Centro Studi e documentazione scout "don Ugo de Lucchi"

 

Intervista a Lucio Costantini

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che nel ’63 era un Novizio Rover nel Noviziato Cittadino di Udine. Anche Lucio fa parte del Masci, ha scritto un libro sul Metodo scout assieme alla moglie Rosalba, e collabora con le riviste Agesci e con Esperienze e Progetti del centro Studi Baden-Powell

Lucio, tu ci hai detto che arrivaste alle Colonie di Claut e Cimolais più tardi, quando lì vennero sfollati principalmente gli Ertani. E con voi c’erano anche delle scolte… cosa vi fu chiesto di fare?

 

 

 

I nostri furono essenzialmente compiti di assistenza nei confronti degli sfollati ospiti della colonia, una struttura funzionale, ariosa e dotata di tutta l’attrezzatura necessaria per rendere gradevole il soggiorno estivo dei giovani ospiti per i quali era stata progettata. Ci occupammo in particolare della pulizia e della disinfezione dell’ambiente, dal soggiorno alle camerate, ai bagni. Facemmo più volte il bucato lavando lenzuola e federe che dopo aver steso ad asciugare stiravamo. Servimmo gli ospiti a tavola e demmo una mano in cucina, sia nella preparazione dei pasti che nel lavaggio delle stoviglie. Aiutammo anche a farsi la doccia i ragazzi che provenivano dalla vicina colonia di Cimolais, priva di servizi con acqua calda.
Alcune cose mi colpirono molto: le persone a tavola consumavano i pasti con il capo chino, comunicando poco, come se fossero gravate da un dolore indicibile. Li pervadeva, così mi parve, una sorta di stupore muto. Noi cercavamo di affiancarli, di sostenerli con giovialità. Assistemmo a diverse scene strazianti, a pianti protratti, sconsolati. Ci colpì anche il senso di accoglienza, di ospitalità e di considerazione affettuosa manifestatici dagli abitanti di Claut, che indubbiamente avevano colto il significato del nostro spenderci per chi era in difficoltà.