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ARTICOLO IV 

LO SCOUT E' AMICO DI TUTTI E FRATELLO DI OGNI ALTRO SCOUT 
LA GUIDA E' AMICA DI TUTTI E SORELLA DI OGNI ALTRA GUIDA 


C'è sempre il pericolo, riguardo a questo articolo, di puntare troppo in alto, perdendo cosa gli addentellati con la realtà; ma l'argomento, in se stesso, è del tutto particolare e induce ad esprimersi in un certo modo, quasi balbettando, perché si impernia attorno alla più misteriosa e divina esperienza che l'uomo è chiamato a condividere: la vita di amicizia, o meglio LA CARITÀ! 
Se lo scout deve essere formato alla scuola d'amore nessun educatore e nessuna comunità possono arrogarsi il diritto di dettare mezzi, norme, comportamenti; sarebbero espedienti di uomini e, come tali, di persone che, a fatica e parzialmente, vivono il dono di se stessi agli altri. 
All'inizio di questo articolo è opportuno ricordare la parola di S. Paolo che dovrebbe essere la norma suprema del nostro aiutarci a vicenda nel difficile cammino della fraternità: "La Parola di Cristo abiti in voi in tutta la sua ricchezza; istruitevi ed ammonitevi con ogni sapienza... e tutto quello che fate, in parole ed opere, tutto si compia dentro l'esperienza e il mistero della persona del Signore Gesù". (Col 3,16-17) 
E' utile ricordare che l'ideale di un credente, anche scout, è quello di aprire la giornata alla luce trasformante del Signore Gesù e di chiuderla in un sereno confronto con la medesima luce, sentita e vissuta come luce di perdono e di incoraggiamento delle fatiche e delle sconfitte vissute durante la giornata. 
Quello che il Cristo ci insegna non è un pensiero, è il suo stile di vita. Paolo lo ricorda così: 
"Accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo ha accolto voi per la gloria di Dio". (Rom. 15,7) 
Per questo l'amore di cui parliamo non è più solamente il nostro sforzo, ma è la partecipazione all'amore che il Padre dona al suo Figliolo. Un amore tutt'altro che disimpegnato: un amore che si crocifigge e che crocifigge, ma non come realtà di morte, bensì come forza generante e invincibile di vita. 
Tale amore Dio ha diffuso nelle nostre persone per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato. Ma perché Dio ci ha amato così? (Rom 5,5)

(Rom 5,6-8) Perché eravamo giusti? No, dice Paolo, ma per farci giusti e questo stile diventa già una regola per un credente che vive nella comunità: non si ama il fratello per le sue qualità, per la simpatia, per una affinità di temperamento, perché si condividono gli stessi ideali; basi del genere si sono sempre rivelate fragili ed inconsistenti; spesso, al di là di questi gesti altruistici, vengono coltivate sfere di potere e di influsso personale dove le personalità più forti attirano l'amore e la subordinazione dei più deboli. 

(Mt 5,43-47) Gesù ci ricorda che fanno così anche i pagani, cioè coloro che vivono e ricercano un amore soltanto umano e, intenzionalmente, prendono le distanze dal Vangelo perché considerato alienante. 

(Lc 5,27-36) Quando si ama si deve imparare una difficile regola, che si ama per generare e promuovere alla vita una persona nel senso più pieno. Ecco, allora, che il vivere insieme diventa una possibilità formidabile di scambio del meglio di noi stessi. E' apprendere lo stile d'incontro praticato da Gesù come dono di se stesso, è attenzione a colui che sta innanzi, come occasione e possibilità di accrescergli la vita. 
Visto così il fratello o l'uomo che incontri è visto nell'ottica di Dio che chiama l'uomo alla vita e ci vuole collaboratori di questo ministero. Di conseguenza, quando incontri una persona o vivi con essa, devi pensare quale sia l'occhio del Padre su di lei. Amare nel Cristo è, allora, una autentica forza di Dio in noi, con la quale generiamo il fratello. Tale amore comincia, innanzitutto, quando accettiamo il fratello non come un peso da sopportare, ma come dono di Dio da riempire della pienezza di noi stessi sull'esempio della Beata Trinità. 
Essere accettati è un bisogno delle persone per poter crescere, vivere e comunicare. Quando si è in gruppo, la prima necessità che sentiamo è quella di non essere giudicati, ma accolti. Questo è il clima che ci libera dai complessi di inferiorità, dal senso del limite, ci rende sereni e ci permette di maturare ed esprimere, a nostra volta, il meglio di noi stessi. 
La comunità diventa il luogo dove ci educhiamo alla vita, dove l'uomo viene salvato progressivamente dal suo limite, ma a patto che accogliamo il comandamento di Gesù: "Amatevi l'un l'altro come io ho amato voi". 
Vivere l'amore ad oltranza vuol dire, per chi vive con dei fratelli, accettarsi malgrado ostacoli, urti, antipatie, incomunicabilità, torti ed offese, talvolta inevitabili, perché il dono del Signore non è ancora definitivo e totale in noi e nel fratello. Vuol dire trovare la forza di cominciare sempre da capo, dopo ogni infedeltà, sapendo che, insieme, stiamo costruendo il progetto del Signore: LA FRATERNITÀ. 
Se viviamo insieme con questo stile di aiuto, con lo sforzo di portare gli uni i pesi degli altri, per adempiere al comando del Signore e così permettere a ciascuno di crescere, come possono coesistere antinomie di atteggiamenti e comportamenti? (Gal 6,2)

Perché non sentiamo queste realtà come il peso del peccato e della schiavitù che ci condiziona? Il richiamo alla conversione è una realtà permanente nella vita di chi vuol amare. E questa conversione è l'ostinato ritorno al confronto con lo stile del Signore. E' Lui che sempre ti ricorderà che essere amico di tutti e fratello di ogni altro scout significa imparare a poco a poco a dividere le gioie, le speranze, le difficoltà e anche i beni come segno di un amore fraterno. 
Essere fratelli vuol dire essere un'anima sola "la moltitudine di coloro che erano venuti alla fede avevano un cuor solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune; nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché ciò che ognuno possedeva lo vendeva e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno". (Atti 4,32-35; 2,42) 

Essere un'anima sola è condividere ed attingere ad un medesimo ideale, ecco la fonte dell'amicizia: accettare di diventare il custode del fratello. 
- Ama il tuo fratello in modo leale non lasciando spazio alle antipatie. (Rom. 12,9-11)
- Amare il fratello significa essere capaci di superare momenti di tristezza senza mostrarsi scontrosi, iracondi. (Ts 5,16) 
- Amare è anche saper chiedere aiuto quando se ne ha bisogno come segno di stima del fratello. 
- Ama il tuo fratello di una amicizia serena, calda, ma mai esclusiva, di modo che l'amicizia che hai verso qualcuno mai sia di ostacolo ai rapporti con gli altri. 
Amare è saper correggere il fratello quando sbaglia; è questo uno dei segni più difficili dell'amore ma anche il più bello assieme a quello del perdono. E' il segno della maturità della comunità. Quando sei nel gruppo se ci sono problemi e manca la chiarezza per risolverli, amare vuol dire cercare di aiutare il fratello a trovare la strada, facendogli credito sapendo che lui sta rischiando per te e che la vita di amicizia insieme, anche se povera, è sempre una grande avventura voluta da Dio. (1Ts 1,5-14)

AMARE infine vuol dire dare la vita, amare fino a perdersi. (Gv 13,1)

Questo è il comandamento che ci lascia il Signore. Questo è il segno di riconoscimento. Un amare che ci costruisce a piccoli gesti ma che manifesta una scelta di amore per una persona. Si tratta di coltivare un animo grande capace di grandi scelte di amore. Niente si improvvisa ma tutto si prepara. BUON LAVORO! La forma più alta di maturità dell'amore è quando si passa dalla vita comune, dagli ideali comuni alla preghiera e all'ascolto della Parola "INSIEME" come espressione del nostro essere in dialogo tra noi e con il Padre, Lui che nello spirito ci ha donato chi si è fatto infinitamente fratello: 
GESÙ. (Gv 13,34-35)


RACCOGLIAMOCI IN PREGHIERA

SALMO 22
IL BUON PASTORE
Il vero pastore è colui che sa morire per gli altri, che fa la strada per primo, che sa donare esperienze autentiche (pascoli abbondanti) ricolmando di beni. Con questo salmo preghiamo Gesù che ci ammetta al difficile apprendistato dell'amore per capirne le vere esigenze.

Il signore e il mio pastore; 
non manco di nulla;

Sui pascoli erbosi mi fa riposare, 
ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca mi guida per il giusto cammino
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura, 
non temerei alcun male, perché tu sei con me. 

Il tuo bastone e il tuo vincastro 
mi danno sicurezza. 

Davanti a me apparecchi una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici; 

cospargi di olio il mio capo. 
Il mio calice trabocca. 

Felicità e grazia mi saranno compagne 
tutti i giorni della mia vita, 

ed abiterò nella casa del Signore 
per lunghissimi anni. 


LETTURA BREVE. LC 6, 27-36 

Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 

PAUSA DI MEDITAZIONE 

RISPONDIAMO PREGANDO CON IL SALMO 118 (Sal 118, 33-40)
ELOGIO DELLA LEGGE 

Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti 
e la seguirò sino alla fine. 

Dammi intelligenza, perché io osservi la tua lode 
e la custodisca con tutto il cuore. 

Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi, 
perché in esso è la mia gioia. 

Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti 
e non verso la sete del guadagno. 

Distogli i miei occhi dalle cose vane, 
fammi vivere la tua via. 

Con il tuo servo sii fedele alla parola 
che hai data, perché ti si tema. 

Allontana l'insulto che mi tormenta, 
poiché i tuoi giudizi sono buoni. 

Ecco, desidero i tuoi comandamenti; 
per la tua giustizia fammi vivere. 


INVOCAZIONI 

C. Preghiamo per questo ideale voluto dal Signore: 
R. Ascoltaci, Signore! 
L. Preghiamo per quelli che non sanno amare, e per quelli che vengono esclusi e non conoscono un volto amico. 
R. Ascoltaci, Signore! 
L. Aiutaci a restare nell'amore durante le dispute con il nostro prossimo. 
R. Ascoltaci, Signore! 

(intenzioni libere) 

Padre nostro... 

PREGHIERA COMUNE 

Signore, Dio misericordioso, noi ti preghiamo di accrescere in noi l'amore. Fa' che nel compiere quanto è bene ai tuoi occhi, siamo sempre uniti e concordi e non permettere che ci separiamo da Te, nelle cui mani è ogni nostra speranza per Cristo nostro Signore.
AMEN! 
incisione "Il suolo riarso si muterà in sorgenti" (Is. 35,7)

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