Gruppi di TV in attivitą:

La FEI ottiene il riconoscimento ufficiale da parte del Bureau International. Continua la vicenda fra la GIAC e l'ASCI, fra Gedda e Monass sul solito motivo del contendere circa l'appartenenza dell'ASCI alla più ampia organizzazione associativa della Gioventù Italiana di Azione Cattolica - GIAC. Nel settembre dell'anno in corso, durante l'elaborazione dello statuto definitivo dell'ASCI, arrivò una nuova sollecitazione al Consiglio Generale e al Commissariato Centrale affinchè fosse presa in considerazione un'adesione alla GIAC. Il presidente dell'ASCI, Osvaldo Monass, e il primo Assistente Ecclesiastico Centrale, don Sergio Pignedoli preferirono esprimere i loro pareri direttamente in Vaticano, dove trovarono grande comprensione in mons. Montini.

Nel mese di dicembre la CEI pubblicava sull'Osservatore Romano un comunicato in cui l'ASCI veniva definita associazione "coordinata" e non più "aderente" come negli accordi del 1924 e del 1944. Lo statuto promulgato nel 1948 recita all'articolo 9) "l'ASCI è una associazione autonoma e indipendente nella gerarchia, nel metodo e nella forma". Questa autonomia dall'Azione Cattolica non impedì lo sviluppo di una spiritualità scout e delle vocazioni al servizio sacerdotale.

Per la risistemazione della FIAT viene concluso un accordo col governo che garantirà commesse e l'afflusso di materie prime. Esiste un problema istituzionale, come riorganizzare lo stato, la sua forma e la sua costituzione. Sorgono, quindi, discussioni circa le elezioni e sul referendum tra repubblica e monarchia. Il nove di maggio Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto e si ritira in esilio in Egitto, è il tentativo della monarchia, compromessa con il fascismo, di assumere una nuova immagine. Il 2 Giugno si svolge il referendum istituzionale e le elezioni per l'Assemblea Costituente; i risultati del referendum sono:

Votanti
24.946.942
89,1%
Repubblica
12.717.923
54,3%
Monarchia
10.719.284
45,7%
Voti non validi
1.509.735
6,1%


Un ricorso contro i risultati rinvia la partenza di Umberto II dall'Italia che avverrà il 13 giugno, cinque giorni prima della pronuncia della Corte di Cassazione sul risultato definitivo del referendum in cui la forma repubblicana vince per meno di mezzo milione di voti.
Enrico De Nicola assume la carica di capo dello stato provvisorio che incarica nuovamente Alcide De Gasperi, dimissionario, a formare un nuovo governo.
Il 5 settembre, tra il cancelliere austriaco Karl Gruber e De Gasperi è concluso un accordo per l'autonomia dell'Alto Adige, rimaneva, frattanto, irrisolta la questione di Trieste e dei territori istriani.