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Fin dal 1949 dà vita allo scautismo in Asolo con suo fratello Gino e don Giuseppe Crema.1950 - Promessa della Sq. Scoiattolo ad Asolo, Gino a fianco di Don Onisto e Checco con la fiamma

Nel 1952, partecipa al campo mobile dei "Nasi adunchi", e assume la responsabilità del Branco dei Lupetti di S. Maria del Rovere e dal 06.09.55 diviene Capo del Riparto Scouts, la sua opera educativa diretta dura ininterrottamente fino al settembre del 1967 per poi interessarsi, da vicino e con maggior cura, della gestione del gruppo Treviso 2°, che comprende le parrocchie della periferia nord di Treviso.

E’ uscito dallo scautismo attivo nel 1978 dopo 29 anni d’impegno e dedizione totale, essendo anche stato propugnatore e fondatore, con altri, della Federazione Scout d’Europa. Valle di S.Lucano-Campo 1959
1950 Rip.Asolo1° Checco al campo di Borca di CadoreNello scautismo trevigiano Francesco Piazza è CHECCO, nessuno parla di lui chiamandolo col suo nome di battesimo, per tutti è e rimane solo Checco.

S.Giorgio1976 - Checco premia le squadriglie  di S.Liberale            1976 - S.Giorgio Checco premia la sq. Camosci di S.Liberale


"IL RICHIAMO SCOUT" giornalino di Riparto del 1959 redatto da Checco, dopo la morte di don Ugo

"LA GHIANDETTA DEL NORD" notiziario del TV2° del 1964, qui Checco, già Capo Gruppo, commenta da par suo i risultati dei censimenti e sprona i capi a proseguire nel lavoro con l'aiuto del Signore.

DI SEGUITO PRESENTIAMO UN ESTRATTO DA UN OPUSCOLO REGIONALE PER CAPI GRUPPO DELLA PRIMAVERA DEL 1970 IN CUI CHECCO PRESENTA IL SUO GRUPPO TV 2° GLI AMBIENTI SOCIALI DOVE OPERA, L'ORGANIZZAZIONE E I RISULTATI DEL LAVORO DEI CAPI. DA NOTARE LA CHIAREZZA METODOLOGICA CHE ACCOMPAGNA OGNI DESCRIZIONE DI RUOLO O DI PROBLEMATICA NELL'APPLICAZIONE DEL METODO OLTRE ALLA CAPILLARE E ORGANICA ATTIVITA' DELLA COMUNITA' CAPI DI GRUPPO DA LUI ORGANIZZATA.

Valle di S.Lucano-Campo 1959Copertina dell'agendina di Checco giovane
 

Commemorazione di Claudio 1961-S.Giorgio in villa Margherita-Checco e i Csq.

“Come capo scout Checco è stato il maestro di intere generazioni. Gli Scouts d’Europa, che egli contribuì a far nascere e prosperare, gli devono moltissimo sia a livello trevigiano sia nazionale. Ha avuto una capacità straordinaria di suscitare entusiasmo, di guidare, di coinvolgere:1962- Fuoco di bivacco al campo del X°anno in val d'Oten la sua disponibilità ed il suo spirito di servizio sono stati contagiosi e si sono concretizzati nell’ideazione di imprese audaci che si realizzavano, come il campo in Francia del ’72, sull’onda di convinzioni nette, sostenute da uno spirito entusiasta che travolgeva ogni ostacolo.

Il suo merito più grande in1961- Alta Sq. MDRA al Campo di Costa Zucco in Val Visdende campo educativo, io penso, 1950-rip.Asolo1°- I fratelli Piazza al campo di Borca di Cadore con l'assistenteè stato quello di accompagnare gli adolescenti, che la Provvidenza gli conduceva, fino all’età adulta, trasformandoli, poco a poco, da educandi in amici.”

“Ma Checco è stato per moltissime persone un maestro di vita: la sua allegria, il suo buonumore, il suo sarcasmo bonario, la sua intelligente  comprensione 1961 Uscita dei passaggi a Madonna del Covolo- Checco spiega il grande giocohanno aiutato molti a superare momenti difficili. Egli è stato testimone credibile di  1965 - la Couteranderie - Francia - Checco e ClaudioFede: di fronte alla sua intelligenza acutissima e sensibile, ma docile ed umile di fronte ai misteri della vita e della morte, molte persone hanno trovato ristoro e mezzo di riscoperta di una religiosità consunta dal dubbio razionalistico o dalla fatica dell’esistenza.” (Claudio Favaretto)

 

Commemorazione di stefano 1962- Campo del X°anno in val d'Oten -Checco a colloquio con uno scout

1962- Campo del X°anno val d'Oten - Checco e il giornalino di campo“Quando Checco parlava, nessuno dei suoi scouts, manifestava insofferenza o noia, come facilmente accade loro quando un adulto prende la parola. Checco ha sempre saputo affascinare, toccare i cuori dei suoi uditori, parlare ad ognuno personalmente.
Il suo parlare non era mai banale. Lo sanno bene coloro che lo ebbero come Akela  (il capo1960-Campo dell'Orsa Minore -Col di Roccapietore - Checco e la Sq. Aquila dei lupetti), come Capo Riparto, prima ancora che come Capo Gruppo. Capacità comunicativa non comune, fantasia vivacissima, gusto per l’avventura nel suo senso più ampio, disponibilità paziente a farsi prossimo, a servire: queste le doti che lo caratterizzano sorrette da una grande intelligenza unita ad un cuore  buono.” (Stefano Longhi)

 

1960-Campo dell'Orsa Minore -Col di Roccapietore - Capi e alta Sq.

RICORDO DI FRANCESCO PIAZZA

Francesco Piazza, chiamato da tutti i suoi amici familiarmente "Checco" è tornato alla casa del Padre, come si usa dire nel linguaggio scout.
Oltre che un grande artista, è stato un grande pedagogista che ha educato centinaia e centinaia di ragazzi nello scoutismo.
Ogni genitore sarebbe felice di affidare il proprio figlio ad una persona così carismatica come è stato Checco.
Era geniale: a vent'anni vinse il premio “Cittadella” per l'acquaforte.
Aveva davanti a se una carriera strepitosa.
Eppure egli pensava che chi aveva 1965-Francia Castello di Chambord - Checco e i capiricevuto da Dio dei doni straordinari, 1952- Campo mobile dei nasi adunchi - Checco e Ginodoveva metterli a servizio degli altri, soprattutto degli adolescenti che sempre cercano delle persone significative per dare un senso positivo alla loro vita.
Così, senza trascurare l'aspetto creativo che possedeva, si dedicò con ogni possibile slancio all'educazione dei giovani.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di viverci vicino, non potrà mai dimenticare la sua allegria, anche di fronte alle difficoltà, non potrà mai scordare la sua capacità inventiva, il suo senso di responsabilità, la sua capacità di rapportarsi anche al più umile dei suoi scout.
Il suo metodo educativo faceva un grande uso dell'ironia per correggere le piccole manie tipiche degli adolescenti, le loro ambizioni tese ad emergere sugli altri, ma anche i 1953- Campo della Stella Polare a Roccapietoreloro timori, le sfumate f1961 - Campo della Luna nuova - Val Visdende - Checco e il Peralba sullo sfondoobie, l'alternanza di esaltazioni e depressioni.
Noi ragazzi accettavamo tutto questo, perché comprendevamo che era dettato da un grande affetto e da una straordinaria attenzione a ciascuno di noi.
Le attività che ci proponeva non erano mai ripetitive, ma avvertivamo che dietro c'erano un pensiero ed uno scopo educativo: il grande gioco serviva a trovare e confermare la fiducia in noi stessi, l’esplorazione puntava a farci scoprire cose nuove, ambienti diversi dai consueti, ammirevoli ed amabili.
Ebbe sempre quella straordinaria capacità di proporre delle imprese appena un po’ al di sopra del normale, per cui superarle ci faceva sentire grandi.
Non propose mai delle cose assurde, difficili da concludere e, quindi, umilianti.
Seppe imprimere in noi il senso del divino come una componente essenziale della nostra esistenza, senza il quale la nostra vita avrebbe avuto una dimensione orizzontale, non verticale, tesa all'Assoluto. Ci fece intuire che il cielo sereno sopra di noi era il lembo azzurro del manto di Dio!

CLAUDIO FAVARETTO

UOMO DAI MILLE TALENTI...

Dagli amici, Francesco Piazza, è ricordato per la sua allegria di fronte alle difficoltà, per la sua capacità inventiva e per il suo sapersi mettere al servizio degli altri.
L'immagine di un personaggio poliedrico è quella che emerge dalla memoria di Lino Bianchin, che è stato suo "allievo" scout e ne ha, poi, seguito l'intensa attività artistica, tanto che ultimamente stavano lavorando alla mostra che probabilmente aprirà domenica prossima a Vigo di Cadore.
Nonostante avesse abbandonato l'attività scoutistica da anni, la sua casa continuava ad essere frequentata da molti amici incontrati proprio durante quella forte esperienza.
Infatti, da dodici anni era immobile, e costretto al silenzio, a causa di un ictus. In questo periodo era stato curato e assistito dagli amici, tra cui molti ex scout, che nel frattempo si sono riuniti in una Fondazione sorta per onorare il nome della moglie Anna Maria Feder Piazza. "Checco", così era chiamato familiarmente, fu, infatti, uno dei rifondatori dello scoutismo nella Marca nel dopoguerra, prima ad Asolo e poi in città a S. M. del Rovere.
Di questa sua attività rimane, oggi, in chi l'ha conosciuto il forte senso di responsabilità educativa, la continua volontà di costruire la fiducia dei giovani in se stessi, l'avvicinamento all'esperienza divina. Pur avendo davanti a sé una grande carriera artistica ha deciso di dedicarsi anche agli altri, individuando come suo prossimo soprattutto gli adolescenti. «Aveva una grande capacità umana ‑ ricorda Lino Bianchin ‑ di dialogo, possedeva ottimi strumenti espressivi ed era anche un ottimo poeta e un buon scrittore. Tanto che Comisso gli aveva suggerito di lasciar perdere i "disegnetti" e di darsi alla scrittura, mentre Giovanni Barbisan voleva che si dedicasse alle incisioni». Un grande impegno, quindi, sia nell'ambito artistico che in quello educativo, tanto che tra i giovani di cui è stato capo scout figurano anche i fratelli Manfio, gli Alcuni, che oggi fanno onore a Treviso con la loro opera culturale nei confronti dei bambini.

I funerali si celebreranno mercoledì 1 agosto con partenza alle ore 9.45 dall'ospedale in direzione della chiesa di Santa Bona. Nello stesso giorno, a Treviso e nel mondo, si ricorderanno i cento anni di quel movimento che Francesco ha tanto amato e alla cui vita ha dedicato se stesso: lo scoutismo.

                                                                                                                    Michela Mosole

            IL GAZZETTINO 31 luglio 2007

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