12/06/76
Il Capo Gruppo Checco Piazza annota nei
suoi quaderni: “oggi inizio i
colloqui con i Capi” si capisce subito l’argomento dalle domande che
intende porre a ciascuno.
1.
Cosa pensi della situazione?
2.
Il Gruppo ne è implicato, ci sono speranze per uscirne?
3.
Quali?
Trascrivo
la risposta, in sintesi, di un Capo perché mi sembra la più esplicita e chiara
dei sentimenti che albergavano nel Gruppo:
1.
Quanto accaduto è grave, a prescindere dal voler dare giudizi
sull’operato delle Capo. E’ accaduto in un momento difficile socialmente
(gli educatori faticano a portare la verità ai giovani) e difficile per la
Federazione che ha così giovane storia. Innegabile la responsabilità di chi
non ha trovato il modo di ricucire una situazione interna (Ceppo) grave,
dimenticando gli obiettivi e lo sforzo federativi, così recenti da dover per
forza esser presenti.
2.
Si, per motivo della Federazione. Le implicazioni avvenute sono causate
appunto dagli affetti che dovevano essere previsti.
3.
Credere nei principi della Federazione (esistono fratelli e sorelle in
Unità diverse nella stessa parrocchia). Ora con il Ceppo è bene non legarci
burocraticamente, ma mantenere liberamente i rapporti di amicizia sul piano
delle persone. Qualsiasi rapporto ufficiale col Ceppo deve passare attraverso il
Consiglio di Gruppo. La responsabilità del ceppo è evidente: le Capo che sono
uscite dal Ceppo non faranno più parte della famiglia scout. Recuperare queste
persone è impossibile per noi, solo il Ceppo potrebbe. Se il Ceppo riuscisse
tutto si risolverebbe.


Le parole di Anna sono dure e gravi,
sono interpretabili, forse, solo da coloro che hanno conosciuto i fatti.
Nella gravità dell’accaduto emerge
una figura che non guarda al proprio personale bene, per sé riserva il dolore,
lo sgomento, l’uscita poco onorevole dal servizio durato ben 29 anni, il
silenzio.
Silenzio che consiglia tutti, le
“ciacole” si sa come si sviluppano e cosa
riproducono.
Anna indica nella salvezza dei
rapporti umani l’unica via per la quale si potrà ricostituire un tessuto di
stima e di affetti, sacrifica se stessa per la salvezza della Federazione,
Federazione che non può esser messa in gioco non essendo un bene da considerarsi
privato.
Segnala il fratello Franco
come “successore” e si pone un interrogativo/certezza: “questo evento
gravissimo che non può essere accaduto invano”
Nella storia delle persone nessuno,
in quest’area di sentimenti e di interiorità, credo sia in grado di dare
giudizi, certo è che l’analisi per aderire agli Scout d’Europa ha avuto un
notevole impulso.
Dopo la riunione del Comitato
Direttivo della Federazione vi è sconcerto, amarezza e delusione, tra i Capi del
Gruppo, ci si chiede, addirittura, se valga la pena di tenere in piedi la
Federazione. Sono sicuro che il senso del servizio e del rispetto di se stessi
abbiano giocato a favore del proseguimento dell’azione educativa.
Le Capo del Ceppo sono state mute,
si può pensare anche stravolte, infatti, non è emersa, da parte loro, nessuna
domanda sul perché delle dimissioni della Presidente della Federazione, armonia
o disciplina?


1976
06/05/76 -
Comitato
Direttivo della Federazione.
Alla
riunione, la Presidente Anna Feder Piazza, non è presente, ma invia una lettera
circolare ciclostilata nella quale annuncia le sue dimissioni. Fulmine a ciel
sereno? No, la vicenda è legata alle dimissioni delle quattro Capo dal Ceppo.
Tre erano Capo riparto e la quarta era incaricata, dal Ceppo, a svolgere
servizio per l’insegnamento delle tecniche scout di vita all’aperto.
Le
tre Capo riparto collaboravano con Anna Feder Piazza per impostare i programmi e
le attività delle loro unità all’unico scopo di ottenere risultati educativi
sempre migliori ed aggiornati con i temi che si dibattevano sulla questione
della donna.
Anna
in questo era considerata, per la sua esperienza, un valido e sicuro punto di
riferimento tant’é che il Ceppo
stesso la incarica di dirigere quel corso per Capi svoltosi tra novembre 74 e
aprile 75 (vedi sopra, testo riportato integralmente “notiziario
di ceppo”).
Anna,
quindi, fu sfiduciata indirettamente quando il Ceppo proibì alle tre Capo di
avvalersi della sua esperienza e, di conseguenza, anche la quarta Capo provvide
a dimettersi.
Perché
non è stato affrontato il problema in forma diretta con Anna e le interessate,
la via più semplice e meno contorta, invece che provocare una crisi sulla più
alta carica della Federazione?
La
Federazione, in quei momenti, era il bene più prezioso che avevamo, era il
frutto di un lavoro faticoso e certosino di tanti, si voleva far saltare la
Federazione o solamente una o più persone?
Il
testo integrale della lettera è il seguente:

