[Torna]
ciao, capo
Dopo le parole al telefono di Ale quella
domenica mattina presto ho cominciato a fare i conti con cosa avevo
perso da quel momento in poi.
Subito, e nei giorni dopo, continuavano a venirmi in mente i tanti
momenti che ho avuto la fortuna di vivere con te, e per i quali non ti
potrò mai ringraziare abbastanza.
Beh, pensandoci, è veramente un bel po' di tempo che ci conosciamo…,
risale a quando mio fratello Bruno era in Riparto con te; mi ricordo che
avrei voluto seguirlo in tutte le attività, le uscite e specialmente i
campi; ho vissuto tante avventure dai suoi racconti, ed era come se ci
fossi stato anch’io; a otto anni quello che sentivo dire di te, mi
incuteva un “timore reverenziale” e ti creava attorno un’aura di eroe
invincibile.
Mi
ricordo che attendevo con impazienza la ”Festa dei Genitori”
all’oratorio di S.Maria del Rovere, e penso di averti visto lì per la
prima volta, a presentare le scenette delle squadriglie e a dirigere i
canti, insieme a Checco.
Ho le foto che mio papà ha fatto al campo del 67, dove ti ho chiesto di
farmi rimanere lì in cambio del lavaggio di tutte le pentole di
squadriglia, ma ovviamente non me lo hai permesso.
In quello stesso campo, durante le attività per i genitori, mio papà ti
aveva visto chiamare i capi squadriglia con il fischiotto; poi , al
momento dei saluti, ti chiede: “Claudio, mi scusi, ho visto che appena
lei ha fischiato, mio figlio è arrivato in un attimo, mentre quando lo
chiamo io, non arriva mai; mi può dire dove si può comprare un fischio
come il suo?” Mi piace pensare che sia stato in quel momento che siete
diventati amici, un’amicizia e un rispetto reciproco che vi ha
accompagnato per tanti anni.
Poi finalmente diventi il mio Capo Riparto nel ‘70, e da lì inizia un
bellissimo periodo della mia vita, che capisco di dovere all’impegno che
hai profuso in tutte le attività che hai preparato e nell’attenzione
educativa che hai messo in atto nel tuo lavoro di capo scout.
Hai saputo coniugare in quegli anni la vicinanza fraterna, il vero
desiderio di tramandare le cose belle agli altri, con l’esigere
fermamente la lealtà, la sincerità, la purezza d’animo, e chi ti ha
avuto come capo sa che alla tua attenzione non sfuggiva nulla, e per noi
sei stato il miglior esempio di coerenza.
Degli anni della mia vita dal 70 al 75 ricordo praticamente solo quello
che riguarda le attività scout, e specialmente la vita all’aperto nelle
uscite e nei campi; il ricordo, negli altri ambiti, è un po' più vago,
ma quello che ho potuto vivere grazie a te non lo dimenticherò.
Nel momento del passaggio a novizio rover mi hai affidato all’allora tuo
aiuto capo Achille, che è stato per me un fraterno riferimento; ho dei
ricordi bellissimi di quel periodo di noviziato, avevamo stabilito che
non fare uscita il fine settimana doveva essere l’eccezione, abbiamo
organizzato delle attività pratiche di aiuto a persone che ci hanno
fatto molto bene, e non posso non ringraziare anche lui che in quegli
anni si è dedicato a dei fratelli più piccoli.
Il tempo passa e mi trovo ad essere rover nel momento in cui tu diventi
Capo Clan; tra le tante altre cose dobbiamo affrontare come Clan il
servizio in Friuli per il terremoto che ha devastato quella regione.
Infinite sono state anche in questa occasione le opportunità di crescita
al tuo fianco, innumerevoli gli episodi accaduti ricordati negli anni
successivi
nelle serate trascorse assieme a chi partecipò a quell’avventura, uno
per tutti l’organizzazione, dopo le giornate di lavoro tra le macerie,
dei fuochi di bivacco per cercare di dare qualche ora di allegria a
quelle persone; in uno di questi fuochi mi hai obbligato a fare il
famoso gioco della zanzara ai danni di un generale di Brigata che con i
suoi soldati aveva partecipato alla serata, mettendolo abbastanza in
ridicolo: per questo fatto non preoccuparti, ti perdono!!
Un
altro passaggio ci troverà di nuovo a collaborare, tu come Capo Gruppo
ed io come successore di Giampaolo nel Branco Nuova Parlata; altri anni
preziosi di attività preparate assieme a tutti i capi del gruppo, con la
fraternità e l’allegria che hanno sempre caratterizzato le nostre unità.
Negli anni successivi i tuoi impegni in associazione ti portano a
lasciare le attività locali per passare ad incarichi sempre più di
responsabilità, fino a Commissario Generale. Allo stesso modo, però, in
tutti questi anni in cui non c’è stata una diretta collaborazione come
attività scout, l’amicizia è sempre continuata, ci siamo trovati
tantissime volte a parlare e bastava uno sguardo, una battuta e una
stretta di mano per riandare in un attimo a tempi e luoghi che non
abbiamo mai dimenticato.
Ti ho parlato per l’ultima volta durante i festeggiamenti per il 50° di
sacerdozio di don Paolo Bano a S.Pio X; per la S.Messa avevi preparato
una preghiera dei fedeli di ringraziamento per averlo avuto come
assistente nel Riparto, per l’esempio che aveva dato a tanti ragazzi che
lo avevano conosciuto; mi hai chiamato e mi hai chiesto di consegnarla a
Paolo Bellan per leggerla, mi hai detto, se mi sembrava il caso, “vedi
tu, altrimenti non importa”…. Paolo l’ha letta, mi tornano in mente
quelle parole che sono state le ultime che ho sentito da te.
Come salutarti…forse con le parole che ti ho scritto in un messaggio in
occasione della festa dei tuoi 80 anni: “Capo, sei stato per me un altro
papà, ma con te sono riuscito a parlare molto di più….."
Alce Rossa (Mario Gabrielli)
|