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L'attività
artistica di Ciano
Curriculum

Luciano Furlanetto è nato a Treviso nel 1939.
Diplomatosi presso il Liceo Artistico di Venezia, ha frequentato
l’Accademia di Venezia con il maestro Giuseppe Cesetti.
Abilitato all’insegnamento di materie artistiche ha insegnato per
trentasette anni nelle scuole di Treviso.
Le sue forme espressive privilegiate sono l’acquerello, l’affresco e
la terra cotta.
Sue opere si trovano presso collezioni private e pubbliche.
In particolare sono da segnalare:
-
La “Via Crucis” in
terra cotta nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Treviso e per
la stessa statue in terracotta di grandi dimensioni (misura base
per la figura umana cm. 90) per il presepe;
-
Nella Chiesa
Parrocchiale di S.
Floriano agli Olmi di San Biagio di Callalta,
i due affreschi di grande dimensione (10X6 m. ciascuno)
rappresentanti “Il Credo” e l’ “Eucaristia e sue profezie
nell’Antico Testamento”, un grande pannello in ceramica con “il
Risorto, la Vergine e San Floriano”, la “Via Crucis” in ceramica
monocroma e la pavimentazione della corsia centrale con “i
simboli del percorso della salvezza”.
-
Ha illustrato con
228 acquerelli
“il Libro della Genesi” e con 190 acquerelli “il
Vangelo secondo Marco” pubblicati da ADLE Edizioni di Padova.
-
Altra pubblicazione “Via Crucis”: testi del prof, Luigi Pianca,
acquerelli di Luciano Furlanetto, Musica del maestro Roberto
Antonello, pubblicato dalla Compiano Editore di Treviso.
-
Ha collaborato ad
illustrare i libri “Treviso nostra” e “Castelli e famiglie
gentilizie del trevigiano in età comunale” con lo storico Prof.
Giorgio Renucci.
-
Ha curato la
pubblicazione “Chiesa Parrocchiale di S. Floriano agli Olmi - le
decorazioni 1990-1991”. Fa parte dei soci fondatori della
Società Iconografica Trevigiana.
Le esposizioni
- Dicembre 2012
presso il battistero del Duomo di Treviso "Vedere
il Vangelo di Luca attraverso gli acquerelli di Luciano Furlanetto”
esposizione di 160 illustrazioni
- Marzo 2013 la stessa è stata riproposta
nelle
sale della parrocchia della Pieve di San Pietro di Feletto
- Dicembre 2013
presso il battistero del
Duomo di Treviso
in occasione della presentazione dell'ultima opera di Ciano a cui a
lavorato fino a poco prima di lasciarci, il "Vangelo di Gesù Cristo secondo
Matteo" - Acquarelli di Luciano Furlanetto - con prolusione del
Professor Ermenegildo Guidolin che di seguito si riporta.
Il Vangelo, il credente,
l’artista.
È con commozione e gioia che possiamo iniziare la nuova lettura del
Vangelo di Matteo accompagnati dagli acquerelli di Luciano
Furlanetto.
Con commozione perché, lo vediamo ancora, fino al termine della
vita, nei momenti concessigli dal male, chino sui propri fogli con
matita e colori; con gioia perché noi possiamo godere dei frutti del
suo lavoro di artista attento alla Parola, e alla resa viva in
immagini, della Sua verità e del Suo significato per la nostra
esistenza.
È come se il Vangelo di Matteo diventasse visibile, come se i
disegni facessero emergere tutta l’umanità del messaggio di Gesù: lo
stupore della creazione artistica di fronte a ciò che ci può elevare
ad una pienezza dell’umano, fragile e pur capace di aprirsi allo
splendore del divino. Esprimendolo in immagini, Luciano lo rende più
reale, più nostro: vicinanza che salva.
Il suo dialogo con la Bibbia in generale (Prima del Nuovo
Testamento, egli aveva artisticamente lavorato su Apocalisse,
Genesi, Cantico dei Cantici, Atti degli Apostoli, Esodo e Numeri)
diventa narrazione figurativa di personaggi, di situazioni, di
eventi mediante i quali Luciano illumina la sua esperienza religiosa
e ricerca la propria identità di credente, scoprendo poi per noi,
fruitori del suo lavoro artistico, per noi che guardiamo e vediamo,
altri significati, altri chiaro scuri, di un racconto che è Parola e
Annuncio. Scrive Gregorio Magno: “Divina eloquia cum legente
crescunt” (la parola divina cresce con chi la legge). Gli acquerelli
ispirati dal Vangelo di Matteo esprimono questa crescita; la Parola
getta un seme e l’efficacia delle immagini è interconnessa con la
qualità dell’esperienza cristiana di Luciano: esperienza religiosa
che può essere espressa e interpretata in modo adeguato solo se
personalmente vissuta.
L’immediatezza delle immagini, con la loro essenzialità realistica e
la delicatezza dei colori, incontra e perfeziona la nostra
sensibilità, i nostri sentimenti, la nostra apertura alla salvezza,
che la Storia Sacra rende concreta e vivente nella nostra vita.
L’arte, in lui, diventa esperienza di grazia, comprensione
immedesimata, attrazione interpersonale con il divino, presente
nella storia narrata e fluente negli acquerelli. È alla luce della
loro espressività che gli acquerelli che accompagnano il testo di
Matteo ci fanno ricordare, infine, che il confronto fra la Chiesa e
gli artisti ha vissuto in questi ultimi decenni momenti di nuovo e
intenso slancio, non a caso coinciso con il grande rinnovamento
teologico e liturgico iniziato nel secondo dopoguerra, culminato nel
Concilio Vaticano II e favorito con consapevolezza e lungimiranza
dagli ultimi pontefici: Paolo VI nell’incontro con il mondo degli
Artisti il 7 maggio 1964; Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000
con la Lettera agli Artisti; Benedetto XVI nell’incontro con gli
artisti il 21 novembre 2009.
In Luciano noi vediamo una profonda interiorità spirituale, della
quale è artefice primo lo Spirito. Certo, l’intimo dell’uomo rimane,
per sè e per gli altri, “segreto di Dio” (Edith Stein). Ma la
testimonianza è visibile. Nell’arte di Luciano troviamo congiunte
rivelazione e ragione, fede e ragione; “la ragione è sempre l’unico
strumento, ma vi sono cose che la ragione afferra soltanto nella
luce della Grazia” (Simone Weil). La Grazia si intreccia nel suo
mistero al dolore, all’attenzione, all’immaginazione, alla
contemplazione e alla salvezza.
Quando lo vedevo al lavoro accanto al suo letto di morente, mi
domandavo se la morte gli apparisse il “grande oscuro portone” di
Heidegger o “l’immenso roveto ardente” di Edith Stein. Luciano non
eluse l’oscuro portone trovando però in Cristo la risposta. Oltre la
morte, la risurrezione e l’abbraccio del Padre.
Ermenegildo Guidolin
Dalla stampa locale:

Dall'AVVENIRE:

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