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ARTICOLO V 

LO SCOUT E' CORTESE E CAVALLERESCO 
LA GUIDA E' CORTESE E GENEROSA 

La vocazione principale per ogni persona è di poter e di saper amare ed essere amata. 
E' questa una delle forze vive della vita che spinge a scegliere impegnando le proprie energie migliori. 
Questa realtà è capace di dare significato, compiutezza e gioia alla vita! MA L'UOMO NON NASCE CAPACE DI AMARE! 
Per sviluppare il suo bisogno e il suo potere di amore deve percorrere una lunga strada con tappe, incontri, scadenze, ostacoli, rischi, che occorre saper vivere con autenticità e superare, pena il restare fissati nella propria pochezza e costruirsi, con le proprie mani, una vita infelice. 
Essere CORTESE E CAVALLERESCO dice allora alcune mete che lo scout deve cercare di raggiungere se vuole essere tale. La cortesia dice amicizia educata, matura; dice sforzo continuo, ricerca armoniosa di rendere credibile e desiderabile l'amore. 
Si può parlare di un incontro umano, che accetta l'altro al di là delle simpatie e delle antipatie immediate. Una capacità di amicizia aperta e promovente la crescita della persona dello stesso sesso e di sesso opposto senza strumentalizzazione. 
Questo domanda una attenzione squisita dentro ogni relazione che sappia mantenere i confini e rispettare le tappe di crescita, evitando il pericolo di pretendere di imporre il proprio cammino e le proprie esigenze, talora emotive e passionali. 
Cortesia e cavalleria significano: camminare intorno alla persona in punta di piedi perché essa è un valore sacro, un santuario di fronte al quale ogni violenza e ogni gesto offensivo diventa sacrilegio. 
Sono aspetti forti ma che occorre ribadire con forza in questa civiltà dove la libertà è intesa in senso individuale, spontaneistico e non come valore comunitario che promuove il diritto e la maturazione di ogni persona. Il primo a trattare con cortesia e cavalleria è Gesù stesso. 
(Gv. 15,9-14) "Come il Padre ha amato me così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore, se osserverete i miei comandamenti rimarrete nell'amore mio come io stesso ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nell'amore di Lui. 
Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa. 
Ecco il mio comandamento: AMATEVI SCAMBIEVOLMENTE COME IO HO AMATO VOI. NESSUNO HA AMORE PIÙ GRANDE DI QUESTO, DI UNO CHE DIA LA VITA PER I SUOI AMICI. VOI SIETE MIEI AMICI, SE FATE QUEL CHE VI COMANDO". 
Anche con le persone più difficili, giudicate intrattabili, poco educate, che non rispettano le leggi ebraiche come pubblicani e peccatori, Gesù sa trattare. 
Egli dona loro la sua amicizia cordiale, serena e profonda, (per un orientale mangiare insieme ad una persona era un gesto di grande amicizia). (Mt 19,10-13)
Egli ci ha insegnato la regola d'oro della convivenza umana: "TUTTO QUANTO VOLETE CHE GLI UOMINI FACCIANO A VOI, ANCHE VOI FATELO A LORO: QUESTO INFATTI E' LA LEGGE E I PROFETI". 
Essere cortesi significa vivere accanto agli altri sapendo cogliere gli aspetti positivi di una persona e non osservare unicamente i lati negativi. 
Bisogna imparare ad essere il più possibile realisti e giusti senza rispondere in modo emotivo perché spesso questo è causa di chiusura tra persone. (Mt 7,1-5) 
Si tratta di avere l'occhio chiaro che vede le cose senza falsarle; per collaborare con persone di carattere e mentalità diverse, talora opposte alle proprie, per sapere stare insieme in modo nuovo e profondo, queste piste sono essenziali, saltarle vuoi dire fallire! Cortesia e cavalleria diventano tensione continua, cammino verso una costante abitudine di far dono di sé, di porsi a servizio degli altri concretamente, nel proprio gruppo, in nome dei valori ai quali ci si ispira. (Mt 6,22-23) 
La cortesia e la cavalleria si possono dunque definire come la maturazione affettiva, come la gentilezza dell'amore, della relazione con l'altro. Il contrario di tale atteggiamento sarebbe un amore grossolano, poggiato sulla istintività, che pretende tutto e subito, bruciando le tappe necessarie per uno sviluppo maturo e socializzato dell'amore e che finisce per travolgere la persona creando in essa scompensi talvolta molto profondi. 
Gesù l'uomo Dio che vive l'ideale dell'amore in maniera perfetta (il Vangelo è testimone della libertà, della totalità e della serietà dell'amore di Cristo) insegnò ad amare con tutto il cuore, cioè con tutto se stesso, senza mezze misure. (Lc 10,25-28) 
In Lui l'amore non era esclusivo, possessivo, ma aperto e profondo, capace di dare a tutti ciò che si aspettavano. Cercare una maturazione affettiva senza un ideale religioso che la salvi dalle deformazioni, vuol dire privarsi di un aiuto essenziale e decisivo perché "solo coloro che sono mossi dallo Spirito Santo di Dio cioè dal suo amore diffuso nei nostri cuori grazie allo Spirito Santo sono i veri figli di Dio" (Rm 5,5), cioè i veri uomini che hanno realizzato il progetto dell'uomo ideale creato e voluto da Dio, suo artefice e ideatore. (Rm 8,14) 
(Gv 16,13) Solo lo Spirito, e non le nostre teorie, ci guiderà verso la piena verità che è quanto dire la totale autenticità del nostro essere persone insieme, che vivono l'esperienza non in modo consumistico e massificante, ma come esperienza di comunione di persone che sanno donare il meglio di sé: 
"E la moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo ed un'anima sola". (Atti 4,32) 
Queste parole esprimono lo scopo della cortesia. 
Esso è quello dell'amore socializzato, che ha come fine la comunità, dove i beni di ciascuno finiscono non per creare divisione ed arrivismi, ma una solidarietà che arricchisce. 


RACCOGLIAMOCI IN PREGHIERA 

CANTICO Sir 39,17-21 
INVITO A LODARE, DIO

Paolo ricorda ai credenti che rende grazie a Dio perché egli diffonde per mezzo Suo il profumo della Sua conoscenza nel mondo. 
Essere cortese e cavalleresco è sentire la vocazione di diffondere il profumo della gentilezza e dell'amore. (2 Cor. 2,14)

Ascoltatemi, figli santi, e crescete 
come una pianta di rose su un torrente 

Come incenso spandete il buon profumo, 
fate fiorire fiori come un giglio,

spargete profumo e donate un canto di lode; 
benedite il Signore per tutte le opere sue. 

Magnificate il suo nome; 
proclamate le sue lodi 
coi vostri canti e le vostre cetre; 

così direte nella vostra lode: 
"Quanto sono magnifiche tutte le opere del Signore! 

Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo!" 
Non c'è da dire: "Che è questo? perché quello?" 
Tutte le cose saranno indagate a suo tempo. 


LETTURA BREVE: 1a Pt 2,15-16 

Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all'ignoranza degli stolti. Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio. 

PAUSA DI MEDITAZIONE 

RISPONDIAMO PREGANDO CON IL SALMO 118 (Sal 118, 41-48)
ELOGIO DELLA LEGGE 

Venga a me, Signore la tua grazia, 
la tua salvezza secondo la tua promessa;

a chi mi insulta darò una risposta, 
perché ho fiducia nella tua parola.

Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera, 
perché confido nei tuoi giudizi.

Custodirò la tua legge per sempre, 
nei secoli, in eterno. 

Sarò sicuro nel mio cammino, 
perché ho ricercato i tuoi voleri. 

Davanti ai re parlerò della tua alleanza 
senza temere la vergogna. 

Gioirò per i tuoi comandi 
che ho amato. 

Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo, 
mediterò le tue leggi. 


INVOCAZIONI 

C. Per questo ideale preghiamo: 
R. Esaudiscici, Signore! 
L. Noi ti preghiamo per coloro che tentano di vivere insieme: si sopportino a vicenda, dimostrino il loro amore fraterno e restino fedeli nel momento della prova. 
R. Esaudiscici, Signore! 
L. Gesù tu hai conosciuto l'amicizia e l'abbandono degli amici, la solitudine di chi soffre. Insegnaci la pazienza. 
R. Esaudiscici, Signore! 

(intenzioni libere) 

Padre nostro... 

PREGHIERA COMUNE

Il Dio della pazienza e della consolazione ci conceda di vivere gli uni accanto agli altri in buona armonia, affinché unanimi e con un sol cuore rendiamo gloria a Dio, Padre di Gesù Cristo nostro fratello. 

AMEN 
incisione colchici "Di gioia fai gridare la terra" (Sal 64,9)

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