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Lo scautismo femminile italiano: impostazioni e problematiche.

I problemi dello scautismo femminile italiano alla ripresa, dopo la soppressione fascista, erano la individuazione dei fini, dei mezzi e dei contenuti del metodo.
Il richiamo ai testi del fondatore Baden-Powell offriva la possibilità di identificazione dei fini: la formazione di una personalità armonica, la preparazione a diventare spose e madri e buone cittadine, tutti scopi che le associazioni femminili risorte non avevano difficoltà ad avallare.
L'individuazione dei mezzi e dei contenuti non poteva essere similare a quella maschile, come veniva proposta, in qualche modo, da BP in Girl Guiding. Furono adottati, invece, due testi particolari Sii Preparata della Maynard e Le guide di oggi, le donne di domani di padre Ruggi D'Aragona.
L'UNGEI seguì di pari passo l'evoluzione del corrispondente CNGEI nelle due tappe fondamentali dei regolamenti del 1946 e del 1976.
L'AGI, pur nascendo dall'esperienza dell'ASCI, marcò gradualmente la sua differenza per evitare una facile critica di "mascolinizzazione" puntando alla rottura dell'educazione tradizionale impartita alle donne e a differenziare il metodo e le ambientazioni da quelle dei maschi.
Padre Agostino Ruggi D'Aragona (Roma 1900-1986), scout fin dalla fondazione dell'ASCI nel 1916, Commissario di zona per i Castelli Romani, attivo nello scautismo clandestino del Roma 5°, è Assistente Ecclesiastico centrale dell'AGI dal 1944 al 1967, fu colui che suggerì l'ambientazione della "coccinella".
La Branca Coccinelle (8-11 anni) propone il percorso di un sentiero in tre stadi: del prato, del mughetto, della genziana fino alla conoscenza dei segreti della "grande quercia".
Il mondo dello "spirito del bosco" fa vivere la bambina nella libertà di espressione, di ricerca di strumenti adatti alla sua crescita in una comunità gioiosa detta del "cerchio" che la rende indispensabile all'esistenza di questo, infatti, "se manca qualcuno il cerchio non è completo".
La Branca Guide si sviluppa in parallelo a quella maschile, mitigando gli eccessi della tecnica, dello spirito di avventura e ricercando e vivendo la femminilità anche in ambienti tipicamente ostili come l'avventura del campo.
La Branca Scolte trova la sua concretizzazione sui testi di Folliet, La spiritualità della strada, e di Pignedoli, Strade aperte. Nel 1947 svolge il suo primo incontro nazionale ad Assisi ed in quell'occasione adotta l'inno della città umbra come suo inno.
La "strada" per le scolte diventa "via", simboleggia il percorso da compiere e dà senso alla vita come progressione, come lotta alle difficoltà. La "via" porta ad uscire dalle proprie sicurezze, porta all'incontro con gli altri e con se stesse, ad immergerti nella realtà e nella natura in modo da esser autonome ed essenziali. La dimensione comunitaria, vissuta nel "fuoco" con la condivisione delle esperienze e con l'adesione ad uno spirito di semplicità e povertà, è coordinata dalla "carta di fuoco" e dal "consiglio di fuoco" che conducono al traguardo della "partenza" e all'acquisizione del titolo di "Scolte di S. Giorgio".
La scelta definitiva è quella del servizio per donare la propria generosità nel superamento dell'egoismo, servizio che si svolgerà principalmente all'interno dell'associazione.
Dal 1946, con Lella Berardi, iniziano i campi scuola dell'AGI che, a diversità dell'ASCI, non portano ad acquisire un brevetto di capo differenziato per branca.

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