Centro Studi e Documentazione Scout "Don Ugo De Lucchi"

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Baloo il maestro della legge

Una sestiglia di lupetti con i Vecchi Lupi

Se la presa di coscienza rimane, ancorché dimenticato il fatto che ne fu la causa, allora mi sembra riduttivo definire "ricordo di don Ugo" queste dovute poche righe. " Luciano dovresti prestare servizio con Paolo e Nino al branco di S. Maria del Rovere" . 

Non conoscevo ancora bene la Storia di Mowgli, ma "fiore rosso" il fuoco, mi sembrava un nome bello per un branco. Anche Bagheera, il nome assunto come vecchio lupo, non era male, "la Pantera tutta nera come l’inchiostro, con le macchie della sua razza che apparivano e sparivano come riflessi sulla seta marezzata" come il genio di Kipling l’aveva presentata nella sua storia meravigliosa, nonostante il limite di ogni traduzione. Lo avevo scelto quasi per caso, forse perché mancava in quel momento nel branco. 

La fantasia nel bambino è fondamentale, mi ripetevo, ma i dubbi su come sarei stato accolto dai lupetti continuavano a tormentarmi: cosa possono aspettarsi da Bagheera? Questi e altri interrogativi mi assillavano avviandomi alla riunione che prevedeva tra l’altro la cerimonia di presentazione dei nuovi capi. Fu la prima volta che vidi Baloo, Rupe Nera per gli scouts; don Ugo per tutti! Due parole di Akela, poi il saluto di Baloo. Sarà come sempre, pensavo con il mio solito ottimismo, il prete incaricato a seguire tutte le attività giovanili della parrocchia. 

Non era un complimento perché forse anche per colpa nostra, spesso gli assistenti venivano a salutarci durante l’attività, ma non sapevano quasi niente né del metodo scout, né i nomi dei ragazzi. Passò un po’ di tempo e durante l’estate, con un lavoro che mi permetteva due ore libere nel primo pomeriggio, ero a disposizione, oltre le attività normali di branco, per i lupetti che, tornati da scuola subito dopo il pranzo, frequentavano l’Oratorio per preparare la prima e seconda stella o le specialità. 

Fu in uno di quei giorni che salii lassù nella stanza di don Ugo. Era la prima volta, attorno a sè dei ragazzi che studiavano, mi salutò ringraziandomi per quello che stavo facendo. Meravigliato scoprii che conosceva tutto dei lupetti: i nomi, il livello, la loro storia e le loro famiglie e perfino quali del branco frequentavano la sede in quei giorni: non poteva muoversi con facilità, ma erano i ragazzi che andavano da lui. 

La mia presunzione fu scossa, ma l’ammirazione aumentò quando, non avendolo trovato nella sua stanza, andai in chiesa e sentii i cori sacri che lui dirigeva con un vero amore per la musica e per i ragazzi. Tutto con estrema semplicità. Dopo, come assistente di gruppo, ebbi occasione di sentire la sua profonda competenza e umanità, una bontà che a stento nascondeva la sottostante forza. Rupe Nera era un buon nome scout, era vera roccia insomma. 

Ecco forse quella presa di coscienza, più che un ricordo può essere incarnazione, quindi, attuale parte di me, di un quid che esce dalle categorie di tempo, spazio, peso e misura. Un profondo grato "sentire" .

Luciano Guiotto