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TREVISO 2 - GRUPPO ASCI - ANNO DI FORMAZIONE 1961.

Motivazioni e cause delle decisioni prese. - I prodromi di una scissione anche nazionale dell'ASCI. (Appunti tratti dal mio Carnet e dai miei " Libri del Capo" di allora).

Per capire veramente il processo che arriverà ai più recenti fenomeni delle diverse opzioni sviluppatesi nella realizzazione dello scautismo cattolico, prima nell'ASCI stessa, poi, con la sua soppressione, nell' avvento delle due formazioni "AGESCI" e "Scout d'Europa", bisogna andare molto addietro nel tempo (1957/1961) e verificarne le motivazioni, sia metodologiche che organizzative, sia sul piano dello Stile (p.es. l'utilizzo funzionale della divisa), sia su quello delle tecniche scout (p.es. i metodi della "vita all'aperto", della "cucina al campo", ecc.).
Opinioni e proposte intorno a questo dibattito si evincono anche da interventi sulle riviste ufficiali dell'ASCI: "Estote parati" e "Strade".
Anche nel trevigiano questi diversi orientamenti si sono fatti sempre più evidenti e hanno prodotto un confronto e un dibattito piuttosto serio, sia a livello direttivo provinciale che nelle unità, particolarmente nel Clan, e nei Gruppi o nelle Comunità Capi.
Allora c'era un fermento d'idee nuove, determinate anche dal relativo successo del movimento ASCI in Treviso, non più emarginato o tollerato dal clero e maggiormente compreso dalle famiglie e anche da qualche fenomeno espansivo che si poteva notare in provincia. Per fare qualche esempio relativo al dibattito interno, possiamo ricordare questioni come l'opportunità di formare "Squadriglie Senior", la questione delle Sq. Verticali o Sq. Orizzontali, la possibile creazione di "Squadriglie libere", in Branca Lupetti si cominciava a parlare di Cheftaine, in Branca Rover c'era la questione di una maggiore apertura dei Rovers verso problemi sociali, poi le possibili forme per organizzare quei Rover Scout che avessero lasciato il servizio presso le Unità, il ruolo dei c.d. "Amici degli Scouts" in supporto alle attività dei Gruppi e il loro rapporto con il MASCI, la conclamata esigenza di formazione di "Gruppi forti", ecc.. 
Alla base del dibattito e del confronto c'era la necessità di un rinnovamento e di un ammodernamento nel metodo, nella formazione capi e nelle strutture organizzative data dai nuovi problemi che il contesto sociale, particolarmente il mondo giovanile, ponevano ad un'associazione con finalità educative e formative con le metodologie caratteristiche e peculiari dello Scautismo e, naturalmente, dell'ASCI.
Tutta l'Associazione era attraversata da un profondo dibattito, ancora sul piano della ricerca e dell'approfondimento, ma già allora si delineavano due tendenze che si sarebbero poi sempre più radicalizzate : una, diremo così, progressista, tendente ad una radicale evoluzione dello scautismo cattolico verso un'apertura ai problemi sociali e politici e ad una forte presenza nei rapporti col variegato mondo giovanile, l'altra, che possiamo definire conservatrice, che voleva mantenere indiscussi i principi fondamentali dello scautismo di Baden Powell, pur col dovuto riconoscimento della necessità di caute modalità di rinnovamento. 
Nello scautismo trevigiano questi due orientamenti e le conseguenti prese di posizione si sono manifestati e hanno avuto sempre più peso attorno a due centri d'interesse e di promozione operativa: uno che abbracciò la tendenza che abbiamo definito "progressista" ebbe seguaci nel gruppo dirigente provinciale, facendo riferimento a capi come i Demattè, Della Valle e Pizzinato e all' A.E. Sac. Martini; l'altro, più "conservatore" o di "più stretta osservanza" metodologica, coinvolgeva un gruppo di Capi, di Aiutocapi e di Rovers, in gran parte provenienti dal vecchio Rip. TV 7°, che facevano riferimento a Checco Piazza, allora Capo Riparto a S.M.del Rovere, e alla memoria di Don Ugo, da poco scomparso.
Come Capo del Clan "N.S:della Strada", allora il solo operante a Treviso, ho svolto un ruolo di mediazione al fine di mantenere il più possibile l'unità dello scautismo trevigiano.
Da un lato non ero refrattario alle proposte di innovazione e di ripensamento su alcune forme attuative dello scautismo, d'altro lato era ferma in me l'adesione al metodo scout di B.P. e ai valori della sua ispirazione; fra l'altro sono stato agevolato nel ruolo di mediazione e di comprensione dal fatto che, nel confronto, potevo fare riferimento alla forte amicizia e reciproca stima dei Capi di entrambe le correnti.
Non va, tuttavia, dimenticato che già nel novembre del 1959 si discusse nel Clan la possibilità di avviare la formazione delle pattuglie Rover con riferimento alla provenienza dalle unità locali e che nel marzo del '60 (uscita di Clan "di primavera") l'aggregazione delle pattuglie si era spontaneamente formata con questo criterio; veniva, perciò, constatato il fatto che anche nel Clan, dove operavano molti Aiutocapi e Rovers in servizio presso le unità, erano notate le differenze nella conduzione e nell'applicazione del metodo scout nelle varie unità del Gruppo e veniva vissuta una sorta di appartenenza alle diverse aggregazioni delle zone di provenienza. 
Altra annotazione va fatta sull'attività del Clan di quel periodo nella quale si erano introdotti degli argomenti di studio e di approfondimento, anche con le modalità "Inchiesta", attinenti sia alla metodologia dello scautismo (lettura e studio dei testi di B.P. per le tre Branche), sia alle questioni sociali e civiche, compreso l'aspetto politico/sociale della rappresentanza parlamentare e sindacale.
A questo punto si devono ricordare alcune date significative, rilevanti per capire il processo che sto esaminando e che ha influito nella costituzione del Gruppo "Treviso 2".
- Al novembre del 1959 si è accennato prima. 
- Giugno 1960 - 4° "Fuoco di Pentecoste" - Raduno Rover regionale (Pedavena/M.Avena) - Partecipano diversi rovers in servizio nelle Unità, si notano con evidenza i diversi modi di attuare roverismo/scautismo - i trevigiani si aggregano in pattuglie di provenienza locale. Il tema di una conversazione su "Roverismo: scelta, impegno, servizio" fa emergere difficoltà di comprensione fra le varie realtà.
- Ottobre 1960 - 5° Capitolo d'autunno (Mestre) - Convegno regionale dei Capi Clan, Maestri dei novizi e A.E. - dibattito serrato nei carrefours sul nostro roverismo (vita rude, servizio, testimonianza) con mozione finale che rivelava esigenze di mediazione. 
- Giugno 1961 - Presento in Commissariato Provinciale la proposta di costituire il Gruppo "Treviso 2°"
- Luglio/Agosto 1961 - Campo scout "Delle due Tribù" in Val Visdende - Sono Capocampo di Riparti di Treviso che, non avendo Capi brevettati, non avevano possibilità di fare il campo estivo.
- Agosto 1961 - Campo mobile di Clan (N.S. della Strada) - Val Travenanses/Caprile. - Come Capoclan dirigo il campo, Aiutocapo Pizzinato, due A.E. ! (Don Angelo Martini e Don Giovanni Bordin). Si tiene un "capitolo" sul futuro del Clan e su un suo eventuale sdoppiamento. Questo campo segna l'inizio dei procedimenti per lo sdoppiamento in Treviso 1° e in Treviso 2°.
- 28 Agosto 1961 - Consiglio di Commissariato - Si decreta lo sdoppiamento del Gruppo in Treviso 1° e Treviso 2° e del Clan, rispettivamente "N.S.della strada" e "La Quercia"; per il momento si mantiene un unico Noviziato a carattere provinciale affidato a Nino Della Valle e a Gigi Franzin.
Sono Capo Gruppo del Treviso 2° e Capo del Clan "La Quercia".
- Ottobre 1962 - Uscita dei passaggi - 2 scout di S.Bona e 12 di S.M.d. Rovere entrano nel Noviziato - a questo punto si esige la formazione del Noviziato del Clan "La Quercia" del Treviso 2°.


Alla fine del 1962 il Gruppo Treviso 2° è costituito da 2 Branchi, 3 Riparti + 1 Sq,libera (S.Liberale), Clan e Noviziato.
Seguiranno gli anni del suo sviluppo, della sua espansione e del fatto di voler essere punto di riferimento per una fedeltà al messaggio originale di B.P., attento sempre, come vuole quel messaggio, ai cambiamenti della società in cui opera.


Ci vorranno più di dieci anni perché quei nodi che furono posti nella discussione interna all'ASCI e anche nelle organizzazioni scout di Treviso in quegli anni trovassero una soluzione nell'affossamento delle vecchie Associazioni degli Scouts e delle Guide anche nella nostra provincia. 


Appunti e considerazioni di Gino Piazza

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