Alla Biblioteca Capitolare del Duomo di Treviso
abbiamo trovato, con l'aiuto di don Giuseppe Benetton, una delle prime tracce di
scautismo nella nostra città.
Si tratta di un documento del Corpo Nazionale dei GIOVANI ESPLORATORI ITALIANI,
anche detti "Boy Scouts" d'Italia. E' un opuscolo di propaganda del comitato
patrocinatore della sezione di Treviso, datato 1915.
Tutto questo si legge nella prima pagina di copertina, ma ancora si trova
l'informazione che il Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani (CNGEI) è
fondato sotto gli auspici di S. M. il Re, del Presidente del Consiglio, del
Ministro della Guerra, della Marina, degli Esteri, delle Colonie e della
Pubblica Istruzione.
A parte le connotazioni storiche dei termini, (Guerra e Colonie), s'intuisce
chiaramente che le più alte istituzioni statali del tempo avevano interesse e
desiderio di promuovere il movimento scout anche in Italia.
Gli scopi e le motivazioni di quest'iniziativa, che parte dall'alto, sono
facilmente intuibili leggendo le pagine allegate in cui emerge la necessità di
reclutamento della gioventù, il fine educativo, lo sfruttamento quale forza
ausiliaria e, forse, la moda di intervenire nella gioventù italiana visti i
successi dello scautismo nel mondo.
L'opuscolo è tutto da leggere per soddisfare le curiosità storiche di vario
genere che si possono estrapolare; del territorio - per i nominativi dei
patrocinatori e le loro professioni, per la sede del comitato - l'ufficio
d'igiene del Municipio con un suo orario di apertura; sulla composizione della
divisa scout, esempio: mollettiere e fiaschetta, ma anche quelle, per noi più
importanti, circa le basi educative di partenza e i concetti pedagogici e gli
scopi del "Corpo".
Nessuna pretesa di esaurire l'analisi dell'opuscolo, desideriamo portare qualche
esempio:
Lo spirito di servizio è indicato come "solidarietà umana", la formazione civica
come "Amor patrio", l'autoeducazione come "cosciente disciplina".
Lo scopo è quello di fare degli "uomini migliori, cittadini efficienti" mentre a
noi piace di più uomini liberi al servizio del prossimo, ma questo di cui stiamo
parlando non è ancora lo scautismo cattolico che nascerà, in Italia, l'anno
dopo.
Nell'analisi della gioventù del tempo viene individuato che bisogna "combattere
l'egoismo, l'indisciplina e la degenerazione morale". Oggi lo diremmo certamente
con parole diverse, ma il fondo non cambia, quindi la necessità dell'educazione
delle giovani generazioni non è stata scoperta allora, secondo noi è un'esigenza
costante nel tempo.
L'"Appello agli Italiani" è scritto dal professor Carlo Colombo, fondatore del
CNGEI, si nota che era "Membro della Commissione Reale per l'Educazione Fisica",
tra tutti i nominati pochi, ci sembra di capire, erano i veri educatori.
A voi buona lettura. |