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Anna Maria: un inno alla vita
Anna Maria Feder Piazza ha concluso martedì scorso la sua vita terrena, a 53 anni, dopo un lungo calvario di sofferenza che ha consumato il suo corpo ma purificato e impreziosito il suo spirito.
Anna Maria: fondatrice e guida dello scautismo femminile a Treviso, insegnante dalle singolari capacità pedagogiche, amica illuminante e stimolante del marito Checco nel suo itinerario artistico, donna sensibile e intraprendente nel cenacolo di preghiera che coltivava da anni (dove Parola di Dio e devozione, esperienza e ricerca spirituale si fondevano in sincerità di fede), amica accogliente e generosa che aveva trasformato la casa in una dimora dell'amicizia più cordiale, vera ed aperta, figlia matura della Chiesa sollecita ad ogni problema pastorale e ad ogni bisogno di carità.
Solo richiamare alla memoria commossa le innumerevoli direzioni, in stagioni vicine e lontane, in cui ella si è mossa, discretamente quanto tenacemente, lasciandosi coinvolgere e coinvolgendo, si avverte un senso di vertigine. Contemplazione silenziosa e catechesi attiva, apostolato parrocchiale, e guida associativa, solidarietà con gli ultimi e cooperazione missionaria, esperienze artistiche e professionalità educativa. Davvero una donna dai mille orizzonti, nella semplicità di un quotidiano vissuto in straordinaria intensità.
A chi è toccato in sorte - un privilegio - di entrare nella sua anima condotto per il sentiero dell'amicizia spirituale, sa che il suo zampillo freschissimo di vita era da lei coltivato ma in nulla trattenuto per sé. Come la foglia che al mattino offre al sole la goccia di rugiada raccolta nella notte; e sa, godendo e soffrendo, che non è per lei.
don Lino da «La Vita del Popolo» del 22 febbraio 1987
17 Febbraio 1987
Da cinquantatrè anni sei mesi tredici giorni ti cerco, Signore!
dolce abisso d'amore. E oggi, col buio negli occhi, la traccia, senza cercare, ho trovato, senza guardare.
E' là, sotto gli alberi vivi dell'orto che dorme, dimentico ormai dei profumi,
dei suoi smaglianti colori estivi. T'ho trovato; m'hai preso per mano.
T'ho mostrato il gazebofo, i viali, il giardino,
la mia casa, la città più lontano, sfumata nel nebbiar del mattino.
C'è a volte, a febbraio, un grigiore, ma non mai quello tristo novembrino
che ti dà malinconia. Mi ricordo ch'uscivo a cercar qualche tepore, a guardar sulla via,
lungo il fossato, se mai cespo di primule fosse sbocciato a segnar primavera. Ora,
ch'è calata la sera per sempre, per me, su tanti affetti, su queste cose care,
lasciati guardare, Signore, lasciati guardare!
L. Pianca
poesia del 20.02.1987
Riflessioni di Anna Maria
Ognuno di noi, nel profondo del suo essere, genera un messaggio, quasi una creatura viva, destinata ad un altro, che ha il compito di accoglierlo nel suo profondo, per generare un altro messaggio vivo a sua volta.
30 luglio 1986
L'amore di cui sono circondata è tanto e così grande che spesso provo rimorso di non riuscire a manifestare a tutti che si sbagliano nei
miei confronti, che non conoscono la povertà della mia anima, che
non valgo quanto mi credete. 2 settembre 1986
Vorrei un'illuminazione che desse slancio e gioia al mio amore per Dio, ma questa non è cosa che si possa avere se il Signore non la dona. Altro sollievo non ho che la convinzione che Dio sa quello che fa.
4 febbraio 1987
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