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ARTICOLO VIII 

LO SCOUT SORRIDE E CANTA ANCHE NELLE DIFFICOLTÀ 
LA GUIDA SORRIDE E CANTA ANCHE NELLE DIFFICOLTÀ 

Non si tratta di fare i superficiali e gli alienati dai problemi per cui, mentre gli altri faticano e soffrono, lo scout sorride e canta. Sarebbe un gioco di cattivo gusto. Si tratta piuttosto di vivere l'esperienza della difficoltà e della fatica in modo nuovo, come persone che sanno dare senso e speranza anche a queste esperienze buie della vita. 
La difficoltà per alcuni è un ostacolo, un qualcosa di negativo che si frappone lungo il sentiero umano. 
Per altri, gli uomini liberi e capaci di avventure, è un passaggio che matura la conquista di gioie più grandi. 
In questo senso saper affrontare le difficoltà senza essere dominati da esse è un modo per essere signori delle proprie vicende e fedeli a un progetto dinamico e maturo. L'uomo è più grande delle realtà che lo circondano ed è chiamato per vocazione a superarle anche se tale strada è stretta e difficile e pochi sono coloro che hanno il coraggio e la perseveranza di percorrerla. (Mt 7,13-14)
Saper sorridere è un modo di realizzare le nostre vicende, inserendole in un quadro più grande, sapendo che niente è definitivo nella esistenza, ma tutto è orientato a conquiste nuove che ci aiutano a guardare con gratuità quello che ci sta attorno. 
E' la sapienza di chi sa che ogni cosa è importante, però, per l'uomo la possibilità di realizzarsi è al di là delle singole difficoltà. Saper sorridere è talvolta un gusto del concreto e del vero che pone nella giusta dimensione, senza estremizzare o idealizzare all'infinito, una esperienza giovanile; una escursione, ad esempio, o altre imprese particolari rimangono valide ma è necessario, ed è da grandi, non farle pesare agli altri. Soprattutto però si tratta di coltivare qualcosa dentro di sé come un valore assoluto capace di dare senso e relativizzare tutto quello che ci circonda. 
Questo qualcosa si chiama speranza ed è la certezza che Dio è il vincitore in ogni avvenimento della vita, perché noi crediamo nel Dio dei vivi e non dei morti. (Mc 12,27) 
Paolo canterà questa vittoria che sente già nel suo cuore "Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione... Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di Colui che ci ha amato". (Rom 8,31-39) 
Saper sorridere dice allora qualcosa di più profondo della vita umana e cioè che la vita ha un senso e questo senso non è il caos, il fallimento, la difficoltà, il dolore, ma la realizzazione. 
Tutto sarà trasformato, anzi tutto si trasformerà nella vita che continua. Saper sperare è saper leggere negli avvenimenti una presenza, una presenza di qualcuno più grande che ti chiama e che è la fonte del nuovo che perdura. 
Sperare è vivere, dialogando o camminando, aperti ogni giorno ad una possibilità diversa. 
La speranza è il cammino dell'uomo alla luce di un progetto e di una Persona che lo garantisce. 
La speranza è il sapersi seguiti da un Dio, il Padre, da un intercessore, il Figlio, e dall'amore creativo del nostro futuro, lo Spirito. (Mt 6,25-34)
Sperare è dunque confidare, senza rassegnarsi mai, è il rimanere perennemente creativi e possibili, cioè giovani e ottimisti. 
Questo è il senso del nostro saper cantare nelle vicende della nostra vita; non uomini disimpegnati dunque, ma uomini educati all'impegno vero, decisi a rifiutare ogni chiusura che limita l'orizzonte umano. 
Sperare è restare fanciulli, cioè aperti e confidenti in qualcuno. Persone che sanno raccogliere il nuovo di Dio creandolo nella loro storia, aperte alla collaborazione fattiva con i fratelli. 
Sperare è prendere sul serio gli impegni della nostra storia, perché è qui che Dio ci raggiunge con gli appelli per un mondo migliore e perché è nel dir di si all'oggi di Dio che il mio futuro definitivo prende corpo sotto le mie mani. 
Sperare allora è non vendersi a nessuna ideologia perché sappiamo che il futuro non sarà una ideologia ma l'uomo realizzato ad immagine di Cristo, il primogenito che verrà, e con lui i cieli nuovi e la terra nuova incominciati fin d'ora per l'intervento dello Spirito. 
Tutto questo si chiama contemplazione cioè scoperta ed esperienza che il mondo e gli uomini sono portatori della Parola di Dio, di qualcosa di santo e divino, e che cercare il progetto di Dio è già un incontro con il Dio del mio futuro. 
In questa visuale il saper cantare può diventare il saper ringraziare in modo ammirato con occhi da bambini il dono di Dio e l'opera delle sue mani, svelando al fratello che la sofferenza, per l'amore nascosto di Dio, diventa un mistero di crescita che scandalizza l'uomo, ma rivela al credente l'imprevedibilità dell'intervento di Dio che entra misteriosamente nella nostra storia come fonte di crescita di vita. 
Questo saper cantare eucaristico (di ringraziamento) è quello che, talvolta, manca al nostra sistema rigido, chiuso nel determinismo di una legge. 
Abbiamo bisogno di questa educazione al gusto della vita, scoperta nel suo nascere, anche lì dove si fa più fitto il mistero. 
Questo mi sembra uno squisito aspetto religioso di cui l'anima moderna ha estremo bisogno. 
Il Dio della speranza non è il Dio meccanico che tutto dirige ma è il Dio che si inserisce nella imprevedibilità del nascere della vita, quindi un Dio nascosto e positivo, suscitatore del bello, che utilizza e prende sul serio tutte le avventure anche quelle più difficili dell'uomo. 


RACCOGLIAMOCI IN PREGHIERA 

SALMO 95 
IL SIGNORE RE E GIUDICE 
Impara a saper cantare nella vita la tua riconoscenza al Signore per quello che vivi: canta agli uomini il Dio della tua speranza e della tua gioia. 

Cantate al Signore un canto nuovo, 

cantate al Signore da tutta la terra. 

Cantate al Signore, benedite il suo nome, 
annunziate di giorno in giorno la sua salvezza. 

In mezzo ai popoli raccontate la sua gloria, 
a tutte le nazioni dite i suoi prodigi. 

Grande è il Signore e degno di ogni lode, 
terribile sopra tutti gli dèi. 

Tutti gli dèi delle nazioni sono un nulla, 
ma il Signore ha fatto i cieli. 

Maestà e bellezza sono davanti a lui, 
potenza e splendore nel suo santuario. 

Date al Signore, o famiglie dei popoli, 
date al Signore gloria e potenza, 
date al Signore la gloria del suo nome. 

Portate offerte ed entrate nei suoi atri, 
prostratevi al Signore in sacri ornamenti.

Tremi davanti a lui tutta la terra. 
Dite tra i popoli: "Il Signore regna!". 

Sorregge il mondo, perché non vacilli; 
giudica le nazioni con rettitudine. 

Gioiscano i cieli, esulti la terra, 
frema il mare e quanto racchiude; 
esultino i campi e quanto contengono, 

si rallegrino gli alberi della foresta, 
davanti al Signore che viene, 
perché viene a giudicare la terra. 

Giudicherà il mondo con giustizia 
e con verità tutte le genti. 

LETTURA BREVE: 1a Pt 3,13-17 
E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene? E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. E' meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male. 

PAUSA DI MEDITAZIONE 

RISPONDIAMO PREGANDO CON IL SALMO 118 (Sal 118,169-176)
ELOGIO DELLA LEGGE 

Giunga il mio grido fino a te, Signore, 
fammi comprendere secondo la tua parola. 

Venga al tuo volto la mia supplica, 
salvami secondo la tua promessa. 

Scaturisca dalle mie labbra la tua lode, 
poiché mi insegni i tuoi voleri. 

La mia lingua canti le tue parole, 
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti. 

Mi venga in aiuto la tua mano, 
poiché ho scelto i tuoi precetti. 

Desidero la tua salvezza, Signore, 
e la tua legge è tutta la mia gioia. 

Possa io vivere e darti lode, 
mi aiutino i tuoi giudizi. 

Come pecora smarrita vado errando; 
cerca il tuo servo, 
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti. 

INVOCAZIONI 
C. Per questo ideale preghiamo: 
R. Signore noi ti preghiamo! 
L. La nostra speranza, il nostro credere non sia fuga dalla realtà: ricordaci che la costruzione del mondo spetta a ciascuno di noi. 
R. Signore noi ti preghiamo! 
L. Dacci il senso della signoria sulle cose e la certezza che, al di là di ogni nostra azione, la liberazione finale viene da te. 
R. Signore noi ti preghiamo! 
L. Concedici di essere fedeli agli impegni; nonostante le difficoltà che non vinca in noi la paura. 
R. Signore noi ti preghiamo! 

(intenzioni libere) 
Padre nostro... 

PREGHIERA COMUNE 
Signore Gesù insegnaci ad essere generosi, a donare senza far calcoli, a lottare senza paura, a lavorare senza cercare riposo, e a sempre sperare nella vita perché tu sei il Dio dei vivi che regni nel cielo per i secoli eterni. 
AMEN! 
incisione "La nostra terra darà il suo frutto" (Sal 84,13)

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