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«Corro per la via dei tuoi comandamenti perché hai dilatato il mio cuore»
(Salmo 118,32)
Cara F....
mi riesce difficile andar oltre queste due parole perché troppe sono le cose che vorrei dirti e potrei dirti ma non sempre noi riusciamo a riassumere la nostra esperienza, la nostra sofferenza il nostro amore in pochi chiari concetti.
Tu ti trovi ora ad una svolta difficile della tua strada, e ti senti sola, forse più che sola perché non sai più neppure spiegarti chi sei tu, non ti dirò cose magnifiche, non voglio adoperare idee più grandi di noi, non ti voglio dire le cose che bisogna dire, le cose d'occasione ma solo quelle che ho diritto di dirti per averle patite e vissute, per averle scoperte lungo la strada.
Vorrei che tu potessi crederle come cose vere, non come parole vane. Ad un certo momento noi ci chiediamo: cos'è la vita perché come esseri umani noi abbiamo il diritto e il dovere di sapere che senso hanno le nostre azioni, la nostra sofferenza, la nostra gioia.
Varie sono le risposte degli uomini all'eterna domanda ma ce n'è una sola che risolve valorizza e chiarifica questo scorrere di ore, di giorni, di anni: la vita
è Servizio perché nel cuore di ogni uomo buono o cattivo che sia, stupido o geniale c'è prima di ogni altra cosa un immenso bisogno di amare e di essere amato. Soltanto nel servizio continuo, che è fatto di pazienza, di comprensione, di offerta e di sacrificio, soltanto nel Servizio che può essere umile e nascosto e grandioso ma che è sempre sublime noi risolviamo il problema del perché siamo venuti al mondo, perché possiamo rispondere con sicurezza: per amare, per comprendere e per salvare.
Come dalla chiara intelligenza e dalle forti mani di un uomo nascono le opere d'arte stupende, le scoperte, le costruzioni, nei nostri cuori e nelle nostre piccole mani di donne noi teniamo la forza più grande del mondo: l'Amore.
Noi abbiamo la possibilità di essere l'inesauribile fonte di gioia, di tenerezza e di pace, a noi è stato affidato il compito di essere il sorriso del mondo.
E' un diritto e a volte ci sembra più grande di noi, perché è frutto prima di tutto di rinuncia, di superamento, di controllo, che piova o faccia il sole, che la stanchezza o la ribellione, la delusione o la sconfitta si agitino nei nostri cuori, dobbiamo ricordarci che il nostro volto è fatto per il sorriso, le nostre mani sono fatte per accarezzare e perdonare, poiché se è vero che è affidato all'uomo il compito di addentrarsi ed esplorare le strade aperte o segrete dei mondi altrettanto è vero che a noi è affidato il compito di guidare e sorreggere, di rialzare e indicare, di educare insomma in tutti i sensi e in ogni ora della nostra vita. Solo così ha senso la nostra preparazione e il nostro scautismo, in una battaglia continua contro il nostro
«Io» ribelle e orgoglioso, contro il nostro mondo che si agita dentro denso di debolezza, di ironia, di egoismo, in un controllo continuo di noi stessi per obbligarci a fare le cose che non vogliamo fare o di cui non sappiamo il significato: Fiat mihi secundum verbum tuum.
La Donna che è stata più Donna, libera di scegliere tra un'esistenza modesta si, ma serena, e una vita imbevuta tutta di incomprensioni, di atroci sofferenze, di rinunce, di silenzioso servizio accanto alla Creatura che era fatta del Suo sangue e della Sua carne ma che non era Sua perché era venuta al mondo per vivere e morire per tutti, per tutte le creature del mondo, ha pronunciato le umili parole che ci hanno donato la Vita.
Ad un certo momento della nostra vita a noi tutte è posto l'interrogativo, ed è data la possibilità di scegliere se vogliamo essere Donne o solo creature di sesso femminile, se vogliamo cioè esplicare la nostra missione e servire o soltanto vegetare. Il servizio non è un dovere di chi ha avuto di più e lo dà con compiaciuta e cosciente alterigia, ma è un dono meraviglioso, è la compiuta risoluzione di una vita vissuta a pieno nell'oggi, vissuta in ogni ora, nel dolore e nella gioia. Ringraziamo infinitamente il Signore che ci ha fatto capire che solo il Servo è libero e padrone non solo di dare la gioia ma di creare in ogni essere che ci è accanto la sorgente della gioia.
Il mondo è infelice perché vuol esserlo, il dolore più profondo non è mai infelicità, l'infelicità che ci tormenta è la solitudine di chi non sa guardarsi intorno ... ed è così semplice servire, solo nel servizio noi siamo completi, noi possiamo esprimerci e creare come richiede la nostra natura di uomini.
F. cara ti ho scritto tutte queste cose, alcune delle quali tratte dal mio carnet, perché ti siano di guida, perché ti aiutino a capire il senso della vita che ora ti si sta aprendo dinnanzi.
La vita è un dono mia cara, ogni giorno può essere una perla preziosa, scoperta dai nostri occhi attenti, resa lucente dalle nostre mani. La vita non va subita, va presa e affrontata con entusiasmo. Ti accorgerai lungo la strada che nessun dolore è amaro e insopportabile.
Da una lettera di Anna Maria. 1955
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