì!
Un Sì, totale senza riserve. Anche se questo significa correre il rischio di uscire dalle ciminiere di un campo di concentramento. E non si guarda in faccia a chi chiede aiuto. Si aiuta e basta! E si salva anche il nemico. Sì anche il nemico. Ricordatevi le due ultime Encicliche.
Domanda a Vittorio: 2000 persone salvate non sono poche: come hanno fatto a trovare chi era in difficoltà, chi li ha aiutati?
Si può correre il rischio di passare subito all’aneddoto, al nome eclatante salvato. Ma ricordiamo che, mentre le Aquile Randagie si occupavano di salvare vite umane e di testimoniare la loro fede religiosa e Scout sotto le armi quelle stesse persone lottavano anche perché l’ASCI risorgesse libera come lo era al momento dello scioglimento e separata dall’Azione Cattolica, fornendo istanze a quegli Scout che, dall’altra parte dell’Italia, erano già liberi.
Tornando ad OSCAR i bisognosi si rivolgevano dove potevano e la fitta rete intessuta da OSCAR (Baden) ricuperava indistintamente i casi disperati. Ricorderete che si cominciò coi prigionieri alleati, poi si aggiunsero i renitenti alla leva, poi i politici ed infine gli ebrei. Quando capitava un caso bisognava, come potete ben immaginare, valutare molti aspetti: i punti di appoggio, i documenti falsi necessari, il percorso più sicuro, i volontari più adatti tenendo conto della quantità delle persone, il nucleo familiare, coi diversi componenti, le varie età, lo stato di salute, ecc. L’anno scorso per la commemorazione del 50mo anniversario della morte di Kelly è stato organizzato un Gran Gioco in Milano, che partendo dalla piazza dei Mercanti, luogo storico dove le Aquile Randagie lasciavano i loro messaggi, raggiungessero la sede del Comitato Regionale AGESCI ed ogni pattuglia di tre persone doveva cercare di portare in salvo il suo ebreo. La cosa è riuscita molto bene e si è conclusa con l’incontro con le presenti Aquile Randagie. Bene, in quel gioco si è sperimentato quali potessero essere le difficoltà e l’amarezza dell’arresto con relativa spedizione “al campo di concentramento”. Ve lo consiglio, ovviamente il gioco, perché molto istruttivo. Per tornare alla domanda di partenza OSCAR ha avuto una immensa capacità di aggregazione di moltissime persone, religiose e laiche, e proprio per la sua qualità dell’essenziale, del nascondimento, inteso come umile riservatezza, sono riusciti in una impresa umanitaria di grandissima importanza poco conosciuta dalla storia. Eppure di quelle e queste persone non se ne ricorda molto, anche se grazie a loro abbiamo potuto festeggiare un Centenario!