Centro Studi e Documentazione Scout "Don Ugo De Lucchi"
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Un ricordo sempre vivo
Ricordare don Ugo dopo tanti anni, ben quaranta dalla sua dipartita, non è
semplice.
Rammento quando è stato inviato dal Vescovo quale cappellano a S. Maria del
Rovere; si è inserito con tutto l’entusiasmo di un novello sacerdote.
Si sono
subito notate ed apprezzate le sue doti.
Un cappellano giovane non poteva che seguire i
ragazzi, e l’incontro non poteva avvenire che in Oratorio, anche se cercava di
colloquiare con tutti sia nel campo sociale, che nel politico; era preparato in tutti i
campi.
Il canto e la musica erano innati nel suo essere e lo coinvolgevano da
appassionato cultore. Con la musica e con i vari canti religiosi avvicinava piccoli e
adulti.
Ho ancora presente quando sotto la sacrestia con un piccolo armonium attendeva gli
scolari che uscivano dalla scuola "Carmen Frova" per insegnare, provare e
riprovare i canti per le varie celebrazioni dei tempi forti della Chiesa.
Quanta pazienza, quanto amore; in quel periodo i ragazzini gioivano per un
paio di caramelle. Oggi diciamo: erano altri tempi!
Con il Coro degli adulti quanti pezzi importanti si sono imparati; elencare
tutto, oggi come oggi, diventa quasi impossibile.
Merita ricordarne alcuni:
le Messe
del Perosi: la "Cerviana", l’ " Eucaristica"; diversi mottetti dei quali
"Degno l’Agnel" , l’"Alleluia" di Haendel,
il "Te Deum" del Perosi,
cantato solennemente l’ultimo giorno dell’anno.
Nelle feste importanti il Coro diretto da don Ugo era presente nelle funzioni
del Vespero con i relativi salmi cantati. Purtroppo tutto questo patrimonio
musicale dorme negli scaffali, mancando la materia prima per eseguirli: cioè i
cantori.
Don Ugo aveva una cultura musicale enorme, sensibile. Dava sfogo a questo
con tutti gli strumenti - pianoforte - organo - pure il violino che ultimamente aveva
imparato a suonare.
A S. Maria del Rovere ha voluto istituire il Gruppo Scout, acquistando la
stoffa per le divise, fatte confezionare dal Cav. Buso Secondo, del quale era un
affezionato amico.
Non tutto filava per il verso giusto per quanto riguardava la sua salute; ha
sofferto una grave malattia che lo aveva costretto a portare il busto di gesso.
Quanta
rassegnazione e sottomissione alla volontà del Signore, ma non faceva trapelare le
sofferenze, anzi sul suo viso si notava un simpatico sorriso.
Come un fulmine è arrivata la sua morte e la notizia si è diffusa istantaneamente. Si è
constatato come viveva questo sacerdote in una situazione che rasentava la
miseria.
Ha vissuto in una stanzetta ricavata su un giro di scale in Oratorio.
Solo un
sacerdote ha potuto adattarsi.
Di don Ugo ero amico da sempre; mi veniva spesso a
trovare a casa quando abitavo in via Fonderia e proprio Lui mi ha fatto il più bel
regalo, celebrando la S. Messa al mio matrimonio (50 anni fa).
Sono passati 40 anni dalla sua morte.
Di Lui a S. Maria del Rovere è rimasto un ottimo ricordo e la foto in una lapide nel
tempietto ricavato nella vecchia Chiesa.
Caro don Ugo, ti ricordo nelle mie preghiere, sicuro che Tu di lassù farai altrettanto.
Florindo Manfio