La divisa
La divisa era costituita da una camicia di cotone colore caki o coloniale, un di paio di pantaloncini corti di colore blu, calzettoni del tipo tubolare con la sola gamba al fine di durare più a lungo ed il famoso cappellone tramandato dai pochi che ci avevano preceduto perché non tutti avevano i soldi per comperarselo. In alcuni casi, quest’ultimo veniva sostituito da un più economico basco che però non serviva altrettanto bene allo scopo poiché, in caso di pioggia, produceva degli effetti indesiderati colorando il viso di blu. I pantaloni e la camicia venivano spesso

 

La nostra sede

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fabbricati in casa dalle nostre mamme costrette ad arrangiarsi con i pochi mezzi a disposizione. Sia la camicia che i pantaloni, al momento della confezione, dovevano essere abbondanti per le previsioni di crescita. Per sopperire al freddo invernale bisognava imbottirci sotto la camicia in quanto pochissimi di noi avevano i soldi per acquistare la “mitica” giacca a vento. Nonostante le previsioni, solitamente dopo qualche tempo, apparivano sul retro dei pantaloncini quelle che noi chiamavamo “lance”, cioè le strisce di stoffa che partivano dall’addome per andare verso il cavallo dei pantaloni assottigliandosi e che generalmente erano di colore diverso dai pantaloncini stessi. La divisa era poi completata dai distintivi del Riparto, dell’ASCI, delle specialità eventualmente acquisite, dei gradi per Capi e Vice-capi, il fazzoletto (rosso con due strisce gialle e verdi) e i nastrini della squadriglia.

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Tutta la città di Treviso era stata pesantemente bombardata, particolarmente colpito fu il quartiere di S.Nicolò dove a sede il Collegio Turazza, In un’ala esterna del collegio, dove erano

Ciò che rimase della sede

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