ASSOCIAZIONE ITALIANA
GUIDE E SCOUTS D'EUROPA CATTOLICI
DELLA FEDERAZIONE DELLO SCOUTISMO
EUROPEO
DISTRETTO DI TREVISO
Ai Capi del Distretto
S E D I
Riflessioni e chiarimenti sui rapporti fra
Agesci e Scouts d'Europa.
I rapporti fra le due associazioni sono stati
caratterizzati e condizionati dalla sgradevole polemica che l'Agesci ha aperto e
continuamente alimentato nei confronti degli Scouts d'Europa (SE) fin dalla loro
nascita in Italia nell'aprile del 1976.
Accettare la polemica con l'Agesci è oggi compito
necessario, ancorchè sgradevole, per due ragioni fondamentali: la prima è il
verificarsi di un episodio molto grave che impone a tutti un'attenta
riflessione; la seconda è impedire che le invenzioni dell'Agesci, perìodicamente
pubblicizzate e mai contraddette, finiscano per assumere agli occhi di tutti
l'aspetto di genuine ed oggettive verità.
L'episodio che merita l'attenta riflessione di tutti è
il seguente.
Nel n°36 della rivista "Esperienze e Progetti", edita
dal Centro studi ed esperienze scout Baden Powell, Romano Forleo,in qualità di
membro del Comitato Centrale Agesci e responsabile della stampa di tale
associazione, ha pubblicato la "Lettera aperta a Nunzio e Paolone" (all.n°1)
nella quale ribadisce ancora una volta le accuse che la sua associazione ha
sempre rivolto agli SE, vale a dire:
a) sono nati ad opera di alcuni capi sclerotizzati su
schemi e valori tradizionali ed incapaci di comprendere nuovi mezzi.
nuovi contenuti e nuove proposizioni educative al
punto da aver preferito la lacerazione dell'Agesci piuttosto che rinunciare ai
propri personalismi;
b) non hanno alcun riconoscimento ufficiale ne sul
piano ecclesiale da parte della CEI, nè su quello metodologico da parte del
Bureau Mondiale dello Scoutismo;
c) non hanno alcuna prospettiva di sviluppo e sono
destinati a languire in un ghetto a meno che i loro capi, rinunciando alle
proprie scelte di fondo, non li riconducano in seno alla Agesci.
Nello stesso numero della rivista (pagg.47-48) veniva
pubblicato anche "Un abbozzo di risposta" (all.n°2) con il quale Paolo Severi
ridimensionava alquanto le affermazioni di Forleo ma a rivista già stampata e
pronta per la spedizione, l'articolo di Severi è stato censurato e tagliato via,
sicchè gli abbonati non hanno potuto leggerlo.
L'atto di censura, oggettivamente certificato dalla
corrispondenza intercorsa in proposito fra Sergio Sorgato (all.n°3) e lo stesso
Severi (all.n°4), sottolinea la sostanziale differenza che intercorre fra le
enunciazioni di principio che l'Agesci fa in pubblico e la logica operativa cui
la stessa ricorre quando ciò le fa comodo e la sostanziale discrepanza fra i due
atteggiamenti non può essere ignorata ne sottovalutata proprio perchè l'Agesci
pretende di essere un'associazione con fini educativi.
Per quanto riguarda le esplicite cause che l'Agesci
muove agli SE, è opportuno procedere per punti, la questione essendo piuttosto
complessa.
Punto primo:la nascita in Italia degli SE.
L'affermazione dell'Agesci secondo cui gli SE
sarebbero nati ad opera di capi accecati dal tradizionalismo, dall'integrismo,
dal personalismo, ecc. è semplicemente una menzogna e che tale sia è
esplicitamente confermato dallo stesso Forleo là dove scrive (all.n°1): "C'è poi
un fatto storico rilevante: mentre si potevano ammettere alcuni anni fa problemi
metodologici e statutari riguardanti alcune espressioni dell'Agesci, oggi questo
non sussiste più: Statuto, Regolamento e strutture sono oggi conformi alla più
qualificata tradizione scout e la, posizione sulla coeducazione dell'Agesci si
confà pienamente al documento CEI".
Ciò equivale a dire che all'origine della
scissione,allo inizio del '76, c'erano oggettivi problemi di metodo e di statuti
associativi e non soggettive situazioni quasi maniacali di alcuni capi, come
ancor oggi si vuol far credere.
D'altra parte non si può dimenticare che l'Agesci è
nata dalla cancellazione dell'Agi e dell'Asci avvenuta nella più esagitata ed
irrazionale canea assembleare, allora tanto di moda, e che in tale contesto essa
si è data statuti, regolamenti e strutture ed ha operato scelte di metodo e di
contenuti educativi che ora (1981) afferma di aver modificato e "rese conformi
alla più qualificata tradizione scout".
E' possibile che in quest'arco di tempo anche
nell'Agesci siano intervenuti dei cambiamenti, sulla reale portata dei quali è
tuttavia lecito qualche dubbio visto che in essa sussiste ancora la
'sperimentazione guidata' a suo tempo utilizzata per introdurre ed imporre le
maggiori modifiche metodologiche (suddivisione della branca esploratori in
rangers e pioniers, coeducazione, e così via) e che pratica la censura nei
confronti di chi le è sgradito, come nel caso di Severi, fatto che è e resta
concreto, oggettivo e gravissimo.
Anche la scissione, dal punto di vista quantitativo,
va alquanto ridimensionata; non si deve infatti dimenticate che già nel '76
negli SE sono confluiti i Gruppi di Treviso, con un apporto che non è stato
certo irrilevante, Gruppi che non sono mai transitati nell'Agesci avendone
sempre contestato la nascita come fatto arbitrario legato a contingenti fattori
di moda populista piuttosto che a sostanziali e positive riflessioni sulla
metodologia e sull'educazione scout.
Punto secondo: riconoscimentì "ufficiali".
L'Agesci ha sempre sostenuto di essere l'unica
associazione abilitata a praticare lo scoutismo cattolico in Italia perchè in
possesso dei riconoscimenti sia della CEI, sul piano ecclesiale, sia del Bureau
mondiale sul piano metodologico, ma a questo proposito ci sono diverse
precisazioni da fare.
Per quanto riguarda il riconoscimento ecclesiale, la
materia è oggi regolamentata in termini diversi da quelli cui la Agesci continua
a volersi riferire e per rendersene conto basta prendere visione della nota,
pastorale della CEI "Criteri di ecclesialità dei gruppi, movimenti ed
associazioni dei fedeli nella chiesa" e comunque in molte Diocesi i Vescovi
hanno riconosciuto di fatto gli SE fin dal loro nascere.
Per quanto riguarda il Bureau Mondiale il discorso è
invece più complesso.
L'Agesci ha sempre sottolineato il mancato
riconoscimento degli SE da parte del Bureau per significare ch'essi non sono
un'associazione scout e che abusano di questo titolo, tant'è che il Bureau non
li riconosce neppure.
Si tratta di un discorso sostanzialmente e volutamente
distorto, l'Agesci non potendo ignorare che fin dal 1924 il Bureau si limita a
riconscere le diverse federazioni scout nazionali e demanda a queste il
riconoscimento delle singole associazioni scouts che ha luogo con la loro
ammissione nella federazione in qualità di soci.
Il discorso corretto è completamente diverso e
l'Agesci dovrebbe avere l'onestà di dire: "Per situazioni storiche io ed il Gei
siamo gli unici membri della FIS ed insieme abbiamo costruito un monopolio
assoluto che ci consente d'impedire a qualsiasi altra associazione l'ingresso
nella federazione. Poichè nel mondo cattolico italiano mi sono autonominata
depositaria unica del metodo educativo scout,non intendo permettere agli SE di
entrare nella federazione e di conseguenza essi non potranno mai accedere, per
questa via, al Bureau Mondiale".
Sarebbe questo un discorso veritiero, alquanto
riduttivo dell'immagine che l'Agesci pretende di dare di sè, ma che comunque
essa dovrebbe avere il coraggio e la coerenza di rendere pubblico.
D'altra parte, se l'Agesci ritiene che scelte di
prevaricazione e di prepotenza di questo tipo le siano non solo congeniali ma
siano anche valide e convenienti ai fini della propria esistenza e del proprio
sviluppo, non c'è motivo ch'essa non le pratichi e non le sfrutti fino in fondo
visto che è nella condizione di poterlo fare, ma a questo punto abbia almeno la
decenza di lasciar da parte qualsiasi discorso sulla fratellanza scout poichè ha
largamente dimostrato che in tale materia non è assolutamente in condizione di
dar lezioni a chicchessia.
Punto terzo:il metodo educativo scout.
C'è da dire che su quest'argomento l'Agesci non ha mai
sviluppato una polemica vera e propria nei confronti degli SE e si è limitata
per lo più ad arrampicarsi sugli specchi e a contestare ai suoi capi cose fumose
come l'integralismo, che significa, tutto e niente, il tradizionalismo e la
sfrenata nostalgia per un metodo educativo che avrebbe perso ogni efficacia nel
mondo contemporaneo.
Quando nell'articolo "In bilico fra tradizione e
tradizionalismo" pubblicato nella rivista dei capi Agesci "Scout-proposta
educativa" (all.n05) Forleo scrive"... non ci appare lecito,infatti,ignorare che
accanto a noi si muovono ragazzi vestiti come noi, che affermano di riferirsi ai
nostri stessi ideali e di condividere la stessa fede, anche se non vogliono
giocare insieme a noi l'avventura dello scoutismo..." oltre a fare del trito
pietismo afferma anche una grossa sciocchezza.
Posto che Agesci e SE abbiano in comune fede ed
ideali, ma per i secondi l'identità è più apparente che reale, resta il fatto
ch'esse si differenziano sostanzialmente sul piano metodologico.
Gli SE hanno adottato il metodo educativo scout ideato
e realizzato da Lord Baden Powell.
A questo proposito bisogna avere idee molto chiare
perchè B.P. non si è limitato ad individuare alcuni strumenti pedagogici ed
educativi (legge, promessa, sistema di squadriglia, vita all'aperto, ecc.) e a
metterli insieme in maniera casuale ma, al contrario, li ha coordinati in una
struttura organica e funzionale dando così vita all'unico metodo scout che sia
mai esistito.
Rendere attuale tale metodo educativo non significa
apportarvi delle modifiche più o meno vistose, ma significa invece utilizzarne
armonicamente tutti gli elementi essenziali, nessuno escluso, tenendo conto
delle diversità storiche e sociali che distinguono la società attuale da quella
in cui è vissuto B.P. e questa è appunto la scelta metodologica degli SE.
L'Agesci ha adottato invece un metodo educativo
proprio ed è lo stesso Forleo ad affermarlo nell'articolo già citato quando
scrive: "...Cessano poi molti motivi della originale scissione: il metodo Agesci
è oggi più preciso, l'assemblearismo è tramontato, le tradizioni scout sono
vissute profondamente nelle nostre unità. La coeducazione e il pluralismo
politico fanno parte del patrimonio di molti movimenti cattolici...".
Ciò significa che l'Agesci ha preso, in tutto o in
parte, gli elementi caratteristici del metodo scout,ve ne ha aggiunto degli
altri (sperimentazione guidata, coeducazione, pluralísmo politico e così via) ed
ha ottenuto così non uno scoutismo "più moderno" bensì un metodo diverso che pur
traendo la propria origine dallo scoutismo, per correttezza dovrebbe assumere un
nome diverso.
Ciò non significa che il metodo Agesci non possa
essere valido sotto il profilo educativo, cosa che richiederebbe comunque
un'attenta analisi critica, ma resta il fatto che il metodo Agesci è
sostanzialmente diverso dal metodo scout che ne è all'origine e a nessun titolo
può o deve essere confuso con esso.
In ultima analisi, gli SE e l'Agesci non possono
giocare insieme l'avventura dello scoutismo per il semplice fatto che non esiste
un'unica avventura comune ma, ne esistono due, separate e distinte, ragion per
cui il gioco comune potrebbe avere soltanto manifestazioni estemporanee ed
episodiche, ma nulla più di questo.
Ciò non può che tranquillizzare il Presidente del
Comitato Centrale Agesci Giancarlo Lombardi il quale rifiuta l'invito di Severi
ad un incontro fra tutte le associazioni scouts adducendo a pretesto il timore
che si voglia fare del "facile sincretismo" (all. n°6)..
Gli SE non intendono mescolare ne confondere nulla;
ciò che irrita tanto la sua associazione è semmai il contrario, il fatto cioè
che l'esistenza degli SE renda più difficile confondere il Metodo Agesci con il
Metodo Scout.
Punto quarto: conclusioni.
Le conclusioni che si possono trarre da quanto detto
fin qui sono abbastanza malinconiche ma nascondere la testa sotto la sabbia non
ha mai giovato a nessuno.
L'Agesci è nata dalla confusione e nella confusione e
in questo contesto ha operato tutta una serie di scelte metodologiche, in parte
già ricordate in precedenza, rispondenti più a ragioni di moda che a motivi
pedagogici ed educativi e ciò l'ha portata molto lontana non solo dalle lettera
ma soprattutto dallo spirito dello scoutismo di B.P.
Tuttavia per le sue stesse origini, essa occupa oggi
lo spazio che fu un tempo dell'Agi e dell'Asci, è numericamente forte e non ha
alcuni motivo per cedere ad altre associazioni la situazione di predominio che
di fatto le appartiene, perciò la polemica con gli SE è destinata a continuare e
a questo proposito gli scritti di Forleo e di Lombardi non lasciano alcun
dubbio.
Una cosa alla quale dobbiamo prestare la massima
attenzione è questa: fino ad ora l'Agesci ha utilizzato nella polemica argomenti
di fantasia e, tutto sommato, marginali ma questi prima o poi si esauriranno ed
è probabile che allora essa cercherà qualcosa di più consistente come le nostre
scelte di metodo, la capacità, la preparazione, la serietà nel nostro lavoro
educativo.
E' chiaro che su questo terreno non possiamo
assolutamente lasciarci cogliere impreparati e questa prospettiva deve essere
uno stimolo in più, certo non il principale, che ci sprona a migliorare le
nostre capacità, la nostra preparazione e competenza, la nostra partecipazione
alla vita associativa, la nostra disponibilità ed il nostro spirito di servizio.
Talvolta è stato chiesto,magari con una certa
insistenza, perchè non sia possibile ed opportuno sviluppare delle attività fra
Unità corrispondenti delle due associazioni.
Se sgombriamo il campo da inutili pietismi, anch'essi
così di moda, la risposta è abbastanza semplice: al dilà di alcuni elementi
formali comuni, ciò che differenzia le due associazioni sono le scelte di fondo,
le scelte di metodo, la visione stessa, del ragazzo e dell'uomo che se ne vuole
trarre, ragion per cui non vi è nulla che giustifichi un'attività comune, più di
guanto sarebbe giustificata un'attività fatta con i pompieri o con la bocciofila
dell'osteria sotto casa; la scelta associativa è una scelta importante e,una
volta fatta, è bene che ciascuno proceda serenamente per la propria strada senza
commistioni e confusioni che non giovano a nessuno.
Per ulteriore chiarezza desidero precisare che lo
scopo di queste note non è di rinfocolare la polemica ma soltanto di fornire ai
capi del Distretto alcuni elementi di riflessione e alcuni punti di riferimento.
Se da ambienti esterni vi venissero mossi degli
appunti, com'è già accaduto, sull'opportunità di un'unica associazione di scouts
cattolici, sulla mancanza di spinto ecclesiale e così via, usatele pure
tranquillamente ma se sarà possibile evitarlo tanto meglio per tutti.
Con i migliori auguri di buon lavoro,vi saluto
fraternamente.
Commissariato di Distretto — Sede: c/o Casa Toniolo - Via Longhin, 7 - 31100 Treviso