INTRODUZIONE

 

 

Il KAMBUSIERE deve essere un capo: si sottovalutano spesso le funzioni importantissime di questo personaggio relegandolo al ruolo di facchino o sguattero.

Egli è, invece, il coordinatore di tutti i “servizi”, il fratello maggiore che con intelligenza, tatto e stile, aiuta e consiglia, educando senza dare nell’occhio, all’economia, alla pulizia, razionalità, ordine.

Un buon KAMBUSIERE curerà la distribuzione dei viveri rispettando i tempi fissati dal Capo per le varie attività. Sarà suo compito educare i lupetti/coccinelle, scout/guide, all’intendenza delle loro mansioni. In ogni caso teniamo presente che non è mai consentito sprecare alcunché, mai. Siamo vigilanti affinché neanche una briciola che il Signore ci dona vada dispersa.

Una Kambusa che funziona male penalizza l’intera attività di un campo o di un accantonamento.

I rifornimenti  che non arrivano, la mancanza di particolari viveri proprio quando sarebbero necessari, gli orari di pranzo e cena non osservati, la legna che manca o che non è asciutta, ecc.ecc… sono inconvenienti che creano disagi enormi.

Una presenza RAZIONALE, CALMA (non lenta) ed INTELLIGENTE deve caratterizzare il KAMBUSIERE :egli pretenderà soprattutto da se stesso il massimo stile nell’organizzare e gestire la Kambusa, indipendentemente dalla branca, maschile o femminile, in cui serve.

Non per niente i migliori Kambusieri sono quasi sempre degli ex-Capi Unità, che si rapportano ai ragazzi come educatori e curano l’alimentazione:

1.                     finalizzandola al variare delle attività, per non scompensare i ragazzi nelle calorie

2.                     come mezzo educativo, che abitua all’uguaglianza, allo spirito d’adattamento ecc….

Sia quindi chiaro che il KAMBUSIERE non è un semplice pizzicagnolo, ma ha una grande responsabilità come capo: lo si tenga presente sempre, curando lo stile a 360°; dalla pulizia all’ordine, fino al linguaggio coi ragazzi.

Cercheremo di affrontare tutti i possibili aspetti di questo servizio, suddividendo il manuale in due parti:

la prima, di carattere generale tratterà di:

Ü                      dietologia e alimentazione

la seconda, suddivisa per tranche, affronterà in dettaglio la

Ü                      corretta gestione della Kambusa.

 

 



DIETOLOGIA E ALIMENTAZIONE                       di  (VASCON  Moreno)

 


 

CHE COS’E’ LA CORRETTA ALIMENTAZIONE?

 

 

“L’alimentazione è d’estrema importanza per il ragazzo in sviluppo; eppure vi è una grande ignoranza in proposito da parte dei genitori e per conseguenza da parte dei ragazzi.

E’ utile che il Capo ne sappi a qualcosa, dal momento che ciò riguarda l’energia e la salute dei suoi ragazzi, particolarmente al campo.

Per ciò che concerne la quantità di calorie, un ragazzo tra i 13 e i 15 anni richiede circa l’80% del fabbisogno di un uomo.

Se però gli viene permesso ne manderebbe giù volentieri anche il 150% (B.P. – Libro dei Capi, Parte II; Salute e forza fisica).

E’ evidente che questo appunto di B.P. non dà una risposta esauriente al quesito, pur fornendocene una nozione di base.

Come educatori dobbiamo rilevare però, che l’argomento è importante: non è stato trascurato da B.P. e non potremo, a nostra volta trascurarlo.

Per trattare tutto ciò che concerne gli alimenti, dalla loro produzione alla loro assunzione è nata abbastanza recentemente una scienza detta appunto Scienza della alimentazione. Non è nostra intenzione dare alla stampa un trattato, ma per provvedere ad un’alimentazione equilibrata bisogna saper variare la qualità e saper valutare la quantità di cibi in modo da assicurarsi tutti i principi nutritivi. Pertanto, per sapersi muovere con naturalezza nel campo nutrizionale, è importante conoscere qualche nozione d’alimentazione.

E’ certamente scontato che salute ed alimentazione sono strettamente collegate.

Una dieta razionale aumenta la resistenza dell’organismo e consente di mantenere il più a lungo possibile l’efficienza fisica e intellettuale, al contrario, un’alimentazione sbagliata (sia essa insufficiente, eccessiva o non equilibrata), mina la resistenza dell’organismo e predispone all’insorgenza di malattie, a volte molto gravi.

In qualsiasi tipo di dieta si devono rispettare alcuni punti fissi.

In primo luogo una dieta deve soddisfare il fabbisogno energetico dell’organismo. Cioè l’entità dei rifornimenti energetici deve essere stabilita in base all’energia che l’individuo consuma. Tale fabbisogno è legato alle condizioni e alle abitudini di vita del soggetto.

Nel fissare una dieta si intuisce quindi quanta importanza si debba attribuire all’attività, all’età e al sesso dell’individuo: un soggetto che svolge che svolge un lavoro pesante, un organismo in fase di accrescimento hanno evidentemente bisogno di un apporto alimentare maggiore di quello di un anziano o di una persona che fa vita prevalentemente sedentaria.

Tutto ciò appare più chiaro se si vanno a veder le tabelle   1   e   2.

Nella tabella  1 , si legge che per pelare patate il nostro organismo consuma 120 calorie l’ora, mentre per nuotare ne consuma 400.

Il fabbisogno è espresso per mezzo di un’unità di misura appositamente creata: la caloria e il valore nutritivo di ciascun alimento è in relazione alle calorie che esso sviluppa (per definizione la caloria o meglio la Kilocaloria è la quantità di calore necessaria per portare 1 Kg. d’acqua dalla temperatura di 14,5°C a quella di 15,5°C).


 

TABELLA  1

 

 

QUANTA ENERGIA SI UTILIZZA IN UN’ORA PER:

 

DORMIRE .........................................   50 CALORIE

 

GIOCARE A MONOPOLI ..............................  120 CALORIE

STUDIARE ........................................         

SUONARE STRUMENTI MUSICALI ......................         

STIRARE .........................................         

PELARE PATATE ...................................         

 

CAMMINARE .......................................  150 CALORIE

 

PING – PONG .....................................  300 CALORIE

PALLAVOLO .......................................   

SCIARE ( DISCESA) ...............................   

GIOCARE A TENNIS ................................   

 

FARE ATLETICA ...................................  350 CALORIE

GIOCARE A CALCIO ................................   

GIOCARE A PALLACANESTRO .........................   

ANDARE IN BICICLETTA ............................   

RIFARE I LETTI ..................................   

PULIRE I PAVIMENTI ..............................   

 

NUOTARE .........................................  400 CALORIE

CORRERE PER I CAMPI .............................   

 

 


 

TABELLA  2

 

 

 

TABELLA FABBISOGNO ENERGETICO

DAI  9  AI  18  ANNI DI ETA’

 

 

 

ETA’

MASCHI

FEMMINE

 

PESO KG

CALORIE

PESO KG

CALORIE

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

29

33

37

41

44

51

57

61

67

67

2.117

2.178

2.257

2.296

2.376

2.550

2.679

2.745

2.948

3.015

29

34

38

42

47

51

55

56

56

55

1.798

1.938

1.976

2.016

2.068

2.142

2.200

2.184

2.184

2.200

 

 

Nella tabella 2 (sopra indicata) sono riportati invece i fabbisogni di calorie quotidiani medi per bambini e ragazzi di ambo i sessi tra i 1 e 18 anni, di altezza e peso nella norma.

Questa è una tabella indicativa in cui si considera che ciascun gruppo di ragazzi della stessa età abbia anche la stessa quantità di spesa energetica.

E’ importante sapere anche che alimenti hanno caratteristiche nutrizionali diverse e che non forniscono la stessa quantità di calorie: ciò è dovuto al loro diverso contenuto in principi nutritivi cioè proteine, zuccheri, grassi, vitamine, sali minerali e acqua.

 

Ma vediamoli uno ad uno questi principi nutritivi.

 

J                  Le proteine o protidi

 

hanno una fondamentale funzione plastica, cioè contribuiscono a formare, far crescere, mantenere e ripara i tessuti del nostro corpo. Le proteine sono costituite da aminoacidi, molecole formate da carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto a cui talvolta si uniscono ferro, fosforo, zolfo e altri elementi chimici. Gli aminoacidi necessari all’organismo sono 20.

Gli alimenti più ricchi di proteine sono di origine animale: carne, pesce, uova, latte e derivati: ma esse abbondano anche nei legumi e nei cereali.

La differenza tra proteine animali e vegetali è che quelle animali sono più “complete” più vicine alle proteine umane e perciò si dicono ad alto “valore biologico” o “nobili”.

Le proteine vegetali, comunque non sono da sottovalutare: in particolare quelle dei legumi secchi sono quasi a livelli nutritivi di quelle animali. Tutte le proteine, oltre alla funzione plastica, forniscono 4 calorie per grammo e in una corretta alimentazione dovrebbe fornire il 10% del nostro fabbisogno totale di energia.

 

J                   ZUCCHERI O CARBOIDRATI

 

 

o glucidi (parola che deriva dal greco e significa “sostanze dolci”). Sono abbondanti nella frutta, nei cereali, nella pasta, nel pane. Hanno l’importantissima funzione di fornire l’energia di pronto utilizzo che serve per camminare, giocare, studiare, lavorare…

Essi sono dunque un prezioso dono che ci viene fatto quasi esclusivamente dal regno vegetale. Un grammo di glucide fornisce 4 calorie e sempre in una alimentazione corretta, i glucidi dovrebbero fornisce il 60% del fabbisogno energetico.

 

J                   LIPIDI O GRASSI

 

Sono costituiti da molecole di glicerina a cui sono legati degli acidi grassi. Questi acidi grassi possono essere saturi o insaturi e questa classificazione è importante dal punto di vista nutrizionale poiché dalla saturazione degli acidi grassi che li accompagnano dipendono le caratteristiche nutrizionali dei lipidi. Quelli che contengono soprattutto acidi grassi saturi sono solidi, li trovano negli alimenti animali (burro, ardo, strutto) e non danno luogo a sostanze tossiche quando vengono riscaldati, ma possono favorire alcune malattie dell’apparato cardiocircolatorio.

Quelli con acidi grassi insaturi sono liquidi e di origine vegetale: i monoinsaturi, come l’olio di oliva, che non danno particolari problemi a forti temperature, né minacciano cuore e arterie; i polinsaturi come l’olio di semi, aiutano il buon mantenimento della circolazione sanguigna, ma diventano nocivi se riscaldati troppo o per molto tempo. La loro principale funzione è energetica, un grammo di lipidi ci dà 9 calorie che intervengono per il 30% del fabbisogno energetico, naturalmente in una sana dieta. Inoltre hanno un ruolo plastico essendo componenti della cellula e svolgono anche altre funzioni.


 

J                   LE VITAMINE

 

Come dice il loro nome, sono sostanze indispensabili per la vita dell’organismo poiché svolgono molte e importantissime funzioni. oltre che con il nome scientifico vengono indicate con alcune lettere dell’alfabeto. Sono presenti nei cibi in piccolissime quantità e perdono quasi completamente la loro proprietà se esposte alla luce del sole o al calore. Non forniscono direttamente energia, ma partecipano ai meccanismi per l’utilizzo della stessa.

 

J                   ELEMENTI MINERALI

 

Sono altrettanto importanti per la vita, basti pensare al calcio presente in quantità notevole: in un bambino di 30 Kg. ve ne è ½ Kg.

 

J                   L’ACQUA

 

Costituisce quasi il 65% del corpo umano. Il fabbisogno idrico giornaliero varia tra i 2 litri e i 2 ½. Occorre tenere presente che non si procura l’acqua all’organismo soltanto bevendola, ma anche tramite i cibi solidi.

 

Protidi, glucidi, lipidi vitamine, elementi minerali ed acqua sono dunque i “principi nutritivi” che ogni giorno dobbiamo assicurarci nella giusta quantità attraverso l’alimentazione.

 

Poiché non esiste un “alimento completo” che li contenga tutti, dobbiamo variare la scelta dei cibi in modo da procurarci in maniera  adeguata tutto ciò che ci necessita, ed il primo gradino per “costruire” la nostra alimentazione equilibrata è conoscere quali principi nutritivi contiene ciascun elemento.

Proprio in base ai loro principali contenuti, e alle abitudini alimentari del nostro paese, i cibi sono stati suddivisi in questi gruppi:

 

1° gruppo

carne, pesce, uova

fornisce prevalentemente protidi, minerali e vitamine del gruppo B

 

2° gruppo

latte e derivati

contiene soprattutto protidi, vitamine del gruppo B ed è la principale fonte di calcio

 

3° gruppo

cereali e derivati

è fonte di glucidi (amido) e dà anche vitamine del gruppo B e proteine

 

4° gruppo

legumi secchi

protidi, minerali e fibra

 

5° gruppo

grassi da condimento

fornisce lipidi

 

6° gruppo

frutta e ortaggi

importante fonte di vitamina A e C, ma anche di fibra.

 

 

 

La tabella 3 (qui di seguito) riassume alcune caratteristiche nutrizionali di quelli che sono gli alimenti più comuni.

Un altro fattore da non sottovalutare è la digeribilità: la dieta deve essere composta di alimenti digeribili e assimilabili: In linea generale ricordiamo che sono di gran lunga più digeribili le proteine animali di quelle vegetali: gli zuccheri sono assimilabili quasi completamente (fa eccezione la cellulosa che però è indispensabile, perché esplica una funzione precisa nell’alimentazione: fa massa nell’intestino, favorendo le contrazioni intestinali e quindi l’espulsione delle feci); per quanto riguarda i grassi è ottima la digeribilità degli oli non fritti, del burro e della margarina, meno buona quella del lardo, scarsa quella del grasso di bue. In generale quindi vale il principio che i grassi vegetali sono più digeribili di quelli animali.

 

 

 

TABELLA 3  - Fg. 1°

 

 

 

 

 

ALIMENTO

UMIDITA’

SALI

PROTEINE

GRASSI

ZUCCHERI

VITAMINE

CALORIE

X 100 gr

 

 

Pane bianco

 

35. 9

 

1. 3

 

8.5

 

2

 

52

 

A B1

 

266

 

Pasta

 

Riso brillato

 

Carne cavallo

 

Coniglio

 

11

 

12. 3

 

75

 

70. 5

 

0. 7

 

0. 4

 

1

 

1

 

13

 

7. 6

 

21

 

20. 9

 

1.4

 

0.3

 

1.5

 

7.6

 

73. 5

 

79. 2

 

2

 

B1

 

 

 

B1  B2

 

B1  B2

 

 

  366

 

  352

 

  102

 

  184

Maiale

42

0. 6

19. 9

43

 

A B1 B2

  260

 

 

 

 

 

 

 

 

Manzo (magro)

60

0. 9

22

22

 

B1 B2 E

   119

 

 

 

 

 

 

 

 

Pesce

74

1. 5

20

1 - 4. 5

 

B1  B2

    90

 

 

 

 

 

 

 

 

Pollo

72. 5

1. 2

13. 3

3. 2

 

B1  B2

   111

 

 

 

 

 

 

 

 

Vitello

68

 

1

 

19. 1

 

12

 

 

 

B1  B2

 

   149

 

Fegato vitello

 

Uova gallina

 

 

70. 1

 

74  

 

 

1.                     4

 

1

20

 

12. 8

 

 

5. 1

 

11. 5

2.                     4

 

0. 7

AB1 B2C F P

 

A B1 B2 D1 E 

   127

 

    159

 


 

TABELLA 2  - Fg. 2°

 

 

 

 

ALIMENTO

UMIDITA’

SALI

PROTEINE

GRASSI

ZUCCHERI

VITAMINE

CALORIE

X 100 gr

 

 

 

Burro

 

 

15.5

 

 

2.5

 

 

0.6

 

 

81

 

 

0.4

 

 

A  D  E

 

 

795

 

Olio di oliva

 

Latte fresco

 

Form. Grasso

molle

Form. Grasso

duro

 

 

 

87.6

 

34

 

34

 

 

 

0.7

 

3.1

 

3.7

 

 

 

 

 

4.5

 

25.9

 

28. 6

 

 

99

 

3.9

 

33.7

 

31.3

 

 

 

4.9

 

0.4

 

0.9

 

 

 

A  B

 

A B1 B2

 

A1  B1

 

A  B2

 

 

  900

 

    36.4

 

  473

 

  443

Lattuga

94.8

0.9

1.7

0.2

2.3

A B1 B2 C D

     19

 

 

 

 

 

 

 

 

Pomodori

94.1

0.6

1

0.3

 

A B1 B2 C K

     23

 

 

 

 

 

 

 

 

Fagioli secchi

11.2

5.5

23.5

2.4

48.2

A B1  B2  E

   316

 

 

 

 

 

 

 

 

Lenticchie secche

11.2

5.2

24.7

1

56.6

A B1  B2  E

   357

 

 

 

 

 

 

 

 

Arance

87.2

 

0.5

 

0.9

 

0.2

 

10.6

 

A B1  B2  C

 

     52

 

Mele

 

Pere

 

Uva

 

 

84.1

 

82.7

 

81.9

 

 

0.3

 

0.4

 

0.4

0.3

 

0.7

 

1.4

 

0.4

 

0.4

 

1.4

13.9

 

14.4

 

14.4

A  B1 B2  C

 

A  B1 B2  C

 

A  B  C  

     63

 

     65

 

   100

 


Un altro principio da tenere presente nello stabilire la composizione qualitativa di una dieta è di evitare la monotonia, perché cibi sempre uguali, preparati o presentati nello stesso modo, a lungo andare provocano una pericolosa inappetenza.

Un aiuto notevole nel realizzare un’alimentazione sufficientemente variata è fornito dalla cottura, che consentendo di preparare una infinità di cibi diversi offre una grande possibilità di scelta (oltre ad avere la funzione di sterilizzare gli alimenti e di indurre la formazione di sostanze aromatiche che li rendono più gustosi). Inoltre sottoposti a cottura i cibi subiscono trasformazioni che modificano la loro digeribilità.

Tutte le proteine diventano più digeribili, anche la digeribilità degli zuccheri aumenta in seguito alla cottura. I grassi invece, sottoposti ad alte temperature, diventano meno digeribili. In linea di massima è bene che i grassi usati come condimento, siano aggiunti alla fine della cottura. Per maggiore pratica, passiamo  in rassegna i cibi che entrano nella nostra dieta con maggiore frequenza, fornendo qualche precisazione  sulla loro digeribilità e sulle modificazioni indotte dalla cottura.

 

J                  CARNE

 

 

La carne più digeribile è quella di coniglio seguono poi le carni di bue, di piccione, di pollo, di vitello, (a condizione che non siano grasse); il maiale, l’oca, l’anatra, forniscono carni meno facilmente digeribili.

Tra i vari sistemi di cottura, la bollitura è quella che fa perdere alla carne la maggiore quantità di sostanze, cedendole al liquido di cottura anche se si ha l’accortezza di immergere la carne nell’acqua già bollente.

Non per niente, un brodo di carne magari con l’aggiunta di pane, è un piatto molto completo e quindi nutriente.

Per conservare la carne più integra possibile bisogna cuocerla nella pentola a pressione.

L’arrostimento ha il pregio di conservare bene la carne perché induce la coagulazione delle proteine superficiali, tuttavia la rende poco digeribile perché richiede l’aggiunta di grassi.

Anche la carne cotta alla griglia conserva tutti i principi nutritivi.

Si evita, infatti la diffusione dei sali e delle vitamine dall’interno all’esterno e il valore nutritivo della carne è costante. Comunque proprio per non smentire le nostre origini carnivore la carne più digeribile in assoluto è quella cruda.

Una curiosità: il consumo della carne in Italia non è molto elevato, il consumo medio è di circa 58 Kg. all’anno pari a 160 gr. di carne il  giorno. In Francia ne introducono 85 Kg. pro-capite all’anno e ancora più in Germania, Svezia, Olanda, Austria, per non parlare dei paesi extraeuropei come Uruguay, Argentina, Nuova Zelanda, Canada, Australia, Stati Uniti.

 

J                   PESCI CROSTACEI MOLLUSCHI

 

La digeribilità dei pesci è buona; fanno eccezione quelli molto grassi quali, per esempio, il tonno, lo sgombro, il salmone, l’anguilla. Tra i magri ricordiamo la sogliola, la trota. I crostacei e i molluschi sono, invece, poco digeribili. Per la loro cottura vale quanto detto per la carne.

 

J                   UOVA

 

Per la digeribilità delle uova, purché siano fresche, è in complesso buona, bisogna distinguere tra albume e tuorlo:

l’albume è tanto più digeribile quanto è cotto;

il tuorlo quanto più è crudo.

Quindi il miglior sistema di cottura è quello detto al guscio, ossia alla “coque”.

 

J                   PANE – PASTA – RISO

 

Sono alimenti derivati dai cereali e non sono facilmente digeribili, la cottura, ammorbidendo la pasta e il riso, li rende ben digeribili dagli enzimi digestivi,. Un discorso particolare merita il fatto che le parti esterne dei chicchi (glutine) vengono generalmente tolte prima della lavorazione per ottenere un prodotto più raffinato. E’ meglio consumare alimenti confezionati con cereali “integrali” proprio perché contengono cellulosa, che, come abbiamo già detto, esercita un’influenza benefica sull’organismo.

 

J                   ORTAGGI

 

 

In complesso hanno una buona digeribilità. La bollitura comporta la perdita di numerosi sali minerali e la distruzione delle vitamine; quest’ultimo inconveniente si può ridurre immergendo le verdure in acqua già bollente. Il sistema migliore di cottura è senz’altro quello a vapore.

Anche la cottura in padella conserva i principi nutritivi, presenta però l’inconveniente di richiedere l’uso di grassi. Qualsiasi sia il sistema di cottura adottato, le verdure devono essere consumate appena cotte, perché le vitamine vanno perdute con il passare del tempo (le patate, ad esempio, mezz’ora dopo la cottura ne contengono solo il 10%).


 

J                   FRUTTA

 

La digeribilità è molto variabile : l’uva è uno dei frutti più digeribili, la banana è digeribile, meno digeribili sono le pesche, le prugne, le albicocche, le ciliegie, decisamente poco digeribili i fichi e la frutta secca.

 

CONSIGLI PRATICI

 

Frutta ed ortaggi si sa, rappresentano una grandissima varietà di alimenti estremamente diversi tra loro a causa delle differenti parti della pianta da cui provengono, ma accomunati dall’elevato contenuto d’acqua, di vitamine, di sali minerali e, spesso, di fibra. Ricordando, quindi, la caratteristica delle vitamine di alterarsi facilmente alla luce e al calore e quella dei sali minerali di essere solubili nell’acqua, vi proponiamo le seguenti regole, per non danneggiare il valore nutritivo di frutta e verdura:

!             - lavare accuratamente gli alimenti di questo gruppo sia per mangiarli crudi, sia prima di cuocerli, senza però lasciarli a bagno troppo a lungo

!             - sbucciarli, pulirli, tagliarli a pezzetti poco tempo prima di mangiarli crudi o di cuocerli

!             - cuocerli in poca acqua e per poco tempo

!             - utilizzare l’acqua per preparare minestre.

 

J                   LATTE E DERIVATI

 

Latte, formaggi magri (mozzarelle, stracchino ecc. ecc.) yogurt sono tutti alimenti con digeribilità buona; formaggi grassi e fermentati (grana, gorgonzola, ecc. ecc.) invece, hanno una digeribilità decisamente scarsa. Il latte in commercio è già stato accuratamente privato dei microrganismi che contiene quando viene munto e quindi non è necessario bollirlo per sterilizzarlo; anzi portandolo ad alte temperature ne danneggeremmo il valore nutritivo alterando alcune delle sue proteine.

 

 

 

CONSIGLI PRATICI

 

Un discorso a parte meritano alcuni gruppi di alimenti ; come biscotti, caramelle, dolci, cioccolatini, gelati, merendine: Questi sono alimenti difficilmente “catalogabili” perché confezionati industrialmente con ingredienti diversi da caso a caso. Meglio quindi limitare l’uso di questi prodotti, così come di patatine in sacchetto, focaccine e snack salati, ricchi di grassi e di sale.

Un altro gruppo di alimenti da consumare con moderazione è quello delle bevande alcoliche che giustamente rientrano nella denominazione di alimento poiché anch’esse forniscono energie. Purtroppo il loro consumo è diffuso non soltanto negli adulti, ma anche negli adolescenti con il duplice danno di alterare il delicato equilibrio biologico di un organismo in crescita e di abituare fin da piccoli all’uso di bevande, di cui a lungo andare è facile abusare con le conseguenze devastanti che ben conosciamo.

 

Un altro fattore da non sottovalutare è la conservazione degli alimenti.

Infatti gli alimenti possono anche essere portatori di sostanze nocive all’organismo umano. Lo possono fare secondo due modalità:

1.                     c’è il rischio che gli alimenti contengano microrganismi patogeni (batteri) oppure sostanze tossiche da essi elaborate e allora si parlerà rispettivamente di infezioni e tossinfezioni alimentari;

2.                     gli alimenti possono essere essi stessi produttori di sostanze venefiche e allora si parlerà di avvelenamenti alimentari.

 

Le tossinfezioni si manifestano con una patologia abbastanza comune e cioè l’interessamento acuto del tratto gastro-intestinale. Le più comuni sono: la tossinfezione stafilococcica, della quale è responsabile una enterotossina elaborata dallo stafilicocco stesso, e presente in particolari alimenti, quali le creme per pasticceria, i gelati, le carni triturate. In particolare nelle stagioni calde. I sintomi insorgono qualche ora dopo l’ingestione del cibo contaminato, e si manifestano sotto forma di conati di vomito e successivamente diarrea. Il decorso è estremamente benigno non prolungandosi più di due o tre giorni. Un’altra tossinfezione frequente è la salmonellosi imputabile a batteri del genere salmonella. In questo caso i cibi attaccati sono soprattutto quelli di origine animale, i pesci, le uova di anatra, ma anche tutti i preparati di gelateria e pasticceria. La tossinfezione più pericolosa è comunque rappresentata dal botulismo, dove l’azione dannosa è svolta da un’esotossina prodotta dal bacillo botulino.

Il bacillo in causa e la sua tossina sono soprattutto presenti nelle carni insaccate, nelle conserve alimentari, negli alimenti conservati sotto vuoto (attenzione ai vasi  di scatolame gonfiati).

I primi sintomi si manifestano entro due giorni dall’ingestione del cibo inquinato e sono a carico dell’apparato digerente, con conati di vomito. Successivamente compaiono disturbi a carico del sistema nervoso, con paralisi progressiva che può condurre alla morte per paralisi cardiaca e respiratoria. Gli avvelenamenti alimentari sono invece dovuti a sostanze tossiche già contenute negli alimenti stessi e non elaborate da microrganismi. Le intossicazioni più note sono quelle legate alla ingestione di funghi, ma esistono anche avvelenamenti dovuti all’aggiunta scorretta di sostanze nocive agli alimenti, ad esempio i pesticidi e gli antiparassitari.

Per concludere questo argomento Vi proponiamo una tabella dove troverete dei consigli pratici per come conservare correttamente alcuni alimenti di uso comune: Si intende comunque che tutti gli alimenti devono essere conservati lontano da fonti inquinanti (sostanze velenose) al riparo da agenti atmosferici come l’umidità, l’eccessivo calore e inaccessibili ad animali ed insetti vari.

Fate molta attenzione quando i cibi sono rimasti esposti all’aria. E’ preferibile gettare via le cose incerte (scatolette a metà, latte, budino, ecc. ecc.). Non conservare avanzi di tonno o pesce in genere. Non lasciare mai carne all’aperto. Ricordarsi di pulire sempre bene i recipienti di cucina e farli ben scolare. Nessuno si è mai ammalato perché le pentole erano… troppo pulite. Usate pure senza discrezione o paura la vecchia tecnica del lancio delle pentole al momento del ritiro dei viveri se non vi sembrano pulite.

 

Abbiamo quindi parlato di dieta bilanciata dal punto di vista calorico, di dieta soddisfacente anche dal punto di vista qualitativo della digeribilità dei singoli alimenti, delle modificazioni che essi subiscono con la cottura e di quali pericoli possono essere portatori se male conservati.

 


A questo punto pensiamo di aver risposto, almeno in parte a CHE COS’E’ LA CORRETTA ALIMENTAZIONE. In termini molto, ma molto semplici possiamo riassumere il tutto con un principio fondamentale “non basta mangiare occorre saper mangiare”.   A voi quindi e … BUON APPETITO.


 


                         TABELLA RIEPILOGATIVA