L'Amico del Popolo - Sabato 26 Ottobre 1963 - Pag. 4     (formato Word)

L'opera degli Scouts
In soccorso alle vittime del Vajont
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A Cadola, ove la furia delle acque aveva sconvolto una vastissima zona, e le locali squadre di volontari per il ricupero delle salme e la riattivazione delle strade erano allo stremo delle forze, la mattina dell'11 ottobre comparivano due giovani scouts (esploratori cattolici) di Bologna con una macchina zeppa di indumenti e di medicinali. Chiesero di prestare opera di soccorso. Si misero al lavoro aiutando ad estrarre dal fiume le salme. Subito dopo arrivavano altri tre gruppi scoutistici: il Clan «La Quercia» di Treviso II, il Clan «N. S. La Strada» di Treviso I, il Clan di Bassano del Grappa. 
Il giorno 12 raggiungevano Cadola altri scouts: 10 rovers di Mestre e 10 di Conegliano. I vari gruppi erano guidati dal signori Gino Piazza, ingegner Giorgio Pizzinato e dall'Assistente Ecclesiastico don Angelo Martini di Treviso. Tutti erano equipaggiati per l'opera di soccorso. Erano giovani dal 17 ai 25 anni. 
Tutta la popolazione li ha visti e ammirati nella pietosa opera. Umili, disciplinativi rispettosi, instancabili: chi nella ricerca delle salme, chi nel trasporto dal cimitero, nel lavaggio, nella composizione nelle casse con una delicatezza, vorrei dire moderna, chi nell'accompagnare parenti o conoscenti di bara in bara per aiutarli nella pietosa opera di riconoscimento, chi nel vestire le salme e comporle nelle bare, che esprimeva tutto l'amore fraterno che dentro li animava. Un gruppo non ha mai abbandonato le salme neppure la notte. 
Sembravano anziani nel pietoso Incarico e non giovani studenti od operai, frutto di una diligente e tenace educazione ad ogni forma di bene. 
Quando se ne sono partiti, ad opera compiuta, a chi li ringraziava con viva commozione, sembravano confusi e rispondevano: siamo noi che dobbiamo ringraziarvi. Silenziosi e disciplinati, quasi pudichi, se ne sono andati come erano venuti. Abbiamo poi saputo che avevano semplicemente portato le tende a Claut e Cimolais, ove ancora sono, per portare assistenza e conforto ai superstiti di Casso, Erto, S. Martino colà raccolti. 
La stessa assistenza con il medesimo ardore e disciplina hanno operato: 
a Mel il reparto scoutista di Mel, guidato dal capo reparto Galvagni Veniero, che assistè il medico di condotta nel lavaggio delle salme; nel cimitero di Fortogna sei scouts di Belluno, sette di Mel, quattro di Feltre, diciannove dell'Umbria, due di Mestre, dieci di Milano ed uno franco-israelita che hanno assistito anche gli specialisti jugoslavi nel lavaggio delle salme e nella sepoltura dei feretri, riscuotendo l'ammirazione ed il plauso degli jugoslavi e degli inglesi, giunti per portare soccorso. 
La grande stampa non si è accorta di questi veramente distinti soccorritori, ma l'opera loro che come dichiara il Sindaco di Ponte nelle Alpi - «è stata esemplare, ammirata e utilissima» rimarrà nella memoria e nella riconoscenza commossa di tutte le nostre popolazioni. 

G. V. 
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