Da LA TRIBUNA di Domenica 13 giugno 2004
    L'INCONTRO

Il Vescovo Mistrorigo tra gli scout ricorda la sua gioventù

Si è definito il bisnonno degli scout: i ragazzi con il fazzolettone al collo sono risorti dopo il fascismo anche grazie al suo operato pastorale. Monsignor Antonio Mistrorigo, vescovo emerito di Treviso, ha raccontato ieri la propria giovinezza ed il proprio amore per gli scout presso la Casa "Anna e Franco Feder" a Borgo Furo di Santa Bona in occasione di un incontro voluto dal Centro Studi e documentazione scout "Don Ugo de Lucchi" e dalla Federazione Scout d'Europa. "Nel 1927 lo scoutismo è stato soppresso dal fascismo e subito sostituito con i Piccoli Balilla - ha esordito Mistrorigo - Io ho sempre creduto nei valori proposti dal movimento scout, nella sua capacità di aggregazione e di unione delle famiglie dilaniate dalla guerra. Così, dopo la Liberazione, ho contribuito alla rifondazione dello scoutismo nella diocesi di Vicenza".

Sua Eccellenza all'incontro

Il Vescovo emerito ha avuto parole di elogio per i ragazzi che, oggi come allora, scelgono di vestire la divisa per prestare il proprio servizio alla comunità. "Dopo la guerra gli scout erano gli unici che si facevano portatori di un mondo nuovo non oppresso, ma in piedi - ha proseguito Mistrorigo - I ragazzi con il fazzolettone incarnavano la libertà di chi sa di poter andare avanti con un occhio rivolto anche al cielo". Il porporato ha poi osservato come oggi il mondo dell'associazionismo cattolico stia attraversando un periodo difficile, ma anche come gli scout stiano sopportando bene il calo di giovani interessati alla sua proposta. E poi, al momento dei saluti, monsignor Mistrorigo si è rivolto alla platea di ragazzi con un'ultima esortazione a comportarsi bene". 
                                        (Rubina Bon)