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		Camminando con CLAUDIO 
		E’ mattina, il cielo 
		è un po’ nuvoloso e sto percorrendo un sentiero nei boschi nei dintorni 
		di Danta di Cadore, luoghi dove sono stato spesso a funghi con Claudio 
		Favaretto.  
		Camminando, non posso non pensare a lui e i 
		pensieri vanno a ciò che Claudio è stato per me: fratello maggiore, 
		capo, un secondo padre avendo perso il mio quando avevo nove mesi… 
		Insomma è stato davvero un punto di riferimento, che ha accompagnato le 
		varie tappe della mia vita.  
		In famiglia Barbaro, Claudio è entrato da 
		Capo Riparto, fin dal 1961 quando veniva a parlare con mamma Armida di 
		mio fratello Gabriele, suo esploratore; io e gli altri miei fratelli, 
		Francesco e Fiorenzo, eravamo ancora piccoli.  
		Da quel momento, e negli 
		anni successivi, tutti noi abbiamo goduto della sua presenza, in quanto 
		tutti siamo passati per l’avventura dello scautismo.  
		Dal 1969, quando 
		sono diventato esploratore, Claudio è stato prima mio Capo Riparto, poi 
		Capo Clan, quando, nel 1974, ha fondato il Clan La Nuova Strada e, 
		sempre da Capo Clan, mi ha fatto la proposta di diventare capo Riparto 
		del San Pio X B. Infine, dal 1978 è stato mio Capo Gruppo, nel nuovo 
		Treviso 2°, in seguito della divisione del vecchio TV 2°. 
		 
		Negli anni successivi abbiamo continuato a 
		lavorare insieme in Associazione con vari ruoli in ambito associativo, 
		dal distretto alla Regione e al Nazionale. Il Rapporto è sempre stato 
		franco e leale: Claudio ha costantemente cercato di spronarmi nelle mie 
		scelte, senza forzature, ma credendo nelle mie capacità. 
		 
		Ricordo la sua frase incoraggiante: “Duro! Mi 
		raccomando!...” che mi ripeteva spesso, soprattutto nei momenti di 
		scoramento, che spesso incontra un capo nel suo servizio. 
		 
		Continuo la mia passeggiata e il profumo del 
		bosco mi riporta all’avventura scout vissuta all’aria aperta con 
		Claudio: “ ..Fu serena la vita fra le stelle e la verde pineta..!”
		
		
        
		Memorabili per me le uscite di Riparto e di 
		Alta Sq , i campi Estivi , i campi mobili di Clan, anche a livello 
		nazionale, La pasqua Ebraica e il campo di Servizio nel 1976 dopo il 
		Terremoto del Friuli.  
		“Castoro del Fiume”, questo il suo nome 
		caccia, programmava tutte le attività con passione e competenza, avendo 
		l’attenzione a cambiare sempre i luoghi, poiché credeva nella novità e 
		nel proporre momenti sempre nuovi ed esclusivi. La cura della vita 
		all’aria aperta era caratterizzata dal vivere bene ogni momento con 
		stile, con sobrietà, ma anche con ingegno, proponendo diverse soluzioni 
		per vivere bene all’aria aperta. Fra le sue invenzioni, non posso non 
		ricordare il Parascintille, utile strumento per ii campi mobili, che 
		permette di cucinare con fuoco a legna, mantenendo la sicurezza nel 
		bosco. Grazie a questa sua invenzione abbiamo superato diverse volte il 
		controllo delle Guardie Forestali!. “ Ara che robeta!” era la fiera 
		esclamazione quando ci presentava le sue novità per la vita all’aria 
		aperta.  
		L’incedere del passo mi porta a contemplare 
		un meraviglioso paesaggio: orme sulla neve, il volo di un falco 
		pellegrino, una chiesetta in mezzo al bosco, segno della religiosità 
		popolare di questi luoghi.  
		Con simpatia, continuando il ricordo di 
		Claudio, ripenso alla sua passione per la bellezza della natura, ma 
		anche per la Storia, per l’arte pittorica e architettonica, per il canto 
		e per le tradizioni popolari, tutti aspetti che sono stati 
		frequentemente oggetto delle sue ricerche, ma anche dei racconti che in 
		varie occasioni ci faceva.  
		Ma in questo paesaggio, nel silenzio del 
		bosco invernale, rotto solo da qualche leggero canto di uccelli 
		infreddoliti, più di tutto il mio pensiero va al canto, all’espressione 
		scout ed ai meravigliosi Fuochi di Bivacco, che Claudio ha condotto: “..tutti attorno al fuoco riposiamo un poco e cantiamo assieme le vecchie 
		canzon…” erano momenti semplici, ma di pura gioia, fatti di canti, 
		danze, bans e soprattutto canoni, che rappresentavano un punto notevole 
		della sua abilità espressiva.  
		Molti canti, creati da Francesco Piazza 
		detto Checco e pensati insieme a Claudio, son diventati pietre miliari 
		della tradizione canora scout ( “Canto del Clan la Nuova Strada”, “La 
		Ballata del Riparto di San Pio X”, “Canto dell’Euro Jam 1994”). A 
		Claudio devo anche la conoscenza di molte “cante”, popolari e non, ma 
		grazie a lui ho imparato anche a cercarne la storia.  
		Durante il recente 
		Lockdown ci divertivamo a sfidarci sulla conoscenza dei canti scout, 
		inviandoci l’un l’altro messaggi con pezzi di canti che poi l’altro 
		doveva proseguire.  
		La mia passeggiata in mezzo al bosco sta per 
		finire, poiché sto raggiungendo la strada che mi riporterà casa e con la 
		strada si chiude anche la mia “camminata con Claudio”. Mi viene 
		spontaneo guardare il cielo e ripensare al testo del Canto del Campo 
		dell’Allegro Trappeur del 1981, scritto in occasione del Ventennale del 
		Gruppo Treviso 2°, poiché è un canto che io ho sempre pensato collegato 
		perfettamente alla figura di Claudio:  
		 
		Vecchio Allegro Trappeur,  
		
		 
		
		proseguendo con ardor  
		
		 
		
		La traccia giusta hai segnato  
		
		 
		
		e l’esplorator incamminato.  
		
		 
		
        
		
		Uomo dei boschi  
		
		 
		
		la Natura conosci  
		
		 
		
		vivendo all’aria aperta  
		
		 
		
		ogni giorno hai insegnato a noi  
		
		 
		
		la tua nuova scoperta  
		
		 
		 
		
		A chi da vent’anni  
		
		 
		
		camminando va seguendo  
		
		 
		
		sul sentiero già tracciato  
		
		 
		
		iI messaggio dell’amor  
		
		 
		 
		
		Altri fratelli la traccia seguiran  
		
		 
		
		e la fiamma alta porteran  
		
		 
		
		altri scarponi passeran di qui  
		
		 
		
		e come allora canteran così.  
		
		 
		
		 
		Dai boschi alle radure  
		
		 
		
		dalle alte cime alle pianure  
		
		 
		
		canta sempre, allegro in cuor  
		
		 
		
		ecco il gioioso Esplorator. 
		 
		 
		La mia camminata si chiude con la gioia e la 
		felicità richiamata dal canto. Mentalmente saluto Claudio, con la frase 
		che chiudeva i nostri incontri: “Ti auguro una buona giornata di Campo!
		
		 
		 
		Buona Strada, Capo…” 
		 
		 
		Daino della valle    
		(Ale Barbaro)  
		  
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