Treviso 17.02.02
Quindicesimo anniversario dalla morte.
La passione educativa
La Fondazione Anna Maria Feder Piazza anche quest'anno, come nei precedenti, ha ricordato Anna Maria nella sua figura di Capo Guida e di amica celebrando, con tanti simpatizzanti, una S. Messa in sua memoria e suffragio.
Ogni anno viene proposto un tema di riflessione, normalmente tratto dagli scritti di Anna, raccolti e conservati dalla Fondazione stessa.
Il tema scelto e proposto quest'anno delinea una sua peculiarità e ci sottopone alla riflessione un argomento di fondamentale importanza, sul quale i Capi educatori non dovrebbero mai finire di riflettere ed applicarsi: "la passione educativa". Leggendo il testo della lettera di Anna Maria, nel finale è anche espresso in forma netta, ho la netta sensazione che lei continuamente andasse alla fonte della storia e dei valori.
Il grande gioco è proprio dello scautismo e, attraverso di esso e di altre metodologie, propone ai ragazzi situazioni di finzione e ludiche molto vicine alle reali situazioni della vita. E' giocando e divertendosi che viene trasmessa l'educazione per la formazione personale e, per di più, viene trasmessa con gioia per la felicità di ognuno. Nei grandi giochi e nelle metodologie educative dello scautismo si acquisiscono diversi stadi di impegno personale, stadi graduali di assunzione di responsabilità e di coinvolgimento.
A Mafeking, dove prese corpo l'intuizione di BP del metodo scout, si rivelò vincente la richiesta di adesione e coinvolgimento dei "cadetti ausiliari" nelle azioni di supporto nel momento dell'assedio. Fu la responsabilità personale e di gruppo, fu la fiducia degli adulti nei loro confronti, fu l'autonomia e la libertà organizzativa accordata che catturarono l'interesse dei ragazzi. Per queste caratteristiche lo scautismo ebbe successo immediato e, non solo localmente, ma nel mondo; non fu parcheggio temporaneo per e di ragazzi, ma ambiente positivo e propositivo di educazione.
Storicamente si possono riscontrare esperienze associative scout che si sono risolte negativamente, poche per fortuna, ma se questo aspetto negativo è emerso, mi fa riflettere sulla reale valenza della figura del Capo. Anche unità locali possono andare bene o male, fra i molti motivi che possono generare un andamento negativo dell'ambiente educativo di quell'unità può certamente influire la maturità del Capo intorno alla sua "passione educativa".
Sgombriamo subito il campo precisando che il servizio del Capo e la sua dedizione non hanno interessi materiali e neppure economici. Mi piacerebbe, però, capire se ciò che lo anima è riconoscenza interiore per quello che ha ricevuto in termini di crescita personale dai suoi Capi, e se la sua azione si svolge per schematismo evolutivo di gestione dell'unità, o se, invece, è suo interesse interiore, sua predilezione e attitudine all'educazione dei ragazzi.
Quest'affermazione può sembrare una sfumatura, ma è chiaramente indicativa nel riconoscere il grande Capo, il Capo che lascia una traccia nelle singole persone a lui affidate, il Capo che sa fare gruppo e che trasmette alla comunità la sua passione sincera e genuina ad essere riferimento sicuro.
Gli effetti dell'educazione possono essere felicemente o tristemente riscontrabili nei ragazzi, nei quali diventano segni marcatori di un futuro individuale rivolto a vivere in pienezza la propria esistenza. Non si può, infatti, tralasciare nulla di ciò che potrà fornire felicità e sapienza cristiana. Quali, allora, i valori minimi da insegnare, senza i quali non vi è "passione educativa" per gli altri, in quanto individui originali ed irripetibili?
Amore, Libertà e indipendenza di giudizio, Fede e Verità.
A questo punto le mie parole si fermano e cominciano quelle di Anna nel testo della lettera assieme pubblicata. In questa lettera traspare un concetto che mi preme sottolineare. Anche il più grande amore verso i propri ragazzi, ma anche verso i propri figli, non ci deve impedire di lasciarli liberi di correre per la strada della vita. C'è, infatti, un momento in cui il Capo o il genitore possono essere di freno allo sviluppo del carattere e della personalità. Si può parlare di amore e di amorosa protezione del Genitore e del Capo per i suoi, ma a me sembra, in moltissimi casi, il chiaro manifestarsi di opprimente possessività.
Gianni Tosello.
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Treviso, 21 aprile 1965
Mie care Capo Riparto,
questa mia lettera probabilmente vi sbalordirà e forse, un poco, vi addolorerà, ma capirete in seguito che era necessaria.
Improvvisamente, questa sera, alla fine dell'ennesima riunione per preparare il S.Giorgio, mentre vi ascoltavo e misuravo il bene che vi volevo (a quelle presenti e a quelle assenti), un bene vivo, ho visto chiaro intorno a quello che era necessario fare; e siccome e come persona e come Capo Riparto, e adesso come vostra capo mi sono sempre attenuta al principio che quando abbiamo scoperta la Verità di una cosa, alla Verità dobbiamo aderire di slancio, con il cuore e con tutti noi stessi; così vi comunico che, per il bene della Branca Guide, è giunta l'ora che io lasci l'incarico di Zona della Branca.
Se fossero il logorio del Servizio o la stanchezza o il superlavoro a spingermi, non mi lascerei vincere, ma posso assicurarvi che il mio entusiasmo è intatto come l'amore che vi porto.
Questo mi induce a lasciarvi. Voi avete il diritto di conoscere del servizio la pienezza della responsabilità che è dolore ma anche gioia, che è soprattutto misura di se stessi.
La mia presenza non vi permetterebbe mai di saperlo ed io voglio, per averla sofferta e goduta, che anche voi proviate questa esperienza che è fondamentale per la vostra formazione umana.
Dal momento in cui riceverete questa lettera non dovrete più contare su di me: io resto la vostra Commissaria di Zona, la Capo che vi vuole bene e desidera esservi veramente amica, personalmente amica, ma la Branca Guide, l'indirizzo che prenderà, le attività che programmerà, i mille problemi che dovrà affrontare, saranno affar vostro.
Ho sempre desiderato, quando ero C.R., preparare alle Guide un Grande Gioco di questo tipo per misurare il loro coraggio; non ci sono riuscita mai, ma il Signore è stato buono con me, mi ha concesso quest'ultima possibilità, la più importante di tutte, la più vera, quella più carica di spirito d'avventura: il mio ultimo Grande Gioco; sono contenta di poter finire nello stesso spirito di rischio, d'avventura e d'entusiasmo che sono la caratteristica della nostra Branca e che sempre mi hanno affascinato mantenendo giovane il mio cuore.
Se non avete nulla in contrario io propongo a voi, come nuova Incaricata di Zona, LG. Sono sicura che la mia scelta è giusta e spero vivamente che questa nuova, grande responsabilità possa riempire il suo cuore che è ricco e generoso e dare un preciso senso alla sua vita.
Nel momento in cui ci si lascia, ed io lasciando voi e le Guide della Zona, lascio le cose più preziose che mai abbia posseduto, si sente il desiderio di dare mille consigli, o meglio di incidere un messaggio che resti.
La Branca deve essere rinnovata, ha bisogno di coraggio, giovinezza, entusiasmo; voi avete tutto questo; siate generose.
Talvolta noi pensiamo che al di là dei brevi confini del nostro orizzonte ci siano le misteriose ricchezze che possono rendere splendente e piena la nostra vita e spesso ci rammarichiamo di non poterle raggiungere, come se questo tarpasse le ali della nostra vocazione.
Non è così. I nostri orizzonti sono vasti e ricchi tanto quanto lo è la nostra anima, che è un pellegrino in cammino verso la Casa del Padre.
La strada che essa percorre è quella che il Padre le offre: in essa, giorno dopo giorno, e non fuori o al di là di essa, sono da ricercare i tesori o le bellezze, ed è compito nostro di saperne scoprire lo splendore illuminandola con la nostra fantasia, il nostro spirito creativo, la nostra leale adesione al Cristianesimo, che è l'avventura spirituale più inesauribile che esista.
Oggi più di sempre il mondo che si assopisce nel benessere ha bisogno del nostro coraggio: non riuscirete a guidare il Grande Gioco se non sarete capaci di giocarlo voi stesse con profonda e personale convinzione.
Io vi lascio per questo: perché da un seme vecchio nasca una pianta nuova, più ricca di frutti.
E l'ultimo consiglio pratico che vi posso dare è questo: rileggete attentamente le Norme Direttive di Branca e lo Scoutismo per ragazzi; vi accorgerete che ci sono molte cose che si possono far meglio.
Avrei voluto farlo io, ma per me è tardi.
Buona Strada
Anna Maria Feder
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