con esclusione di applausi e di gratificazioni.

Riserviamo per la conclusione altre testimonianze significative, completando per il momento questa parte fondamentale con il candido quanto esemplare episodio commentato dalla sorella in riferimento a quegli anni del dopoguerra, nei quali don Arduino faceva di tanto in tanto una capatina a Caerano:

 ..."Siccome la strada era abbastanza lunga prima di arrivare a casa, io, se ero in sua compagnia, mi fermavo a salutare la mia amica M. Lui mi ha detto la prima volta: "Io resto fuori della porta".

"No, tu saluti il papà di M., che io conosco bene e ti presento" (era cristiano, ma non cattolico). E questo signore legò con don Arduino una vera amicizia, perchè diceva che era una degna persona, che sapeva capire e rispettare tutti, un vero sacerdote. Questo carattere di don Arduino, che amava e rispettava, di mentalità molto aperta, senza chiedere: tu chi sei? come sei?.. credo che a quei tempi l'abbia fatto soffrire più d'una volta... Ma lui sempre ha seguito la sua strada di essere amico di tutti e parlare con tutti".

 

 

 

 

Abbiamo atteso fino a questo punto prima di affrontare espressamente l'argomento Scautismo, al quale don Arduino Faccin fu legato come pochi per almeno venticinque anni della sua non lunga esistenza.

C'è senza dubbio da parte nostra un fondo di pudore, in questa riluttanza: ed è un pudore che nasce a sua volta direttamente dalla lezione di vita del nostro prete, sempre così lontano dallo sfruttare occasioni propagandistiche, e insieme sempre così fedele.

Io poi, scrivendo queste cose, ho maturato una mia idea: quella che lo scautismo sia stato per don Arduino più il compendio che il compenso della sua attività sacerdotale. Egli non partì da una convinzione strumentale sui valori pedagogici del movimento scaut, nè mai si prefisse in astratto di istituire o di espan-

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