Pregare la legge |
PREGARE LA LEGGE
STRUMENTI DI CARNET DI MARCIA 1981 |
Con la pubblicazione di "Pregare la Legge" appare il primo di quella serie di "Strumenti" formativi che Carnet di Marcia ha pensato di offrire a quanti, Scolte, Rovers e Capi, vivono lo scoutismo e desiderano farne una fondamentale scelta di vita. In un passato abbastanza recente lo scoutismo cattolico ha corso il rischio di perdere la propria identità sia dal punto di vista metodologico che dei contenuti di fondo. Riflettere sull'esperienza stessa dello scoutismo, interrogarsi sul proprio modo di fare scoutismo e sulle tensioni che questo fare crea in rapporto alla società in cui si vive ha portato alcuni Capi a realizzare "Pregare la Legge". E' stata questa l'occasione per una riscoperta dei valori di fondo che partendo dal metodo è approdata ai contenuti; è stata un'esperienza che ha fatto ritrovare un'identità e una originalità saldamente ancorata alla scelta cristiana e, di conseguenza, una legge vissuta nella grande luce della Legge di Dio. Quello che pubblichiamo è quindi il risultato di un'esperienza che non vuole essere normativa ma solo di stimolo e di aiuto per chi vuole crescere e far crescere dentro di sé la consapevolezza di una scelta. "Pregare la Legge" è infine un mezzo che deve essere vivificato da coloro che lo utilizzano sia a livello personale che a livello comunitario; lo offriamo quindi in particolare alle Comunità di Fuoco e di Clan e alle Direzioni di Gruppo. Il formato in cui abbiamo realizzato questi "Strumenti" è quello pratico funzionale caro ad ogni scout: "piccolo" abbastanza da stare nella tasca dello zaino e abbastanza "grande" di contenuti da poter indicare la "Strada". La Redazione di C.d.M. PREGARE LA LEGGE Queste Semplici note non sono né un trattato per introdurre il lettore al mistero della preghiera né una presentazione dei salmi che via via si incontrano e vengono offerti come mezzo di meditazione. Lo scopo è semplice: dire come è nato il libretto e che cosa esso si prefiggeva. E' stata una scelta di un gruppo che, nel suo cammino scout, è andato ai motivi profondi della sua esperienza inquadrandola in quella cristiana. Fin qui niente di nuovo, eppure in questa ordinarietà ci è parso di aver ritrovato lo scoutismo più nuovo e profondo e il cristianesimo come il lievito che fermenta, il seme che esplode, la luce che rivela noi stessi, gli avvenimenti e le cose. Studiare, approfondire, agire, crescere, vivere l'avventura dentro l'attuale storia, tutto era impor- tante e primario, eppure mancava qualcosa, perché in tutte queste cose portavamo noi stessi: il nostro limite, la nostra visuale. Occorreva dialogare oltre che con la storia con Qualcuno che è al di là di essa e cercarlo. Non più come volevamo noi, ma come voleva Lui. (Non è questa una regola elementare del dialogo e dell'amicizia: ascoltare, fare spazio, accogliere?). Credendo a ciò abbiamo illuminato la legge con la luce della sua Parola; l'abbiamo studiata tra di noi, senza dimenticarci di Lui. Abbiamo discusso insieme senza escludere Lui. E' nato così il bisogno di pregare, come metodo di approfondimento e di assimilazione della legge scout, ora vista in quella grande luce della legge di Dio. Ci siamo ricordati della Parola del Signore che dice: "Credimi: viene il momento in cui il dialogo con Dio non sarà più legato a questo monte (metodo) o a Gerusalemme (altri metodi), viene l'ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini dialogheranno col Padre guidati dallo Spirito e dalla rivelazione di Gesù" (Gv. 4,21-23). Abbiamo sentito che tutto doveva partire da qui, che il nostro pregare ed approfondire doveva mutare. Ci siamo tuffati nella grande tradizione ecclesiale che ci ha lasciato questo comando del Signore. L'abbiamo sperimentato, ci siamo trovati bene, ed ecco nata la scelta di pregare la legge usando salmi e passi della scrittura. Anche l'esperienza del Campo ha subìto notevoli mutamenti: tre momenti della giornata erano riservati a questo modo di pregare. Il loro scopo era quello di creare un'atmosfera serena ed impegnata su contenuti che permettessero di far lievitare l'intera giornata, conducendola passo passo verso la celebrazione dell'Eucarestia, questa volta non più improvvisata ed oscura ma un po' più personalizzata. Il dono di Gesù assumeva un linguaggio e un'offerta comprensibile ed aderente all'esperienza dei ragazzi, liberandoli dalla triste impressione di qualcosa di abitudinario e posticcio. In questa cornice, Capo, Assistente e Unità erano impegnati nella comune crescita di uomini situati nella loro storia, nei loro problemi, senza mai dimenticare chi fosse l'origine e il compimento del loro progetto. Volevamo vivere come persone che sanno crescere, servire l'uomo ed adorare Dio, perché così Dio vuole i suoi adoratori. E' un'esperienza quella che presentiamo, a noi è servita, ma non vuole essere normativa per nessuno. I mezzi rimangono mezzi, quello che conta è lo spirito con cui viviamo e quanto essi ci coinvolgono. VALORE DELLA LEGGE: RIVELA UN RAPPORTO Pur volendo evitare ogni polemica, ci sembra tuttavia di dover dire che, spesso, subiamo un particolare disagio quando affrontiamo temi del genere; per noi "legge" è sinonimo di costrizione, indottrinamento, privazione di spontaneità, allineamento e riduttività. Tutti si sentono maestri in questo campo e alcuni, disturbati da una loro esperienza personale e guidati da un desiderio esagerato di autenticità e sincerità, sentono il dovere di mettere da parte norme e regole considerate ormai il frutto di una cultura del passato. " ... la vita deve essere aperta all'avvenire, bisogna essere fedeli al momento storico che è diverso da ieri, occorre agire e non essere avulsi dalla realtà ... ". E' doveroso riconoscere sia il desiderio dell'autenticità che la ricerca di un'aderenza alla vita: sono aspetti importanti di una esperienza; ma è ugualmente vero che il primato indiscriminato dell'autenticità' e della prassi, quando non sono illuminate e guidate da criteri di verità, sfocia nel disordine, nel qualunquismo, oppure, in una visione della vita che presto perde di vista i valori essenziali dell'uomo. Una visuale troppo esistenzialista e pragmatista dell'attuale momento culturale non è affatto libera da tali influssi e, spesso, porta l'individuo a confondere sincerità con anarchia, autenticità con egoismo; pochi riconoscono gli abusi riguardo a questo. Tali abusi, invece, hanno aperto la porta a soggettivismi forsennati, a progetti sull'uomo che evitano, per principio, ogni sforzo che costa sacrificio, creando così l'illusione di una vita facile, a portata di mano, e non invece la necessità di una preparazione severa e sofferta, capace di affrontare la buona e la cattiva sorte con pazienza, serenità e convinzione. Dice Baden-Powell "E' molto importante che il ragazzo capisca il significato della legge Scout, secondo la sua età. Quando sarà più adulto, il ragazzo sarà in grado di capirne profondamente il Significato". (B.P. Scoutismo per ragazzi, Ed. Ancora pag. 58) La legge Scout è, dunque, una proposta per tutti, ragazzi e adulti, di vivere in un certo modo, all'interno di un contesto. Ma per vivere in un certo modo, almeno a livello adulto, bisogna superare il frammentarismo delle dieci proposte e aver fatto sintesi; ancor prima di aver fatto sintesi, però, è necessario aver trovato in se stessi la motivazione di fondo, il perché della propria adesione e l'unico piano sufficientemente solido è la scelta di fondo di una vita. Qui si apre, dunque, la meditazione sul significato di vivere una legge per un credente scout e per ogni altro uomo. Colti di sorpresa come siamo, diciamo apertamente che per il problema della legge, in generale, è mancata una seria riflessione capace di darle fondamento e vitalità: abbiamo vissuto di rendita, oppure mutuato criteri ed idee da altri sistemi, senza aver la pazienza di un confronto illuminato e critico. Essa fu considerata un insieme di regole a cui aderire; ma perché? Per capire il significato è utile avvicinare il mondo biblico e vedere come il credente vive i dieci comandamenti, ossia tutte le prescrizioni che lo obbligano ad un comportamento. Mai l'uomo della Bibbia avverte la legge come una costrizione che viene dall'alto, mai la sente separata da un suo legame con Dio, da un cammino fatto insieme, in cui Dio ha favorito l'uomo e l'uomo sente di dover ricambiare tale attenzione divina con un "Sì" di fedeltà cercato ed espresso in tante obbligazioni particolari. La legge nasce così come risposta e come attestazione di un, impegno fondamentale nei confronti di qualcuno; questo patto reciproco e le varie norme servono a mostrare una fedeltà concreta, la coerenza di una scelta, un bisogno di darsi in dono a qualcuno conosciuto come benefattore. Ecco allora il ruolo della legge che rivela la profondità e la consistenza di un impegno, l'autenticità di una relazione senza le quali ogni discorso è ridotto a pura chimera ed illusione. Le nostre parole diventerebbero solo fumo negli occhi, pericoloso alibi capace di evadere un impegno concreto. Nella Bibbia, però, le leggi non sono mai tutta l'esperienza religiosa, e questo vale per ogni legge anche fuori del mondo biblico. La legge non può fagocitare tutto perché prima di essa esiste una persona, un'esperienza, una scelta di fondo, che ci impegnano con essa. E poi vengono le varie concretizzazioni cioè le norme della legge. Fuori di questa matrice la legge diventa subito fredda, oppressiva, alienante, capace di atrofizzare le persone e schiavizzarle all'interno del più gretto legalismo. LIMITE DELLA LEGGE: E' UN PRINCIPIO ESTERNO Tenendoci ormai ancorati al nostro mondo biblico e avendone già colto la profondità, consideriamo ora che la legge, benché sia irrinunciabile, è, di per se stessa, incapace di dare salvezza all'uomo. Infatti ogni legge, anche quella scritta nel Vangelo, è incapace di aiutare dal di dentro una persona e di farla muovere. Essa è avvertita sempre come qualcosa di esterno, anzi di estraneo; qualcosa che comanda un comportamento ma che non dà la forza di attuarlo. La legge, allora, finisce per aggravare la mia situazione di uomo incoerente e diviso che aspira a degli ideali, è invitato a realizzarli, lo vorrebbe, ma non ci riesce perché il suo limite è più forte di lui. La legge, perciò, finisce per rimproverare l'incoerenza umana, senza poter modificare affatto la situazione negativa. Pertanto puntare tutte le carte su una legge non serve a nulla. Occorre fondare il tutto su basi assolutamente solide e queste non vengono né dalla legge, né dall'uomo, né dalle ideologie, ma da Dio. LA LEGGE DELLO SPIRITO CHE DA LA VITA PER MEZZO DI CRISTO GESU' MI HA LIBERATO DAL LIMITE DELLA LEGGE (Rom. 8,1) Ecco la novità cristiana! Il credente sa che gli è possibile superare questo pungolo esterno che è la legge, che suona come presa di coscienza del limite umano, grazie al dono, dello Spirito Santo che anima dal di dentro l'uomo come forza che lo muove verso il compimento della volontà del Padre. E' questo dono che crea nell'uomo, poco a poco, un bisogno, una spontaneità, una connaturalità con tutto ciò che è valore ed autenticità. Lo Spirito è un dinamismo che crea, dentro di noi, un comportamento uguale a quello del Signore Gesù: ecco perché Paolo arriverà a dire: "Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me" (Gal 2,20) talmente si era identificato con Lui. L'opera dello Spirito consiste nel porre dentro di me un principio che non è una legge ma è una persona: IL CRISTO. D'ora in poi è Lui la nostra norma di vita, il nostro criterio di scelta. Una mamma, quando ama il suo bambino, si sente spinta, dal bisogno di amare, a vegliarlo e a prestargli tutte le cure necessarie; a lei non occorrono leggi, perché ha dentro di sé una legge che vale tutte le altre: L'AMORE! Quello che Dio sta creando dentro di noi è, qualcosa di simile: LO SPIRITO CI PLASMA UOMINI SECONDO GESÙ. MA ALLORA A CHE SERVE LA LEGGE? Ogni uomo è destinato a raggiungere la perfetta maturità, ma mentre è in cammino deve accettare umilmente anche l'aiuto esterno di una legge che gli ricordi che non è ancora arrivato, e che lo scegliere ciò che è autentico non gli è ancora del tutto spontaneo, anzi perfino l'amore e la limpidezza scoperti in se stessi, possono sempre, cessare, perché su questa terra rimangono beni provvisori e labili. L'uomo si scopre così in lotta continua tra il suo istinto egoistico e il desiderio di superarsi; quando la lotta oscura la via, ecco allora la legge esterna offrirsi come aiuto per non smarrirsi. Finché siamo su questa terra la legge esterna ha, dunque, lo scopo di illuminare l'uomo che non è più capace di vedere da solo, e di fortificarne la volontà nello scegliere il bene. Vista così, la legge rappresenta l'ultimo argine, oltrepassato il quale, subito deve squillare il segnale di pericolo. L'ideale non è, quindi, di vivere il minimo che la legge suggerisce, ma di addentrarci in tutta l'esperienza verso cui la legge ci spinge, per ritrovare quel dono dello Spirito che ci matura nella pienezza; perché essere credenti non vuol dire essere costretti, ma bensì vivere da figli. E' PRIMA L'ESPERIENZA CRISTIANA O LO SCOUTISMO? Se il lettore ci ha seguiti fin qui, credo che sia inutile porre la domanda, tanto è ovvio ed evidente che lo scoutismo rimanda a questa profonda matrice religiosa. Ed è per questo che ci siamo sentiti in dovere di meditare la legge scout alla luce dell'esperienza cristiana, per ritrovarla nuova ed arricchente; ed è ancora per questo che abbiamo cercato di rispondere al nostro problema di partenza (meditare la legge in maniera illuminata) confrontando il discorso della legge scout con quello della legge nella Bibbia. PER UNA SPIRITUALITÀ DELLA STRADA Vorremmo evidenziare un aspetto che il lettore troverà sempre presente nel corso dello sviluppo dell'indagine sulla legge, la figura conduttrice del Cristo Gesù, perché per noi è impensabile vivere uno scoutismo al di fuori di questa visuale fondamentale ed unificante. Anche Gesù vive nell'esperienza di una legge: la volontà del Padre, e la vive come colui che ha sposato la causa e ne fa l'assoluto della sua vita. L'uomo scout che si confronta con la legge, presa coscienza della sua povertà, cioè del suo stato di peccato, confida nello Spirito che, solo, gli permette un'esperienza di fedeltà vissuta, nella speranza che il progetto si compirà. Ma questo avverrà per il dinamismo dello Spirito che, facendosi esso stesso gemito e preghiera, trasformerà la sua storia di uomo terrestre e mortale in resurrezione. In questa chiave è assai bello e illuminante rileggere il brano del Vangelo di Luca relativo al "viaggio di Gesù" dalla Galilea verso la Samaria, fino a Gerusalemme dove lo attende la Croce. Questo viaggio di Gesù è, per Luca, il percorso umano del Cristo dono della sua vita agli uomini. PER LUCA LA VITA È UN VIAGGIO. Gesù cammina verso il Padre, ma in mezzo ai fratelli, passando per le situazioni umane attraverso l'incontro con gli uomini, villaggio per villaggio. "Attraversa" le cose, i fatti, le persone, e si stacca per andare al Padre. Il suo è un morire giorno per giorno, un fare delle cose e delle persone una esperienza; non un punto d'arrivo, ma un dono, perdendo sé (la croce) per arrivare al Padre. CRISTO È L'UOMO DEL MOVIMENTO, non dell'evasione e della superficialità, è l'uomo che sa staccarsi dalla terra verso il cielo. Questa è la catechesi della strada, la sua vera spiritualità. LUNGO QUESTO VIAGGIO GESÙ MOSTRA DELLE PREFERENZE verso le persone che, nel suo mondo, erano considerate meno importanti: donne e stranieri, ed è uomo capace di gesti inattesi verso creature non rispettate. (Lc 4,18) Ma c'è di più: questo camminare di Gesù verso il dono supremo di sé, perdendosi nelle situazioni che lo richiedono, mostrando delle preferenze, senza mai perdere l'obbiettivo, nella libertà che sa staccarsi, è seguito dai discepoli. L'IMPEGNO DEL DISCEPOLO È LA SEQUELA a volte molto dura, perché lo seguono "da lontano". Seguire Cristo diventa un cercare l'uomo per trovare il Padre e, in questo caso, perdere la vita e trovare la risurrezione. Alla fine di queste considerazioni sulla legge e i valori che, attraverso lo scoutismo, abbiamo imparato a considerare come i perni attorno ai quali acquista significato la nostra vita, è consolante scoprire che essi affondano le loro radici nella ricchezza inesauribile del messaggio evangelico. In questa prospettiva religiosa lo stile scout, cioè il nostro modo di vivere secondo la legge, si trasforma nel nostro modo di essere uomini di Dio, testimonianze viventi tra gli uomini. INDICE |