comune che veniva anche sovvenzionata dal ricavato dalla vendita di caramelle che si effettuava nel cortile del collegio durante le ore di ricreazione degli alunni, o nel teatro durante gli intervalli degli spettacoli festivi proiettati per i ragazzi interni ed esterni; anche le squadriglie gestivano un proprio fondo cassa alimentato da un contributo settimanale dei singoli componenti. Settimanalmente durante le giornate feriali ogni squadriglia negli orari di dopo scuola si ritrovava presso la sede per esplicare attività manuali al fine di migliorare il proprio angolo (ogni squadriglia era titolare di una porzione di spazio chiamato angolo). Particolare significato aveva per il nostro movimento la ricorrenza del 23 aprile, festa di S.Giorgio patrono di tutti gli scouts.

San Giorgio.

In quella data tutti i riparti della Diocesi partecipavano ad un grande raduno di due giorni, che normalmente si svolgeva nei giardini di Villa Margherita (ora Manfrin) in Treviso; le squadriglie dei vari Riparti esponevano il meglio dei loro lavori di costruzione, si confrontavano in gare su giochi di abilità (sempre nel motto di voler vincere e, nello stesso tempo, di saper perdere), si scambiavano progetti ed esperienze costruendo così, tutti assieme una unica grande famiglia. Di solito si partiva al venerdì sera per piantare le tende portandoci appresso attrezzatura. pagliericci, sacchi a pelo e quant’altro riuscivamo a racimolare. Per tutti questi trasporti non avevamo mezzi ma dovevamo arrangiarci con carrettini trainati dalle nostre biciclette. Le gare si svolgevano nelle giornate di sabato e domenica mattina e

E


Cucina da campo.

vertevano su tutte le attività che normalmente si svolgevano nei campeggi estivi, costruzioni, cucina, segnalazioni, ecc. Normalmente le nostre squadriglie primeggiavano o gareggiavano alla pari con gli altri ma venivamo, quasi sempre, penalizzati dal nostro essere troppo “ruspanti”. La nostra cronica mancanza di “stile era dovuta alle divise, come già detto arrangiate alla meglio. Successe una volta che fummo retrocessi perché, dopo aver ripulito, quasi con la cera, il nostro angolo e la tenda, avevamo le mani non troppo pulite e le unghie sporche. Significativo e commovente era sempre il momento finale del raduno: venivano assegnati i totem (premi) in base ai risultati ottenuti e si cantava, tutti uniti per mano, l’inno dell’addio.

Tavoli squadriglia.

F