I  G I O R N A L I
H A N N O 
S C R I T T O . . .
da « L'AVVENIRE D'ITALIA » (1)
Più in là un gruppo di ragazzi in divisa, con stivali, guanti e mascherine sanitarie prendono ad una ad una le salme allineate per terra e avvolte in veli di plastica, le lavano, le compongono nelle bare. 
Lavorano speditamente; ma con estrema delicatezza e rispetto. 
Si vedono solo gli occhi, sopra la mascherina bianca, arrossati dalla commozione. 
Nell'interno del cimitero sono allineate un centinaio di bare. 
Gruppi di persone cercano, quasi senza speranza, i loro cari.
Presso una bara una donna piange, tenendo in mano il vestitino bianco della prima Comunione della nipotina. 
Due giovani in divisa prendono il vestitino, aprono la bara, lo indossano alla bambina, 
la compongono con cura particolare e chiamano la zia. Aspettano in silenzio, richiudono la bara e vanno presso altri parenti. 
Mi rivolgo al mio accompagnatore: « Chi sono questi ragazzi?».
« Lo chieda a loro, ecco due che si avvicinano ». «Chi siete ragazzi? Da dove venite? Chi vi ha mandato? ». « Siamo scouts di Treviso, Bassano, Mestre, Conegliano. Non ci ha chiamato nessuno, o meglio, ci ha chiamato il desiderio di dare una mano a chi ne aveva bisogno: è uno degli scopi principali della nostra associazione ».
«Da quanto siete qui?». «Alcuni da venerdì, altri da ieri; l'ultimo gruppetto è arrivato questa mattina. Un buon gruppo è giù nel Piave a cercare altre salme. Le avvolgono in un telo, improvvisano delle 
barelle (non ne abbiamo avute di fatte) e le portano in luogo accessibile agli automezzi dei Comune. »
« Ma, i soldati, i vigili dei fuoco, dove sono? »
« Sono occupati a Longarone. Del resto, qui, a Ponte delle Alpi, non siamo proprio soli. Ci sono i dipendenti dei Comune e alcuni vigili del fuoco, complessivamente una ventina di persone. Noi siamo una sessantina. Questa mattina è arrivato anche un pullman di volontari, organizzato dagli scouts di Conegliano. Ora sono anche loro nel Piave. Importante è fare presto; del resto lei lo sente. La notte facciamo i turni di veglia, anche per ricevere i parenti che arrivano a tutte le ore».
In quel momento arriva un autocarro. Gli scouts prendono le bare, le caricano, salgono: 
sull'automezzo e partono.
« Vanno a Fortogna. Sembra che lassù ci siano quattro persone per inumare circa duecento bare ». Fortogna, ore 17. 
Una bella spianata ai piedi del monte. Due grosse scavatrici hanno aperto mezza dozzina di fosse. 
Molti parenti stanno cercando ancora, piangenti, presso le lunghe file di bare allineate sul prato. Gli scouts ora sono qui. Prendono le bare, le fanno scendere nelle fosse, le allineano per bene, in modo che poi ciascuna possa avere la sua croce. Ora sono proprio soli. Unico rappresentante ufficiale, un incaricato dell'ufficio d'igiene di Padova, che annota su un registro il numero della bara che uno scout gli detta, prima di farla scendere. Talvolta un nome; ma molto di rado. Il sole tramonta.