Il
KAMBUSIERE deve essere un capo: si
sottovalutano spesso le funzioni importantissime di questo personaggio
relegandolo al ruolo di facchino o sguattero.
Egli
è, invece, il coordinatore di tutti i “servizi”, il fratello maggiore che con
intelligenza, tatto e stile, aiuta e consiglia, educando senza dare
nell’occhio, all’economia, alla pulizia, razionalità, ordine.
Un
buon KAMBUSIERE curerà la
distribuzione dei viveri rispettando i tempi fissati dal Capo per le varie
attività. Sarà suo compito educare i lupetti/coccinelle, scout/guide,
all’intendenza delle loro mansioni. In ogni caso teniamo presente che non è mai
consentito sprecare alcunché, mai. Siamo vigilanti affinché neanche una
briciola che il Signore ci dona vada dispersa.
Una
Kambusa che funziona male penalizza
l’intera attività di un campo o di un accantonamento.
I
rifornimenti che non arrivano, la
mancanza di particolari viveri proprio quando sarebbero necessari, gli orari di
pranzo e cena non osservati, la legna che manca o che non è asciutta, ecc.ecc…
sono inconvenienti che creano disagi enormi.
Una
presenza RAZIONALE, CALMA (non lenta) ed INTELLIGENTE deve caratterizzare il KAMBUSIERE :egli pretenderà soprattutto
da se stesso il massimo stile nell’organizzare e gestire la Kambusa, indipendentemente dalla
branca, maschile o femminile, in cui serve.
Non
per niente i migliori Kambusieri sono
quasi sempre degli ex-Capi Unità, che si rapportano ai ragazzi come educatori e
curano l’alimentazione:
1.
finalizzandola al variare delle attività, per non
scompensare i ragazzi nelle calorie
2.
come mezzo educativo, che abitua all’uguaglianza,
allo spirito d’adattamento ecc….
Sia
quindi chiaro che il KAMBUSIERE non
è un semplice pizzicagnolo, ma ha una grande responsabilità come capo:
lo si tenga presente sempre, curando lo stile a 360°; dalla pulizia all’ordine,
fino al linguaggio coi ragazzi.
Cercheremo
di affrontare tutti i possibili aspetti di questo servizio, suddividendo il
manuale in due parti:
la
prima, di carattere generale tratterà di:
Ü
dietologia e alimentazione
la
seconda, suddivisa per tranche, affronterà in dettaglio la
Ü
corretta gestione della Kambusa.
DIETOLOGIA E ALIMENTAZIONE di
(VASCON Moreno)
CHE COS’E’ LA CORRETTA
ALIMENTAZIONE?
E’
evidente che questo appunto di B.P. non dà una risposta esauriente al quesito,
pur fornendocene una nozione di base.
Come
educatori dobbiamo rilevare però, che l’argomento è importante: non è stato
trascurato da B.P. e non potremo, a nostra volta trascurarlo.
Per
trattare tutto ciò che concerne gli alimenti, dalla loro produzione alla loro
assunzione è nata abbastanza recentemente una scienza detta appunto Scienza
della alimentazione. Non è nostra intenzione dare alla stampa un trattato, ma
per provvedere ad un’alimentazione equilibrata bisogna saper variare la qualità
e saper valutare la quantità di cibi in modo da assicurarsi tutti i principi
nutritivi. Pertanto, per sapersi muovere con naturalezza nel campo
nutrizionale, è importante conoscere qualche nozione d’alimentazione.
E’
certamente scontato che salute ed alimentazione sono strettamente collegate.
Una
dieta razionale aumenta la resistenza dell’organismo e consente di mantenere il
più a lungo possibile l’efficienza fisica e intellettuale, al contrario,
un’alimentazione sbagliata (sia essa insufficiente, eccessiva o non
equilibrata), mina la resistenza dell’organismo e predispone all’insorgenza di
malattie, a volte molto gravi.
In
qualsiasi tipo di dieta si devono rispettare alcuni punti fissi.
In
primo luogo una dieta deve soddisfare il fabbisogno energetico dell’organismo.
Cioè l’entità dei rifornimenti energetici deve essere stabilita in base
all’energia che l’individuo consuma. Tale fabbisogno è legato alle condizioni e
alle abitudini di vita del soggetto.
Nel
fissare una dieta si intuisce quindi quanta importanza si debba attribuire
all’attività, all’età e al sesso dell’individuo: un soggetto che svolge che
svolge un lavoro pesante, un organismo in fase di accrescimento hanno
evidentemente bisogno di un apporto alimentare maggiore di quello di un anziano
o di una persona che fa vita prevalentemente sedentaria.
Tutto
ciò appare più chiaro se si vanno a veder le tabelle 1 e 2.
Nella
tabella 1 , si legge che per pelare patate il nostro organismo consuma 120
calorie l’ora, mentre per nuotare ne consuma 400.
Il
fabbisogno è espresso per mezzo di un’unità di misura appositamente creata: la caloria e il valore nutritivo di
ciascun alimento è in relazione alle calorie che esso sviluppa (per definizione
la caloria o meglio la Kilocaloria è la quantità di calore necessaria per
portare 1 Kg. d’acqua dalla temperatura di 14,5°C a quella di 15,5°C).
QUANTA ENERGIA SI UTILIZZA IN UN’ORA PER:
STUDIARE ........................................ “
SUONARE STRUMENTI MUSICALI ...................... “
STIRARE ......................................... “
PELARE PATATE ................................... “
CAMMINARE ....................................... 150 CALORIE
PING – PONG ..................................... 300 CALORIE
PALLAVOLO ....................................... “
SCIARE ( DISCESA) ............................... “
GIOCARE A TENNIS ................................ “
FARE ATLETICA ................................... 350 CALORIE
GIOCARE A CALCIO ................................ “
GIOCARE A PALLACANESTRO ......................... “
ANDARE IN BICICLETTA ............................ “
RIFARE I LETTI .................................. “
PULIRE I PAVIMENTI .............................. “
NUOTARE ......................................... 400 CALORIE
CORRERE PER I CAMPI ............................. “
TABELLA FABBISOGNO
ENERGETICO
DAI 9
AI 18 ANNI DI ETA’
ETA’ |
MASCHI |
FEMMINE |
||
|
PESO
KG |
CALORIE |
PESO
KG |
CALORIE |
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 |
29 33 37 41 44 51 57 61 67 67 |
2.117 2.178 2.257 2.296 2.376 2.550 2.679 2.745 2.948 3.015 |
29 34 38 42 47 51 55 56 56 55 |
1.798 1.938 1.976 2.016 2.068 2.142 2.200 2.184 2.184 2.200 |
Nella
tabella 2 (sopra indicata) sono riportati invece i fabbisogni di calorie
quotidiani medi per bambini e ragazzi di ambo i sessi tra i 1 e 18 anni, di
altezza e peso nella norma.
Questa
è una tabella indicativa in cui si considera che ciascun gruppo di ragazzi
della stessa età abbia anche la stessa quantità di spesa energetica.
E’
importante sapere anche che alimenti hanno caratteristiche nutrizionali diverse
e che non forniscono la stessa quantità di calorie: ciò è dovuto al loro
diverso contenuto in principi nutritivi cioè proteine, zuccheri, grassi,
vitamine, sali minerali e acqua.
Ma
vediamoli uno ad uno questi principi nutritivi.
J
Le
proteine o protidi
hanno
una fondamentale funzione plastica, cioè contribuiscono a formare, far
crescere, mantenere e ripara i tessuti del nostro corpo. Le proteine sono
costituite da aminoacidi, molecole formate da carbonio, idrogeno, ossigeno,
azoto a cui talvolta si uniscono ferro, fosforo, zolfo e altri elementi
chimici. Gli aminoacidi necessari all’organismo sono 20.
Gli
alimenti più ricchi di proteine sono di origine animale: carne, pesce, uova,
latte e derivati: ma esse abbondano anche nei legumi e nei cereali.
La
differenza tra proteine animali e vegetali è che quelle animali sono più
“complete” più vicine alle proteine umane e perciò si dicono ad alto “valore
biologico” o “nobili”.
Le proteine vegetali, comunque non sono da
sottovalutare: in particolare quelle dei
legumi secchi sono quasi a livelli nutritivi di quelle animali. Tutte le
proteine, oltre alla funzione plastica, forniscono 4 calorie per grammo e in
una corretta alimentazione dovrebbe fornire il 10% del nostro fabbisogno totale
di energia.
J
ZUCCHERI O CARBOIDRATI
o
glucidi (parola che deriva dal greco e significa “sostanze dolci”). Sono
abbondanti nella frutta, nei cereali, nella pasta, nel pane. Hanno
l’importantissima funzione di fornire l’energia di pronto utilizzo che serve
per camminare, giocare, studiare, lavorare…
Essi
sono dunque un prezioso dono che ci viene fatto quasi esclusivamente dal regno
vegetale. Un grammo di glucide fornisce 4 calorie e sempre in una alimentazione
corretta, i glucidi dovrebbero fornisce il 60% del fabbisogno energetico.
J
LIPIDI O GRASSI
Sono
costituiti da molecole di glicerina a cui sono legati degli acidi grassi. Questi
acidi grassi possono essere saturi o insaturi e questa classificazione è
importante dal punto di vista nutrizionale poiché dalla saturazione degli acidi
grassi che li accompagnano dipendono le caratteristiche nutrizionali dei
lipidi. Quelli che contengono soprattutto acidi grassi saturi sono solidi, li
trovano negli alimenti animali (burro, ardo, strutto) e non danno luogo a
sostanze tossiche quando vengono riscaldati, ma possono favorire alcune
malattie dell’apparato cardiocircolatorio.
Quelli
con acidi grassi insaturi sono liquidi e di origine vegetale: i monoinsaturi,
come l’olio di oliva, che non danno particolari problemi a forti temperature,
né minacciano cuore e arterie; i polinsaturi come l’olio di semi, aiutano il
buon mantenimento della circolazione sanguigna, ma diventano nocivi se
riscaldati troppo o per molto tempo. La loro principale funzione è energetica,
un grammo di lipidi ci dà 9 calorie che intervengono per il 30% del fabbisogno
energetico, naturalmente in una sana dieta. Inoltre hanno un ruolo plastico
essendo componenti della cellula e svolgono anche altre funzioni.
J
LE VITAMINE
Come
dice il loro nome, sono sostanze indispensabili per la vita dell’organismo
poiché svolgono molte e importantissime funzioni. oltre che con il nome scientifico
vengono indicate con alcune lettere dell’alfabeto. Sono presenti nei cibi in
piccolissime quantità e perdono quasi completamente la loro proprietà se
esposte alla luce del sole o al calore. Non forniscono direttamente energia, ma
partecipano ai meccanismi per l’utilizzo della stessa.
J
ELEMENTI MINERALI
Sono
altrettanto importanti per la vita, basti pensare al calcio presente in
quantità notevole: in un bambino di 30 Kg. ve ne è ½ Kg.
J
L’ACQUA
Costituisce
quasi il 65% del corpo umano. Il fabbisogno idrico giornaliero varia tra i 2
litri e i 2 ½. Occorre tenere presente che non si procura l’acqua all’organismo
soltanto bevendola, ma anche tramite i cibi solidi.
Protidi, glucidi, lipidi
vitamine, elementi minerali ed acqua sono dunque i “principi nutritivi” che
ogni giorno dobbiamo assicurarci nella giusta quantità attraverso
l’alimentazione.
Poiché
non esiste un “alimento completo” che li contenga tutti, dobbiamo variare la
scelta dei cibi in modo da procurarci in maniera adeguata tutto ciò che ci necessita, ed il primo gradino per
“costruire” la nostra alimentazione equilibrata è conoscere quali principi
nutritivi contiene ciascun elemento.
Proprio
in base ai loro principali contenuti, e alle abitudini alimentari del nostro
paese, i cibi sono stati suddivisi in questi gruppi:
1°
gruppo |
carne,
pesce, uova |
fornisce
prevalentemente protidi, minerali e vitamine del gruppo B |
2°
gruppo |
latte
e derivati |
contiene
soprattutto protidi, vitamine del
gruppo B ed è la principale fonte di calcio |
3°
gruppo |
cereali
e derivati |
è
fonte di glucidi (amido) e dà anche vitamine
del gruppo B e proteine |
4°
gruppo |
legumi
secchi |
dà
protidi, minerali e fibra |
5°
gruppo |
grassi
da condimento |
fornisce
lipidi |
6°
gruppo |
frutta
e ortaggi |
importante
fonte di vitamina A e C, ma anche di
fibra. |
La
tabella 3 (qui di seguito) riassume alcune caratteristiche nutrizionali di
quelli che sono gli alimenti più comuni.
Un
altro fattore da non sottovalutare è la digeribilità: la dieta deve essere
composta di alimenti digeribili e assimilabili: In linea generale ricordiamo
che sono di gran lunga più digeribili le proteine animali di quelle vegetali:
gli zuccheri sono assimilabili quasi completamente (fa eccezione la cellulosa
che però è indispensabile, perché esplica una funzione precisa
nell’alimentazione: fa massa nell’intestino, favorendo le contrazioni
intestinali e quindi l’espulsione delle feci); per quanto riguarda i grassi è
ottima la digeribilità degli oli non fritti, del burro e della margarina, meno
buona quella del lardo, scarsa quella del grasso di bue. In generale quindi
vale il principio che i grassi vegetali sono più digeribili di quelli animali.
TABELLA 3 - Fg. 1°
ALIMENTO |
UMIDITA’ |
SALI |
PROTEINE |
GRASSI |
ZUCCHERI |
VITAMINE |
CALORIE |
X 100 gr |
|||||||
|
|||||||
Pane bianco |
35. 9 |
1. 3 |
8.5 |
2 |
52 |
A B1 |
266 |
Pasta Riso brillato Carne cavallo Coniglio |
11 12. 3 75 70. 5 |
0. 7 0. 4 1 1 |
13 7. 6 21 20. 9 |
1.4 0.3 1.5 7.6 |
73. 5 79. 2 2 |
B1 B1 B2 B1 B2 |
366 352 102 184 |
Maiale |
42 |
0. 6 |
19. 9 |
43 |
|
A B1 B2 |
260 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Manzo (magro) |
60 |
0. 9 |
22 |
22 |
|
B1 B2 E |
119 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Pesce |
74 |
1. 5 |
20 |
1 - 4. 5 |
|
B1 B2 |
90 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Pollo |
72. 5 |
1. 2 |
13. 3 |
3. 2 |
|
B1 B2 |
111 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Vitello |
68 |
1 |
19. 1 |
12 |
|
B1 B2 |
149 |
Fegato vitello Uova gallina |
70. 1 74 |
1.
4 1 |
20 12. 8 |
5. 1 11. 5 |
2.
4 0. 7 |
AB1 B2C F P A B1 B2 D1 E |
127 159 |
TABELLA 2 - Fg. 2°
ALIMENTO |
UMIDITA’ |
SALI |
PROTEINE |
GRASSI |
ZUCCHERI |
VITAMINE |
CALORIE |
X 100 gr |
|||||||
|
|||||||
Burro |
15.5 |
2.5 |
0.6 |
81 |
0.4 |
A D E |
795 |
Olio di oliva Latte fresco Form. Grasso molle Form. Grasso duro |
87.6 34 34 |
0.7 3.1 3.7 |
4.5 25.9 28. 6 |
99 3.9 33.7 31.3 |
4.9 0.4 0.9 |
A B A B1 B2 A1 B1 A B2 |
900 36.4 473 443 |
Lattuga |
94.8 |
0.9 |
1.7 |
0.2 |
2.3 |
A B1 B2 C D |
19 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Pomodori |
94.1 |
0.6 |
1 |
0.3 |
|
A B1 B2 C K |
23 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Fagioli secchi |
11.2 |
5.5 |
23.5 |
2.4 |
48.2 |
A B1 B2 E |
316 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Lenticchie secche |
11.2 |
5.2 |
24.7 |
1 |
56.6 |
A B1 B2 E |
357 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Arance |
87.2 |
0.5 |
0.9 |
0.2 |
10.6 |
A B1 B2 C |
52 |
Mele Pere Uva |
84.1 82.7 81.9 |
0.3 0.4 0.4 |
0.3 0.7 1.4 |
0.4 0.4 1.4 |
13.9 14.4 14.4 |
A B1 B2 C A B1 B2
C A B C
|
63 65 100 |
Un
altro principio da tenere presente nello stabilire la composizione qualitativa
di una dieta è di evitare la monotonia, perché cibi sempre uguali, preparati o
presentati nello stesso modo, a lungo andare provocano una pericolosa
inappetenza.
Un
aiuto notevole nel realizzare un’alimentazione sufficientemente variata è
fornito dalla cottura, che consentendo di preparare una infinità di cibi
diversi offre una grande possibilità di scelta (oltre ad avere la funzione di
sterilizzare gli alimenti e di indurre la formazione di sostanze aromatiche che
li rendono più gustosi). Inoltre sottoposti a cottura i cibi subiscono
trasformazioni che modificano la loro digeribilità.
Tutte
le proteine diventano più digeribili, anche la digeribilità degli zuccheri
aumenta in seguito alla cottura. I grassi invece, sottoposti ad alte
temperature, diventano meno digeribili. In linea di massima è bene che i grassi
usati come condimento, siano aggiunti alla fine della cottura. Per maggiore
pratica, passiamo in rassegna i cibi
che entrano nella nostra dieta con maggiore frequenza, fornendo qualche
precisazione sulla loro digeribilità e
sulle modificazioni indotte dalla cottura.
J
CARNE
La
carne più digeribile è quella di coniglio seguono poi le carni di bue, di
piccione, di pollo, di vitello, (a condizione che non siano grasse); il maiale,
l’oca, l’anatra, forniscono carni meno facilmente digeribili.
Tra
i vari sistemi di cottura, la bollitura è quella che fa perdere alla carne la
maggiore quantità di sostanze, cedendole al liquido di cottura anche se si ha
l’accortezza di immergere la carne nell’acqua già bollente.
Non
per niente, un brodo di carne magari con l’aggiunta di pane, è un piatto molto
completo e quindi nutriente.
Per
conservare la carne più integra possibile bisogna cuocerla nella pentola a
pressione.
L’arrostimento
ha il pregio di conservare bene la carne perché induce la coagulazione delle
proteine superficiali, tuttavia la rende poco digeribile perché richiede
l’aggiunta di grassi.
Anche
la carne cotta alla griglia conserva tutti i principi nutritivi.
Si
evita, infatti la diffusione dei sali e delle vitamine dall’interno all’esterno
e il valore nutritivo della carne è costante. Comunque proprio per non smentire
le nostre origini carnivore la carne più digeribile in assoluto è quella cruda.
Una
curiosità: il consumo della carne in Italia non è molto elevato, il consumo
medio è di circa 58 Kg. all’anno pari a 160 gr. di carne il giorno. In Francia ne introducono
85 Kg. pro-capite all’anno e ancora più in Germania, Svezia, Olanda,
Austria, per non parlare dei paesi extraeuropei come Uruguay, Argentina, Nuova
Zelanda, Canada, Australia, Stati Uniti.
J
PESCI CROSTACEI MOLLUSCHI
La
digeribilità dei pesci è buona; fanno eccezione quelli molto grassi quali, per
esempio, il tonno, lo sgombro, il salmone, l’anguilla. Tra i magri ricordiamo
la sogliola, la trota. I crostacei e i molluschi sono, invece, poco digeribili.
Per la loro cottura vale quanto detto per la carne.
J
UOVA
Per
la digeribilità delle uova, purché siano fresche, è in complesso buona, bisogna
distinguere tra albume e tuorlo:
l’albume
è tanto più digeribile quanto è cotto;
il
tuorlo quanto più è crudo.
Quindi
il miglior sistema di cottura è quello detto al guscio, ossia alla “coque”.
J
PANE – PASTA – RISO
Sono
alimenti derivati dai cereali e non sono facilmente digeribili, la cottura,
ammorbidendo la pasta e il riso, li rende ben digeribili dagli enzimi
digestivi,. Un discorso particolare merita il fatto che le parti esterne dei
chicchi (glutine) vengono generalmente tolte prima della lavorazione per
ottenere un prodotto più raffinato. E’ meglio consumare alimenti confezionati
con cereali “integrali” proprio perché contengono cellulosa, che, come abbiamo
già detto, esercita un’influenza benefica sull’organismo.
J
ORTAGGI
In
complesso hanno una buona digeribilità. La bollitura comporta la perdita di
numerosi sali minerali e la distruzione delle vitamine; quest’ultimo
inconveniente si può ridurre immergendo
le verdure in acqua già bollente. Il sistema migliore di cottura è
senz’altro quello a vapore.
Anche
la cottura in padella conserva i principi nutritivi, presenta però
l’inconveniente di richiedere l’uso di grassi. Qualsiasi sia il sistema di
cottura adottato, le verdure devono essere consumate appena cotte, perché le
vitamine vanno perdute con il passare del tempo (le patate, ad esempio,
mezz’ora dopo la cottura ne contengono solo il 10%).
J
FRUTTA
La
digeribilità è molto variabile : l’uva è uno dei frutti più digeribili, la
banana è digeribile, meno digeribili sono le pesche, le prugne, le albicocche,
le ciliegie, decisamente poco digeribili i fichi e la frutta secca.
Frutta
ed ortaggi si sa, rappresentano una grandissima varietà di alimenti
estremamente diversi tra loro a causa delle differenti parti della pianta da
cui provengono, ma accomunati dall’elevato contenuto d’acqua, di vitamine, di
sali minerali e, spesso, di fibra. Ricordando, quindi, la caratteristica delle
vitamine di alterarsi facilmente alla luce e al calore e quella dei sali
minerali di essere solubili nell’acqua, vi proponiamo le seguenti regole, per
non danneggiare il valore nutritivo di frutta e verdura:
!
- lavare accuratamente gli alimenti di questo gruppo
sia per mangiarli crudi, sia prima di cuocerli, senza però lasciarli a bagno
troppo a lungo
!
- sbucciarli, pulirli, tagliarli a pezzetti poco
tempo prima di mangiarli crudi o di cuocerli
!
- cuocerli in poca acqua e per poco tempo
!
- utilizzare l’acqua per preparare minestre.
J
LATTE E DERIVATI
Latte,
formaggi magri (mozzarelle, stracchino ecc. ecc.) yogurt sono tutti alimenti
con digeribilità buona; formaggi grassi e fermentati (grana, gorgonzola, ecc.
ecc.) invece, hanno una digeribilità decisamente scarsa. Il latte in commercio
è già stato accuratamente privato dei microrganismi che contiene quando viene
munto e quindi non è necessario bollirlo per sterilizzarlo; anzi portandolo ad
alte temperature ne danneggeremmo il valore nutritivo alterando alcune delle
sue proteine.
CONSIGLI PRATICI
Un
discorso a parte meritano alcuni gruppi di alimenti ; come biscotti, caramelle,
dolci, cioccolatini, gelati, merendine: Questi sono alimenti difficilmente
“catalogabili” perché confezionati industrialmente con ingredienti diversi da
caso a caso. Meglio quindi limitare l’uso di questi prodotti, così come di
patatine in sacchetto, focaccine e snack salati, ricchi di grassi e di sale.
Un
altro gruppo di alimenti da consumare con moderazione è quello delle bevande
alcoliche che giustamente rientrano nella denominazione di alimento poiché
anch’esse forniscono energie. Purtroppo il loro consumo è diffuso non soltanto
negli adulti, ma anche negli adolescenti con il duplice danno di alterare il
delicato equilibrio biologico di un organismo in crescita e di abituare fin da
piccoli all’uso di bevande, di cui a lungo andare è facile abusare con le
conseguenze devastanti che ben conosciamo.
Un
altro fattore da non sottovalutare è la conservazione degli alimenti.
Infatti
gli alimenti possono anche essere portatori di sostanze nocive all’organismo
umano. Lo possono fare secondo due modalità:
1.
c’è il rischio che gli alimenti contengano
microrganismi patogeni (batteri) oppure sostanze tossiche da essi elaborate e
allora si parlerà rispettivamente di infezioni e tossinfezioni alimentari;
2.
gli alimenti possono essere essi stessi produttori
di sostanze venefiche e allora si parlerà di avvelenamenti alimentari.
Le
tossinfezioni si manifestano con una patologia abbastanza comune e cioè
l’interessamento acuto del tratto gastro-intestinale. Le più comuni sono: la
tossinfezione stafilococcica, della quale è responsabile una enterotossina
elaborata dallo stafilicocco stesso, e presente in particolari alimenti, quali
le creme per pasticceria, i gelati, le carni triturate. In particolare nelle
stagioni calde. I sintomi insorgono qualche ora dopo l’ingestione del cibo
contaminato, e si manifestano sotto forma di conati di vomito e successivamente
diarrea. Il decorso è estremamente benigno non prolungandosi più di due o tre
giorni. Un’altra tossinfezione frequente è la salmonellosi imputabile a batteri
del genere salmonella. In questo caso i cibi attaccati sono soprattutto quelli
di origine animale, i pesci, le uova di anatra, ma anche tutti i preparati di
gelateria e pasticceria. La tossinfezione più pericolosa è comunque
rappresentata dal botulismo, dove l’azione dannosa è svolta da un’esotossina
prodotta dal bacillo botulino.
Il
bacillo in causa e la sua tossina sono soprattutto presenti nelle carni
insaccate, nelle conserve alimentari, negli alimenti conservati sotto vuoto (attenzione ai vasi di scatolame gonfiati).
I
primi sintomi si manifestano entro due giorni dall’ingestione del cibo
inquinato e sono a carico dell’apparato digerente, con conati di vomito.
Successivamente compaiono disturbi a carico del sistema nervoso, con paralisi
progressiva che può condurre alla morte per paralisi cardiaca e respiratoria.
Gli avvelenamenti alimentari sono invece dovuti a sostanze tossiche già
contenute negli alimenti stessi e non elaborate da microrganismi. Le intossicazioni
più note sono quelle legate alla ingestione di funghi, ma esistono anche
avvelenamenti dovuti all’aggiunta scorretta di sostanze nocive agli alimenti,
ad esempio i pesticidi e gli antiparassitari.
Per
concludere questo argomento Vi proponiamo una tabella dove troverete dei
consigli pratici per come conservare correttamente alcuni alimenti di uso
comune: Si intende comunque che tutti gli alimenti devono essere conservati
lontano da fonti inquinanti (sostanze velenose) al riparo da agenti atmosferici
come l’umidità, l’eccessivo calore e inaccessibili ad animali ed insetti vari.
Fate
molta attenzione quando i cibi sono rimasti esposti all’aria. E’ preferibile
gettare via le cose incerte (scatolette a metà, latte, budino, ecc. ecc.). Non
conservare avanzi di tonno o pesce in genere. Non lasciare mai carne
all’aperto. Ricordarsi di pulire sempre bene i recipienti di cucina e farli ben
scolare. Nessuno si è mai ammalato perché le pentole erano… troppo pulite. Usate pure senza discrezione o paura la
vecchia tecnica del lancio delle pentole al momento del ritiro dei viveri se
non vi sembrano pulite.
Abbiamo
quindi parlato di dieta bilanciata dal punto di vista calorico, di dieta
soddisfacente anche dal punto di vista qualitativo della digeribilità dei
singoli alimenti, delle modificazioni che essi subiscono con la cottura e di
quali pericoli possono essere portatori se male conservati.
A
questo punto pensiamo di aver risposto,
almeno in parte a CHE COS’E’ LA CORRETTA
ALIMENTAZIONE. In termini molto, ma molto semplici possiamo riassumere il
tutto con un principio fondamentale “non basta mangiare occorre saper
mangiare”. A voi quindi e … BUON APPETITO.