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Treviso, 25 Maggio 2006

Appunti rilevati dalla tesi di laurea della Dr.ssa Rita De Dea,
per il completamento delle informazioni su S.M. del Rovere
al tempo della guerra e sull'inizio dello Scautismo con Don Ugo
.

8 Settembre 1943 - L'armistizio

 

 S. M. del Rovere si trova a vivere momenti cruciali, soprattutto dopo l'otto Settembre 1943 per alcune postazioni presenti nel suo territorio, nodi nevralgici dal punto di vista militare.
Sabato 11 Settembre, nelle ore tre pomeridiane, S. M. del Rovere per prima fu occupata dalle forze germaniche: i primi carri armati giunsero da Conegliano, in mezzo ad una fredda e silenziosa accoglienza della popolazione, e occuparono la Caserma Salsa.
Si delinea da questo momento un periodo nuovo di vita per la popolazione, fatto di paura, di allarmi, di bombardamenti, di vittime e di distruzione..
Nell’ex Villa Lanza, "il vecchio asilo" all’inizio di via Corti, prese stanza per pochi mesi  la famigerata "Compagnia della Morte".
Villa Lanza sarà poi adibita, nel maggio 1944, quale sede del Nucleo operai che verranno deportati in Germania. Qui venivano raccolti tutti quei giovani che il rastrellamento pigliava nella sua rete, tutti coloro che venivano sospettati di atti di sabotaggio, di dubbia fede fascista.

7 Aprile 1944, Venerdì Santo - Bombardamento di Treviso

  Il venerdì sette aprile 1944, prova suprema per Treviso, gran parte della popolazione fu sorpresa dentro le mura cittadine mentre dall'alto il terribile bombardamento seminò rovine e morte.
In questo ed altri bombardamenti S.M. del Rovere fu colpita più volte nella località Selvana, nella frazione delle Corti e lungo la ferrovia  tra lo scalo merci sino a Lancenigo.
S. M. del Rovere rimane legata ai tragici momenti vissuti da tutti i Trevigiani anche con un suo Oratorio denominato "Madonetta" che fu restaurato e nel contempo, a ricordo dei bambini trevisani periti nelle incursioni aeree, posta una lapide.

30 Aprile 1945 - Arrivo delle truppe alleate a Treviso 

  Il lunedì 30 aprile, verso le ore otto, un primo carro armato inglese arrivò fino al bivio della Fonderia di Santa Maria del Rovere: un soldato inglese chiese se questa frazione fosse  S. M. del Rovere. Avuto la risposta affermativa, tornò indietro salutato dalla poca gente presente.
Un'ora dopo ebbe inizio l'inseguimento dei tedeschi da parte delle truppe alleate.
Treviso intanto è imbandierata, alle ore otto precise… l'incubo dei bombardamenti e dell’occupazione tedesca finisce.
L'incubo della guerra finisce, s’inizia un nuovo periodo
Molte famiglie sono assenti dalla parrocchia, altre sono dimezzate, altre ancora, più tragicamente colpite, hanno posti vuoti per sempre.
Così la vita parrocchiale continua per i rimasti, per coloro che tornano dai paesi nei quali erano sfollati. Finita la guerra, cessati i pericoli aerei, rientrano coloro che erano scampati, la vita parrocchiale si riporta alla sua normalità.
Riprendono i lavori della scuola materna parificata ed elementare e della nuova Chiesa Arcipretale.
Si avvia l'impegno per un'altra importante opera: l'Oratorio Don Bosco che verrà benedetto dal Vescovo Mantiero la domenica primo Aprile 1951. Opera particolarmente necessaria per i giovani che entravano numerosi nelle file delle associazioni cattoliche.
L'Oratorio con i suoi spazi e le sue aule consentiva che si svolgessero dibattiti, incontri ed occasioni di formazione umana e cristiana dei giovani, oltre la normale attività dell'Azione Cattolica, affidata a Don Angelo e a Don Luigi.
Fervevano altre iniziative coordinate e stimolate da Don Ugo De Lucchi: il movimento scoutistico, esploratori e lupetti, giovani rurali, studenti, operai, scuola cantorum, teatro, lezioni di musica e ripetizioni per le materie scolastiche.
Don Ugo svolgeva anche le lezioni di religione alle scuole elementari del paese.
Durante la guerra e prima dell'arrivo di don Ugo a S. M. del Rovere c'era stato un bravo sacerdote, Don Luigi Favero, ora Monsignore di oltre ottanta anni che vive ed è attivo a Paese di Treviso.
Don Luigi, in quel periodo di guerra e di ristrettezze, ha aiutato tante famiglie. Egli seguiva gli scolari, gli aspiranti, i chierichetti e noi che eravamo più grandi.
Lo ricordiamo tutti e lui ci ricorda tutti.
Quando arrivò Don Ugo, ritornarono gli sfollati e giunsero anche nuovi parrocchiani
Questo vento di rinascita c’investì e si presentò per tutti il momento dei mutamenti e delle impostazioni della vita che stava rinnovandosi con l’impegno della ricostruzione morale e materiale.
Si riprendeva con energia l'Azione Cattolica, nacquero gli Scouts e le altre iniziative.
Noi che operavamo attorno a Don Ugo costatavamo il sorgere, in parrocchia, di una certa resistenza nell'accettare il movimento Scout: il timore che "questa novità " impoverisse l'Azione Cattolica.
Ma Don Angelo e Don Ugo, negli incontri con i giovani della parrocchia, spiegavano che due Associazioni miravano ad un unico fine, quello dell'educazione religiosa e civile. Unico fine.
Sorse una reale unione di giovani, un’amicizia tra loro che ancora vive.
L'isolata stanzetta di Don Ugo nell'oratorio anziché relegarlo nella solitudine aumentò la fermezza dei propri principi.
Il destino che programmava il suo imminente e prematuro finale lo rese Maestro di vita.
Morì improvvisamente benvoluto dai parrocchiani e dai Sacerdoti della Parrocchia e, in particolare, da tutta la gioventù di S. M. del Rovere.

foto 1° dopoguerra a SMD Rovere


L'amico comune Manfio Francesco, personaggio generoso della nostra parrocchia, mi ha consigliato di mettermi in contatto con la d.ssa suor Rita De Dea autrice del libro «La Parrocchia di S.M. del Rovere a Treviso dal 1934 al 1964»
Questa ricerca  è stata possibile grazie alla tesi di laurea di suor Rita, che ha consentito il ricupero dei lieti ricordi tanto legati alla nostra giovinezza. Grazie ancora Suor Rita.
A noi si è unito un altro grande e comune amico, Giorgio Casagrande che immediatamente si è posto al nostro fianco e contribuire alla ricerca.
Non immaginavamo tanto riscontro a questa ricerca, partita per il ricordo dei primi tempi della fondazione dello scautismo a S. M. del Rovere.
IL dopoguerra ci aveva raggruppato in tanti, veramente tanti, e tutti li abbiamo rivisti con personale gioia, in particolare quelli che vivono lontani dai posti della nostra giovinezza.

 

Giovanni (Ninni) Dalle Feste                [torna alla pagina della storia]

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