|
Questo spirito di servizio è una costante nella vita di Giorgio ed è innestato su una caratteristica della sua personalità: una curiosità intellettuale che lo spinge ad esplorare continuamente le molteplici manifestazioni del vasto panorama della nostra società, e a dare delle risposte conseguenti. Comprendiamo così il fatto che egli riusciva a colloquiare e a interagire con mondi diversi – spesso non comunicanti tra loro – per “tenere uniti i vari livelli della realtà”, come usava dire.
La famiglia anzitutto: di stampo tradizionale, a cui molto dà, svolgendo in pieno il suo ruolo di capo naturale, e molto riceve dal sostegno materiale e morale della moglie; Gilda, qui presente, che attende in modo – si può dire – professionale ai suoi compiti di madre e di padrona di casa, permettendo al marito di dedicarsi serenamente al lavoro e agli altri impegni della sua vita. La professione: Giorgio fu un valido ingegnere, stimato da
tutti e cercato da molti nell’ambito professionale non solo per la sua
competenza, ma anche per la sua liberalità. Ne sa qualcosa la Curia Vescovile
di Treviso a cui assicurò costantemente la sua preziosa collaborazione (fino
a far parte negli ultimi anni della sua vita del Consiglio per gli affari
economici della Diocesi). La stima dei colleghi lo impegnò spesso nel
dirimere controversie professionali; attività, questa, scarsamente
redditizia, ma qualificante e, per lui, fortemente appagante. Alla professione
Giorgio ha posto sempre dei precisi limiti, definiti da altri interessi, da
lui considerati prioritari, di fronte ai quali interrompeva, talvolta
bruscamente, il suo lavoro. Si trattava quasi sempre di impegni dettati dal
suo servizio nell’Associazione. Per circa
vent’anni Giorgio è presente in Branca Rover, dapprima come Capo-Clan, poi
a livello Regionale, dove per cinque anni è stato Commissario, entrando
quindi a far parte della Pattuglia Nazionale della Branca, ci cui sarà
Commissario Centrale negli anni ’66 – ’68. |