l’osservanza della legge gli altri, specialmente se più deboli. Basti ricordare il libro che è stato maestro per generazioni, il “Cuore” di Edmondo De Amicis, che proponeva ai suoi ipotetici alunni, nel racconto mensile, che si inseriva nella vita della sua classe, esempi di quanto sapessero fare i ragazzi da “Il piccolo scrivano fiorentino” a “La piccola vedetta lombarda” a “Il tamburino sardo”, da “Sangue romagnolo” a “Dagli Appennini alle Ande”. Sir Baden Powell ebbe il merito di sfruttare la predisposizione dei ragazzi ai giochi, trasportando in questi le gesta dei grandi, utilizzandoli così per la loro educazione. Nel libro fondamentale “Scouting for boys” (Scautismo per i ragazzi), condensava in quattro punti i principi della formazione:
1. Carattere. Abituarsi a sapersela sbrigare, allo spirito di osservazione, a scegliere con la propria testa;
2. Abilità manuale. Saper utilizzare i materiali e le conoscenze;
3. Salute fisica. Incoraggiare il ragazzo ad una vita attiva ed a curare il proprio corpo;
4. Servizio civico. Essere pronto a prestare la propria opera nei servizi di protezione civile, nelle calamità, nel pronto soccorso e in ogni altro servizio collettivo.
Il finanziamento doveva essere frutto del lavoro di ogni Scout nell’ambito della organizzazione; lo Scout deve saper bastare a se stesso e alle sue iniziative. Il metodo educativo si attua progressivamente adattandosi alla psicologia variabile del ragazzo che cresce. Si formò dapprima un movimento maschile, esploratori, e quasi contemporaneamente un analogo movimento femminile, “Guide”, con gli stessi criteri pedagogici. Le due associazioni si diffusero rapidamente in tutto il inondo accogliendo e sviluppando la Legge comune, e mantenendo ferma l’idealità della preparazione del giovane ad “essere cittadino” e ad offrire alla società il proprio “servizio civile”. Attualmente esistono due movimenti giovanili scautistici: l’Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici (World Organization of Guides and Giri Scout, WAGGGS) con sede a Londra e l’organizzazione Mondiale del Movimento Scout (World Organization of the Scout Movement, WOSM) con sede a Ginevra, che accolgono rispettivamente circa 8 milioni e 16 milioni di aderenti in 150 paesi e territori (1992). Nella regione EUROPA l’organizzazione fa capo alla “Associazione Mondiale Guide WAGGGS) in Europa” e alla “Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (WOSM) in Europa”, suddivise in vari comitati

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con compiti di studio ed organizzativi per le attività e gli incontri internazionali. In ogni stato europeo vi è una Federazione che rappresenta e coordina le organizzazioni scautistiche. Tutte le associazioni sono riconosciute come appartenenti ai due Movimenti Mondiali Scouts WAGGGS e WOSM se applicano, indipendentemente dalla nazionalità, dalla confessione religiosa e dalla razza, i principi della formazione scout sanciti nella Carta Fondamentale sottoscritta a Copenaghen nel 1994.


Il
Movimento Scout in Italia
In Italia lo scautismo venne introdotto nel 1912 quando fu fondato il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani (C.N.G.E.I.), poi eretto nel 1916 in Ente Morale, comprendendo assieme ai Giovani Esploratori Italiani (G.E.I.) anche il parallelo
movimento femminile Unione Nazionale Giovani Esploratrici Italiane (U.N.G.E.I.). Il 1 febbraio 1916, nasceva l’A.S.C.I. per iniziativa dell’Azione Cattolica, conglobando le Liguri Gioiose di Mario Mazza, che avevano fondato lo scautismo cattolico; ne fu primo capo il conte Mario di Carpegna ed il primo Assistente il p. Giuseppe Gianfranceschi. Si era nel pieno della prima guerra mondiale e l’Europa era divisa dal conflitto; si fondarono i primi Riparti ma l’Associazione non poté diffondersi per le condizioni del momento e, finita la guerra, per le difficoltà sorte dal conflitto sociale che ne seguì. Tuttavia nel 1925 si avevano oltre 1000 Riparti in tutta Italia. In occasione della celebrazione dell’anno santo, il Papa, Pio XI. nel discorso agli Scouts, proclamò lo scautismo cattolico “opera valida e operante nella Chiesa”. Le Associazioni scautistiche non furono bene accette al Regime Fascista che anelava ad una sua educazione della gioventù, con la fondazione dell’opera Balilla, e nel 1927 si volle lo scioglimento delle Associazioni scout che cessarono l’attività nel 1928. Non tutti gli Esploratori accettarono lo scioglimento dei Riparti, alcuni continuarono la loro attività clandestinamente come le “Aquile Randagie” di Milano ed i Riparti romani che si trasformarono in “Congregazioni Mariane”. Fra queste una aveva sede in un locale della Basilica di S.Marco, inclusa nel famoso “Palazzo Venezia”. Subito dopo la caduta del Fascismo (25 luglio 1943), gli ex dirigenti dell’A.S.C.I. presero a riorganizzare l’Associazione, ritrovandosi nella Chiesa di San Giorgio al Velabro.

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