minima obbligatoria, stabilisce che tutti i suoi giovani frequentino le scuole fino a dodici anni, soltanto dopo potranno, seguiti ed aiutati, indirizzarsi ad una professione. L’organizzazione iniziale è quanto mai promettente. Ben cinque sono i laboratori: tipografi, rimessai, falegnami, fabbri ferrai, sarti e calzolai. Tutto questo esigeva un maggior sviluppo edilizio, che verrà gradualmente attuato acquistando nuovi terreni. L’opera continua a crescere, si aggiunge il reparto muratori ed il forno che darà il pane quotidiano all’istituto. Nel 1864, egli Vicario di S.Nicolò, presenta al governo domanda onde ottenere il finanziamento per i restauri dello storico tempio: lavoro grandioso che compirà giovandosi dell’opera dei suoi allievi, rimuovendo tutto il pavimento e rifacendo il tetto. Il piano, già abbastanza ardito si allarga: perché, si chiede il Turazza, non pensare ad un’opera di assistenza anche per la gioventù femminile? e nel 1868 fondò nell’ex convento di S.Chiara la sezione femminile. Sembra però che tutto quanto creato sin d’ora non sia ancora completo. Quanti giovani vengono dalla campagna e alla campagna dovranno tornare per vivere, e il Turazza crea una scuola agraria: la prima sorta in quei tempi nella marca trevigiana. La prima scuola di agraria si ingrandirà quando il fondatore nel 1875 acquistò 14 campi trevigiani nella località “Fiera”; farà così sorgere tre sezioni: orticoltura, agricoltura ed allevamento dei cavalli stalloni. E quasi questo non bastasse riesce a creare una modesta tessitura, che procurerà vestiario e biancheria ai due istituti. L’Abate Turazza non dimenticò di avviare i suoi migliori allievi allo studio presso le varie scuole cittadine. Affiancano queste geniali istituzioni le opere parascolastiche: una scuola di disegno, una squadra ginnica ed una promettente compagnia filodrammatica, seguite da una allegra fanfara tutta composta da allievi dell’istituto. L’opera diventa sempre più rigogliosa: se ne parla in tutto il Veneto. Ma qual è il segreto dell’affermarsi dell’opera di questo umile sacerdote? Il Turazza dichiara apertamente che egli si serve di due fattori ritenuti assolutamente necessari: la Religione ed il lavoro. Avrà la gioia di celebrare il 25° anno di vita del suo istituto, circondato da autorità, ammiratori, amici ed ex allievi. Ai primi di gennaio del 1883 viene colto da una leggera indisposizione, il 18 gennaio 1883 trecento giovani piangono sconsolatamente il buon padre perduto. Venne la guerra e l’istituto visse anni grigi, nel 1916 una grossa bomba distrusse in parte l’edificio, col ripiegamento di Caporetto la sede fu occupata dalle truppe, prima, poi divenne preda comune. Ma l’opera che Dio

E

ha voluto e benedetto non poteva finire così miseramente. Finite le guerre troviamo commissario prefettizio il Prof. Antonio Bottero che conobbe personalmente l’Abate Turazza e si adoperò instancabilmente per sollevarne le sorti e riportarlo alle sue origini. Cosa difficile! Era necessario porre a capo dell’istituto elementi intellettualmente capaci e moralmente preparati. Consigliato da Mons. Giacomo Schiavon, il Prof. Bottero pensa d’invitare i PP. Giuseppini del Murialdo ad assumerne la direzione. Don Quirico Turazza, nei viaggi che fece in Piemonte si recò a Torino per trovare il fondatore dei Giuseppini, il Venerabile Leonardo Murialdo, e per visitare il collegio Artigianelli da lui fondato. Incontro che profetizzò quello che sarebbe avvenuto molti anni dopo. Difatti il 1° ottobre 1920 i Giuseppini, accompagnati dal Camillo Panizzardi, divenuto poi ordinario militare d’Italia, varcano per la prima volta le soglie dell’istituto Turazza, ed il Turazza fu circondato dalla benevolenza di tutti: il metodo educativo seguito, ispirato a dolcezza che non conosce debolezze, alla conoscenza dell’animo del fanciullo, sostenuto da pazienza costante solerte e delicata vigilanza, ha fatto dell’istituto una vera famiglia. E venne la guerra ultima: Treviso fu tra le città più provate; nel tragico 7 aprile 1944, ancora una volta, l’istituto Turazza conobbe la distruzione e la morte. Ma il Turazza risorse per la seconda volta. Dando uno sguardo alla vita dell’opera creata dal grande educatore Abate Turazza si possono ripetere le parole della S.Scritture: “Quei che seminano tra le lacrime mieteranno con giubilo. Camminano e piangono nello spargere le loro semenze, ma al ritorno verranno con feste grandi, portando i loro manipoli”. Sono manipoli di ottimi cittadini, di onesti operai, di validi professionisti e di ottimi cristiani, cresciuti alla scuola dei grandi educatori il Turazza ed il Murialdo.

San .L.Murialdo

Leonardo Murialdo, fondatore della congregazione dei Giuseppini, Congregazione che gestiva e gestisce tuttora il Collegio Turazza ove il Tv VlII° è nato nel lontano ottobre 1946.
VITA E OPERE ESSENZIALI DEL SANTO:
26 Ottobre 1828:  Leonardo Murialdo nasce a Torino dall’agente di cambio Leonardo e da Teresa Rho di Rovigliasco. Il giorno successivo viene battezzato nella chiesa parrocchiale di S.Dalmazzo e riceve i nomi di Leonardo, Giovanni Battista, Donato e Maria.
 

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