
La frana vista dal paese di Casso
La frana che si staccò dalle pendici settentrionali dei Monte Toc aveva dimensioni gigantesche: con un fronte superiore a due chilometri, una larghezza di almeno 500 metri ed una altezza di circa 250, essa trasportò a valle oltre 270 milioni di
metri cubi di rocce e detriti.
Tale massa, se venisse asportata da 100 camion, calerebbe di 1 mm al giorno: a tali ritmi,
per rimuoverla tutta sarebbero necessari 7 secoli!
La frana aveva, oltre alle enormi dimensioni, anche una elevata velocità: avanzando a circa 100 km/ora, tale fu l'accelerazione che, in pochi secondi, risalì lungo il versante opposto per più di cento metri, sbarrando la valle e modificandola in maniera definitiva.
Al momento dei disastro, l'altezza dell'acqua in prossimità della diga era pari a 240 m e il serbatoio conteneva poco più di un terzo dell'invaso totale.
La forza d'urto della massa franata creò due ondate che si abbatterono una verso monte, spazzando i paesi lungo le rive dei lago e l'altra verso valle.
Quest'ultima superò lo sbarramento artificiale innalzandosi sopra di esso fino a lambire le case più basse dei paese di Casso, poste 240 m sopra la diga; si incanalò quindi nella stretta gola dei Vajont, acquistando sempre maggior velocità ed energia; all'uscita della gola, la massa d'acqua, alta 70 metri e con una velocità di circa 96 km/ora, si riversò nella valle dei Piave radendo al suolo il paese di Longarone ed alcuni villaggi vicini.
Le vittime di questo tragico disastro, avvenuto in meno di 5 minuti, furono 1909.