Da IL GAZZETTINO di Domenica 13 giugno 2004
Schietto come sempre il vescovo benemerito ospite ieri del "Centro studi d. Ugo De Lucchi"

Mons. Mistrorigo brinda con gli scout al cinquantesimo anno di episcopato

«Sono contentissimo di essere qui, perché sono parente degli scout: nonno e bisnonno». Così sua eccellenza Antonio Mistrorigo, vescovo emerito di Treviso ha iniziato il suo brioso intervento ieri sera nella casa scout "Anna e Franco Feder" a Santa Bona, durante un incontro organizzato dal Centro studi "Don Ugo De Lucchi" per celebrare il suo cinquantesimo anno di episcopato (che si compirà il 9 marzo del prossimo anno), e avente per tema la storia del lo scoutismo locale e nazionale in questi 50 anni. Mistrorigo, nato a Chiampo (Vicenza) il 26 marzo del 1912, venne ordinato sacerdote nel luglio del '35, sotto quel regime fascista che nel 1927 aveva abolito lo scoutismo. «C'erano i piccoli balilla - ricorda - ma avevano altre finalità». Negli anni immediatamente successivi alla II Guerra Mondiale divenne parroco a Sossano e qui favorì la rinascita del movimento, perché credeva nel suo spirito di aggregazione, che riteneva necessario alle famiglie e alle comunità disastrate dal conflitto. «Finita la guerra i giovani di Sossano mi chiedevano: e ora che cosa facciamo? Non erano più abituati ad avere la libertà..
Io risposi che portavo con me uno dei più bei ricordi della mia giovinezza, gli scout. Mettiamoli su, proposi, e vedrete che andranno avanti. Per dirla in breve abbiamo istituito gli scout; e il nostro esempio è stato pian piano seguito anche da altre parrocchie. 
Gli scout mostravano un mondo nuovo, non più oppresso, ma contraddistinto dalla libertà di guardare tutti negli occhi e di guardare al cielo. Sono così diventati l'anima della parrocchia: facciamo questo, svegliamo i dormienti, aiutiamo i lenti». Mistrorigo venne eletto vescovo della città di Troia (Foggia) 119 marzo del '55, e il 3 agosto del '58 arrivò a Treviso. «Quasi mi dispiacque venire qui - confida - ho trovato un mondo diverso. Bisognava ricominciare a mettere le mani sugli scout, prenderli per i capelli, per le mani, per la divisa. Ma sono venuti su bene. Ora siamo in un periodo di magra per quanto riguarda il mondo dell'associazionismo; l'unica associazione che rimane in piedi è lo scoutismo». 

Un momento dell'incontro del Vescovo Mistrorigo con gli scout

 Il vescovo ha poi ricordato la figura di don Ugo De Lucchi: «Era un misto di zelo e dinamismo; mi è spiaciuto moltissimo per la sua dipartita, ma sono convinto che dal cielo continui a seguire bene volo i suoi scout». Mistrorigo ha infine sottolineato l'importanza della missione degli scout e concluso con un monito benevolo: «Cosa sono gli scout? Sono giovani in piedi. Questa è la vostra missione di domani: stare in piedi e aiutare gli altri ad alzarsi. Io vorrei che voi foste all'avanguardia nella vostra diocesi. E ricordate che quando sarò di là  guarderò se gli scout si comportano bene». 

Marco Gasparin